Area crisi complessa: «Ecco cosa chiediamo»

La Regione Umbria ufficializza la richiesta per Terni e Narni, ma ci mette dentro anche il progetto che ThyssenKrupp aveva promesso di pagarsi

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La Regione ha ufficializzato di aver presentato l’istanza presentata per il riconoscimento di Terni-Narni quale ‘area di crisi complessa’ e dalla nota emerge pue qualche sorpresa.

La richiesta «Con questo atto la giunta regionale ha fatto proprie la deliberazione e le valutazioni espresse in merito dal consiglio regionale dell’Umbria e dai consigli comunali di Terni e Narni, che avevano evidenziato la necessità di un intervento organico ed incisivo per rilanciare, riqualificare ed innovare il sistema produttivo e manifatturiero del territorio di Terni e Narni. Ciò attraverso l’attivazione di ogni iniziativa e di tutti gli strumenti di politica industriale disponibili, comprese le procedure per il riconoscimento dello stato di crisi complessa».

Ambrosetti L’istanza inviata al Mise, spiega la Regione, «tiene conto anche degli spunti di policy elaborati grazie al masterplan messo a punto da The European House Ambrosetti, visto che in essa è contenuta la descrizione dei fattori di complessità della crisi industriale in termini di significatività sulla politica industriale nazionale e delle caratteristiche della crisi; l’individuazione e la descrizione dei territori interessati dalla crisi industriale con riferimento ai parametri statistici del sistema locale del lavoro interessato; l’analisi della dinamica e dell’incidenza del settore di specializzazione produttiva; l’analisi dell’incidenza economica del sistema locale del lavoro a livello provinciale, regionale e nazionale; la proposta di massima dei contenuti del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale (Prri); le misure di politica attiva del lavoro».

LA NOTA DELLA REGIONE

Le infrastrutture Da una prima ricognizione realizzata d’intesa con i due comuni, spiega il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, «sono stati individuati possibili interventi tra cui quelli sulla Bretella di variante Staino-Pentima-via Breda-innesto Terni-Rieti-San Carlo; sulla Bretella di completamento ex Terni Rieti-Strada dei Confini-Flaminia-Salaria e sulla Piastra Logistica Terni-Narni, con il collegamento ferroviario e stradale alla viabilità nazionale. Nel Sito di interesse nazionale (Sin) di Papigno sono stati definiti due interventi di risanamento ambientale: il primo riguarda l’ex discarica prospiciente gli stabilimenti di Papigno, con la messa in sicurezza permanente dell’area, la valorizzazione della stessa attraverso un progetto per attrezzature sportive complementari alle attività in essere presso la Cascata delle Marmore ed il secondo sugli ex stabilimenti industriali di Papigno, con la bonifica di due edifici e terreni, la sistemazione del sito e la successiva ricollocazione sul mercato dell’intero complesso, per la riqualificazione ai fini turistico ricettivi con mantenimento di alcuni edifici strategici per archeologia industriale (sala Claude). Un ulteriore intervento prevede il recupero ambientale della attuale discarica Ast nei prossimi cinque anni e il Progetto collina verde con la riqualificazione ambientale dell’area (il progetto presentato da Lucia Morselli, insomma: solo che lei aveva detto che se lo sarebbe pagato l’azienda; ndr) la realizzazione di un grande parco fruibile dalla città da ricollegare alla riqualificata area di Papigno attraverso piste ciclabili o mobilità alternativa elettrica». Poi, naturalmente, ci sono «le infrastrutture immateriali: opera prioritaria sarà il completamento della posa in opera della fibra ottica per le reti telematiche e la digitalizzazione delle imprese».

Il Pd La cosa, per il Pd di Terni «rappresenta un tassello fondamentale per porre le basi di nuove prospettive economiche ed occupazionali per la conca ternana. Siamo da tempo convinti che questo strumento potrà dare un contributo fondamentale sia per velocizzare il recupero di quel tessuto industriale che in questi 8 anni di lunga e pesante crisi ha registrato un forte ridimensionamento mettendo in difficoltà anche la tenuta sociale delle famiglie, sia per promuovere una nuova fase di industrializzazione, che si basi anche su interventi infrastrutturali e di rispetto dell’ambiente con un alto contenuto di innovazione e conoscenza nei prodotti e nei processi. Potremo far questo solo se da un lato il Ministero dello Sviluppo Economico approverà ed attuerà questo provvedimento in tempi rapidi e nelle modalità di cui Terni necessita per via delle sue specificità, dall’altro se a livello locale sarà massima l’unità di intenti di istituzioni, mondo produttivo e rappresentanti dei lavoratori. Abbiamo di fronte una grande possibilità per l’area di Terni e Narni che, se colta pienamente superando anche inutili steccati tra forze politiche su un tema così basilare per il futuro, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase di crescita economica ed occupazionale».

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