Terni, Briccialdi chiuso: grana assunzioni

Il sindaco Di Girolamo: «Effettuate in piena autonomia». Il presidente Bisconti: «Cinque insegnanti precari andavano regolarizzati»

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di Fra.Tor.

«Da giovedì mattina ho decretato la chiusura dell’istituto musicale Briccialdi», queste le prime e accorate parole che umbriaOn sente dell’altra parte del telefono. A parlare è il presidente dell’istituto Vincenzo Bisconti.

Vincenzo Bisconti

Vincenzo Bisconti

Giornata tesa Giovedì era iniziato così, con una telefonata ‘non convenzionale’ e la giornata – sul filo dei nervi – si sta rivelando decisamente lunga. Perché se il presidente Bisconti aveva specificato che «a seguito di quanto emerso mercoledì in giunta comunale e del mancato rinnovo della convenzione tra il Comune di Terni e l’istituto musicale, non posso fare altrimenti. Una giunta distratta, approssimativa, arraffona. Hanno assunto un provvedimento inconsapevole, determinando un blocco operativo delle attività dell’istituto. Sono stupefatto, sbalordito. E tutto questo per ragioni solo politiche. Oggi noi non abbiamo nessun titolo per occupare l’immobile. Questo è un agguato con appropriazione degli strumenti che garantiscono un futuro ai giovani che studiano qui dentro».

L’attività didattica Nel primo pomeriggio, il presidente Vincenzo Bisconti e il direttore Gabriele Catalucci, con una nota, hanno fatto sapere che «la chiusura decretata dal presidente si riferisce alla sede ed è cautelativa rispetto alla momentanea interruzione del rapporto di convenzione con il Comune di Terni. L’attività didattica non sarà da questo pregiudicata in alcun modo. Se la sede al momento è chiusa, il Briccialdi non chiude di certo. L’anno accademico si aprirà comunque regolarmente dal momento che tutto fa pensare che non ci sia intenzione da parte di alcuno di privare la città del suo conservatorio».

Leopoldo Di Girolamo

Leopoldo Di Girolamo

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, però, si era mostrato ottimista: «Francamente ritengo che la chiusura delle porte dell’Istituto Briccialdi possa essere rapidamente superata. In attesa del Protocollo che sarà posto alla valutazione del consiglio comunale e che affronterà tutte le questioni dirimenti, stiamo valutando un provvedimento amministrativo che gestisca nel migliore dei modi questa fase transitoria consentendo la permanenza dell’istituto nell’immobile comunale e il prosieguo delle attività. Le porte chiuse non si coniugano con il lavoro che il sindaco e l’amministrazione comunale stanno portando avanti da mesi per la salvaguardia e la valorizzazione di questo rilevante istituto di formazione superiore».

L'istituto musicale Briccialdi

L’istituto musicale Briccialdi

I costi L’amministrazione, aveva detto ancora il sindaco, «da tempo è impegnata alla ricerca di una soluzione che non può essere quella di far ricadere i costi del Briccialdi sul solo Comune. Lavoriamo per un coinvolgimento del Ministero, della Regione, della Fondazione Carit e di ogni altro soggetto pubblico o privato che possa essere utile alla causa. In questa fase, in merito al personale distaccato, la giunta non poteva che prendere la decisione di evitare ulteriori proroghe, per scongiurare situazioni amministrativamente e contabilmente sanzionabili. Non è un mistero per nessuno che l’istituto ha un debito rilevante con il Comune, una situazione che ci mette in grande difficoltà non solo per gli aspetti finanziari, ma anche per le responsabilità che derivano dall’amministrare le risorse pubbliche».

Una lezione al Briccialdi

Una lezione al Briccialdi

Le assunzioni Leopoldo Di Girolamo, però, aveva anche messo sul tappeto una questione non secondaria. Dopo aver chiarito che «il ritorno in Comune del personale comandato non inficia l’attività gestionale dell’istituto» e che «per gli aspetti legati alla legittimazione della permanenza del Briccialdi, inoltre, si sta cercando una soluzione normativa. Fermo restando che la soluzione della vicenda può arrivare dal Protocollo di intesa che prenda atto di tutte le situazioni in corso nonché dalle risposte alle richieste di collaborazione e sinergia», aveva rivelato che l’istituto, «in queste ultime settimane ha proceduto in piena autonomia ad alcune assunzioni a tempo indeterminato».

«Tutto in regola» Inevitabile chiedere chiarimenti al presidente Bisconti che spiega che «si tratta di  cinque docenti titolari di cattedra, assunti con contratto di precariato, tra il 2008 e il 2012, per i quali avevo un obbligo giuridico di conversione di contratto. Più volte diffidato e, ovviamente, riconoscendo anche l’eccellenza del loro insegnamento, ad aprile 2016 sono stato, quindi, costretto a trasformare questi contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, con un aggravio di circa 1500 euro complessivi l’anno sul bilancio comunale. Questo, credo, sia diventato uno dei temi affrontati mercoledì in giunta comunale».

La giunta tace Contattato telefonicamente da umbriaOn, l’assessore alla cultura Giorgio Armillei non è di molte parole e la fa semplice: «Non ho nulla da aggiungere alla mia proposta di deliberazione di mercoledì». Mentre altri componenti di giunta preferiscono glissare, almeno ufficialmente, anche se più di uno di loro sembrava concordare su un argomento proposto da un assessore: «Visto che, di fatto, chi paga è il Comune, ci si poteva anche usare la cortesia di avvertirci di queste novità».

L’associazione ‘Luce per Terni’, l’associazione nata da qualche mese in città, ha parlato di «un brutto risveglio quello di giovedì mattina. Le porte di un pezzo storico di Terni chiuse per colpa di una gestione politica sbagliata. Si doveva prevedere già qualcosa quando hanno diminuito i fondi per il Briccialdi per andare a coprire le buche del manto stradale della città. L’associazione ‘Luce per Terni’ già appoggiava la posizione dell’istituto e ora si fa carico di questa vertenza, è solidale con il presidente e con tutti i ragazzi. Il presidente Erika Lucci sarà vicina al presidente in qualsiasi iniziativa da lui intrapresa».

La Lega Nord «Neanche il tempo di sbandierare ai quattro venti la presunta ‘vivacità’ della città di Terni che il sindaco Di Girolamo si ritrova a fronteggiare l’ennesimo fallimento della sua amministrazione. Ecco, dunque, un altro pezzo di storia della città che rischia di scomparire – si legge in una nota del capogruppo Emanuele Fiorini e Federico Cini -, un’altra anima pulsante che viene soffocata, un’eccellenza in grado di fornire un’offerta artistica e culturale di primo livello che diventa vittima di una incapacità gestionale dell’attuale amministrazione che tocca ogni aspetto della vita di Terni, dal lavoro alla sicurezza, fino alla cura delle strade, del verde, la sanità, le questioni sociali e in ultima, appunto, la cultura». Terni «rischia di spegnersi lentamente, al contrario di quanto sostiene un confuso Di Girolamo che forse non è mai uscito dal suo ‘palazzo’ per farsi un giro in città. Basta recarsi a piazza Tacito per vedere una enorme scatola al posto di quella che un tempo era la fontana simbolo di Terni; basta passare per corso Vecchio e fermarsi di fronte al teatro Verdi chiuso; basta transitare per le vie deserte del Caos o uscire la sera in centro e trovare le strade affollate solo nei luoghi della ‘movida’, ma completamente vuote di eventi in grado di attirare persone da fuori o, semplicemente, i ternani stessi». Come Lega Nord «non possiamo accettare l’ennesimo attacco mirato alla cultura. Il ‘requiem’ per il Briccialdi è quello che tutti vorremmo evitare. Il ‘requiem’ per la giunta Di Girolamo è quello che tutti ci aspettiamo».

Francesco Filipponi «A seguito delle notizie di stampa in merito alla precauzionale chiusura dell’Istituto superiore di studi musicale Briccialdi e alla nota inviata in data odierna dal presidente Bisconti – afferma il consigliere del Partito Democratico Francesco Filipponi – ritengo si possa agire con la massima urgenza per garantire la continuità amministrativa dell’Istituto attraverso gli atti necessari, che si basino sulle disponibilità previste in merito dal bilancio per l’annualità in corso, e sui paletti fissati dal consiglio comunale con l’atto di indirizzo della seconda commissione, contenuto nella delibera 194 del 20 aprile del 2015. Così facendo si potrebbe garantire l’attività dell’Istituto e agevolare il provvedimento di statizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati, su cui sta lavorando il Senato per l’inserimento nella legge delega».

Unione civica per Terni Per Giovanni Ceccotti «a vicenda del Briccialdi è la goccia che fa traboccare il vaso, l’ennesima testimonianza di come l’amministrazione comunale sia allo sbando, profondamente divisa ma soprattutto incapace di prendere decisioni che facciano il bene della città. Le assurde perdite di tempo da parte dell’amministrazione comunale, che ha deciso di revocare le convenzioni con l’istituto Briccialdi, stanno portando alla chiusura di una delle ultime eccellenze rimaste a Terni. E’ così che questa amministrazione intende riproporre la propria candidatura a capitale italiana della cultura? Chiudendo una struttura che ha 200 anni di storia e che ha contribuito a formare tantissimi talenti? Nel deplorare le assurde decisioni di una giunta ormai arrivata al capolinea, è necessaria l’immediata riattivazione della convenzione volta a garantire la corrente attività del Briccialdi. Se qualcosa non funziona in questa città la colpa è di coloro che dovrebbero fare e non fanno. Forse è ora di fare un passo indietro e lasciare il campo a chi dovrà prendere decisioni per il bene di Terni, fuori da vincoli e legacci che, per salvaguardare posizioni indifendibili, hanno portato la città ad uno sfacelo completo. Altro che rimpasti».

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