‘Acciaio sporco’ all’Ast: licenziamenti in vista

Primi, pesanti, provvedimenti da parte di ThyssenKrupp in seguito all’inchiesta sui presunti illeciti relativi al traffico di rottami

Condividi questo articolo su

L’inchiesta era venuta alla luce il 23 giugno scorso, tre rappresentanti di un’azienda fornitrice di rottame che ha sede nel bergamasco e nel bresciano, quattro dipendenti della ThyssenKrupp Ast di Terni e il responsabile di una ditta di trasporto di Terni, erano stati arrestati – su ordine del giudice Maurizio Santoloci – e l’operazione, denominata ‘Acciaio sporco’ e condotta dal Corpo forestale dello Stato sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Terni – aveva portato alla ribalta l’ennesima truffa perpetrata a danno dell’azienda.

ACCIAIO SPORCO: LA FORESTALE SPIEGA L’INDAGINE

In libertà I quattro dipendenti ternani dell multinazionale, poi, erano tornati in libertà il 1 luglio, dopo aver fornito ai magistrati le proprie versioni e, probabilmente, alcune utili indicazioni. Agli arresti domiciliari era invece rimasto l’autotrasportatore.

ACCIAIO SPORCO: LE INTERCETTAZIONI

Indagini serrate Il lavoro degli inquirenti, ovviamente, non si era fermato e, a quanto pare, anche le indagini ‘interne’ avrebbero subìto un’accelerazione, tanto che sarebbero arrivate delle prese di posizione clamorose.

ACCIAIO SPORCO ‘SFIORA’ I SINDACATI

Acciaio Sporco, indagine Forestale Terni - 23 giugno 2016 (3)I licenziamenti Tre dipendenti della ThyssenKrupp Ast, infatti – peraltro nessuno di loro sarebbe tra coloro che erano finiti ai ‘domiciliari’ – avrebbero ricevuto la lettera con la quale l’azienda interrompe il loro rapporto di lavoro: una sospensione, si dice, che potrebbe essere il preludio del licenziamento in tronco, insomma.

Le indiscrezioni Ovvio che sia subito scattata la ‘caccia ai nomi’ dei tre dipendenti che l’azienda avrebbe messo alla porta: di due di loro, peraltro, si sarebbe già scritto nei giorni scorsi, mentre il terzo rappresenterebbe, nel caso di una conferma, una piccola sorpresa, visto che da tempo non lavorerebbe più ‘sul campo’, ma ricoprirebbe un incarico non operativo.

Qualche dettaglio I tre – due uomini e una donna – sarebbero stati messi di fronte a contestazioni difficilmente rigettabili e l’azienda avrebbe anche voluto inviare un segnale chiaro, sia all’interno che all’esterno, sulla propria volontà di fare il massimo della chiarezza.

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli