Ampliamento Le Crete: «Fermare il progetto»

Orvieto, nonostante le rassicurazioni è stata avviata la procedura di Via per il ‘rimodulamento’. «Il 9° gradone doveva bastare fino al 2026 ma è già pieno»

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C’è un gradone pieno zeppo di rifiuti. Il nono, ‘sorvegliato’ dal volo dei gabbiani, sarebbe dovuto bastare fino al 2026 e invece è già pieno. Le ruspe hanno scavato la collina circostante e tutt’intorno l’odore è acre e pungente.

Il nono gradone

La discarica Sembra distante anni luce e invece il Duomo dista appena tre chilometri, la strada che arriva fin quassù passa sopra anni di rifiuti accatastati. Da tempo i comitati ambientalisti portano avanti la battaglia per chiudere la discarica mentre, dall’altro lato, le istituzioni e l’Acea continuano a presentare progetti di ampliamento. L’ultimo, un semplice ‘rimodulamento’ secondo il sindaco Germani, è stato discusso lo scorso settembre. «Si esprimerà il consiglio comunale» aveva garantito il primo cittadino. Ad oggi, però, la seduta non è stata ancora calendarizzata e il progetto continua ad andare avanti.

L’INTERVISTA A MONICA TOMMASI

La Via Nei giorni scorsi, infatti, ha preso il via in Regione la procedura di Valutazione di impatto ambientale e non sono solo gli ambientalisti di Amici della Terra a sentirsi traditi dalla promessa, mancata, di un pronunciamento dell’assemblea cittadina. «Che cosa aspettiamo – afferma Monica Tommasi, presidente Amici della Terra Italia – di arrivare alla seconda conferenza dei servizi per dire che il comune di Orvieto non è disponibile a nessun tipo di ampliamento e a nessun progetto di sopraelevazione della discarica?». Già nel 2014, infatti, davanti all’ipotesi di sopraelevazione della discarica con la costruzione del nono gradone bis e del decimo, con scavi e sbancamenti per un volume lordo di oltre 1 milione e 478 mila metri cubi, il consiglio comunale si era espresso respingendo l’intero progetto e specificando che quello era un parere «non superabile con modifiche o alterazioni o attenuazioni o mitigazioni di quanto proposto, ma con la sola rinuncia all’intervento».

La discarica vista dall’alto

L’ampliamento Neanche tre anni dopo, però, la storia si ripete. E negli uffici perugini del Broletto, dove ha sede l’assessorato all’ambiente presieduto da Fernanda Cecchini, davanti ai dirigenti Acea Giuseppe Germani ha chiarito «che il dimensionamento e l’ottimizzazione del progetto, così come prospettato da Acea s.r.l., risulti compatibile anche con le iniziative attualmente avviate insieme ad Auri». «Secondo il nuovo progetto di rimodulazione – prosegue Monica Tommasi – sembra che basti ridurre la colmata di circa due metri nella parte sommitale e la pendenza per superare le problematiche poste dalla Soprintendenza con il parere negativo del 2015».

‘Progetto scellerato’ Ancora oggi, dunque, nonostante a parole il sindaco abbia chiarito che non spetta a lui decidere, nei fatti sembra che il progetto proceda spedito secondo l’iter. «Non sono state mantenute le promesse – prosegue Monica Tommasi – auspichiamo che tutti i cittadini orvietani siano pronti a manifestare la propria contrarietà nei confronti di un progetto scellerato che continua a mettere a rischio il turismo, la cultura e il paesaggio orvietano. Il sindaco si sta piegando al volere della Regione che, in controtendenza rispetto a quanto l’Europa chiede, sta gestendo i rifiuti nel modo più sbagliato possibile, cioè continuando a riempire le discariche. Oggi è pieno il nono gradone, un domani potrebbe esserlo il nono bis, o il dieci ter. Politicamente questo progetto va fermato e noi chiediamo al sindaco di assumersi le proprie responsabilità e bloccarlo sin da subito».

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