Amelia, Barbara Corvi: «Tornare ad indagare»

A ‘Chi l’ha visto?’ Il legale della famiglia della 35enne scomparsa nel 2009 torna a sollecitare la procura. Intervista al marito Roberto: «L’amavo, non abbiamo litigato»

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di F.L.

Ad oltre 10 anni dalla sua misteriosa scomparsa, la popolare trasmissione di Rai3 ‘Chi l’ha visto?’ è tornata ad occuparsi della storia di Barbara Corvi, la mamma 35enne di Montecampano di Amelia sparitanel nulla il 27 ottobre 2009. Lo ha fatto mercoledì sera con una intervista al marito, Roberto Lo Giudice, ma anche con l’intervento delle sorelle di Barbara, Irene e Monica, e dell’avvocato della famiglia Corvi, Giulio Vasaturo. Il quale ha spiegato di «aver sollecitato anche da ultimo la procura» di Terni nel dare nuovo impulso alle indagini, nonostante il fascicolo sul caso sia stato archiviato.

Le parole del marito Roberto 

«Un anno e mezzo prima della scomparsa di Barbara sono venuto a sapere da lei che aveva una relazione extraconiugale, eravamo separati in casa e lei non era più mamma» ha detto Lo Giudice all’intervistatrice, che nel servizio ha ripercorso le ultime ore prima della scomparsa. A partire dalla discussione tra i due coniugi, alla presenza della famiglia di lei, avvenuta il giorno precedente. In quell’occasione l’uomo avrebbe distrutto il telefono della moglie, accusandola davanti a tutti di avere un amante. «Non abbiamo mai discusso per la sua relazione, per me è normale rompere un cellulare, ma mi dava fastidio che si sapesse di questa storia per i genitori» ha detto Lo Giudice, l’ultimo ad aver visto Barbara intorno alle 17,30 del 27 ottobre. Dovevano andare insieme dal commercialista, ma a metà strada la donna ha insistito che venisse riportata a casa perché stava male. «Per me invece stava benissimo, altrimenti sarebbe rimasta a casa» il commento di Lo Giudice. Alle 19.40, quando i figli adolescenti sono rientrati nell’abitazione, della donna non c’era più traccia, nonostante la luce accesa e la borsa lasciata sul tavolo. 

I misteri su soldi e appartamento

Il servizio ha accennato ad alcune vicende di natura economica poco chiare, come gli ammanchi di somme di denaro riferite agli investigatori da Lo Giudice dopo la scomparsa della moglie – ma che per i carabinieri non sarebbero mai esistiti, anzi sarebbe stato lui a ritirare dal conto cointestato 30 mila euro prima di tornare in breve tempo nella nativa Calabria -, ma anche un altro misterioso episodio legato ad un appartamento di proprietà di Barbara. Quest’ultima, per non farsi sequestrare l’immobile dopo aver perso una causa civile, avrebbe acconsentito – si ipotizza pur non essendo in realtà d’accordo – a trasferire la stessa proprietà ad una cognata di Lo Giudice. Sorella, tra l’altro, della donna con cui il marito di Barbara si è poi rifatto una vita a breve distanza dalla scomparsa della moglie. «Questa parentela è un caso, la storia della casa non c’entra con la scomparsa di Barbara» ha detto Lo Giudice. Che poi ha ammesso di aver avuto i primi rapporti con la nuova compagna già due mesi dopo l’ottobre 2009. «Sono stato molto rispettoso. Non ci sarebbe stato alcun problema se nel frattempo Barbara fosse tornata. Eravamo una coppia aperta».

I loschi affari della famiglia Lo Giudice

Inevitabile poi, nel corso del servizio, il riferimento alla morte di Angela Costantino, moglie di Pietro Lo Giudice, a sua volta fratello di Roberto e figlio del boss della ‘ndrangheta Giuseppe, scomparsa nel 1994, uccisa dalla famiglia del marito – si è scoperto solo nel 2012 – dopo che questa aveva scoperto una sua relazione extraconiugale. Una strana coincidenza. «Non mi dà fastidio che le due storie vengano accostate, ma dipende come, è una cosa che fa comodo a voi giornalisti – ha detto ancora Lo Giudice all’intervistatrice -. Io amavo mia moglie, ho sofferto quando è scomparsa. Penso ancora a lei, al primo giorno, a tutti momenti belli e a quelli brutti.  Non mi dispiacerebbe scoprire qualcosa, ma ho paura di sapere la verità».

La famiglia non si arrende

«Vogliamo giustizia e sapere dove è e cosa le è successo, non crediamo sia andata via da sola» hanno ribadito dal canto loro le sorelle di Barbara. «Un caso come questo non andava archiviato» ha aggiunto l’avvocato Vasaturo, che è anche legale di Libera, associazione contro le mafie. «Nella nostra esperienza – ha aggiunto – ci sono almeno due punti certi. Va escluso decisamente l’allontanamento volontario perché Barbara non avrebbe mai abbandonato i figli e la famiglia, purtroppo temiamo che ci siano solidi argomenti che si tratti di accertare la morte e l’occultamento del cadavere». Quanto ai motivi all’origine del delitto, ci sarebbero «o attriti personali o un atto di ritorsione».

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