Terni, omicidio Bellini: l’indagine non è chiusa

Sotto la lente le impronte digitali, il Dna, il telefonino del presunto omicida e anche una lettera che Andriy Halan ha inviato all’ex compagna

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AndriY Halan, il presunto omicida

AndriY Halan, il presunto omicida

Un ulteriore rinvio per acquisire tutta una serie di dettagli necessari per capire come siano andate davvero le cose: è stato disposto dal tribunale di Terni nell’ambito del processo con rito abbreviato – condizionato appunto all’acquisizione di tali elementi – nei confronti di Andriy Halan, il 44enne ucraino accusato dell’omicidio del 53enne ternano Sandro Bellini.

Il giudice Massimo Zanetti

Il giudice Massimo Zanetti

Altre indagini Il rinvio è stato disposto lunedì mattina dal gup Massimo Zanetti su istanza dei legali difensori del presunto omicida – gli avvocati Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini – che hanno chiesto accertamenti in serie. Sulle impronte digitali e il Dna presente su tutti i reperti sequestrati ma anche sul corpo, i vestiti e l’auto della vittima, data alle fiamme in un bosco fra Marmore e Greccio. Ma le verifiche disposte dal tribunale riguardano anche la traduzione dall’ucraino all’italiano di una lettera inviata da Andriy Halan alla sua ex

L'avvocato Francesco Mattiangeli

L’avvocato Francesco Mattiangeli

compagna – la cui frequentazione con Sandro Bellini sarebbe alla base della gelosia omicida dell’operaio 44enne – e lo stesso telefonino del presunto assassino. Il Samsung con cui l’arrestato – secondo quanto ha sempre affermato – avrebbe scattato una foto all’auto di Sandro Bellini, per poi inviarla via bluetooth ai presunti ‘sicari’ – persone di nazionalità straniera ‘ingaggiate’ in un bar di Terni e incaricate di dare una ‘lezione’ al 53enne – sui quali, però, Andriy Halan non ha mai saputo fornire dettagli utili alla loro identificazione.

L'auto di Sandro Bellini, data alle fiamme

L’auto di Sandro Bellini, data alle fiamme

Nuovo rinvio Gli accertamenti, ai quali il pm Tullio Cicoria e il legale della parte civile – l’avvocato Renato Chiaranti – non si sono opposti, nell’ottica di una ricostruzione il più possibile accurata della vicenda, verranno eseguiti dai carabinieri dei Ris di Roma, da un consulente – per quel che riguarda il telefono cellulare – che verrà individuato a breve e dalla professoressa Carla Vecchiotti (università di Roma, La Sapienza) per gli aspetti genetici. Difficile pensare, in ogni caso, che il 44enne ucraino possa aver agito completamente da solo. La prossima udienza, per il conferimento formale dell’incarico ai consulenti, è stata fissata per il 24 ottobre e in quell’occasione verranno sentiti anche il medico legale Sara Gioia, che ha eseguito l’autopsia sul corpo del 53enne ternano, e un altro testimone, conoscente del presunto omicida.

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