Assisi, Claudio Ricci sotto attacco

Il consigliere regionale accusato da un altro ex sindaco, Giorgio Bartolini: «Ha chiesto al Comune dei soldi che non gli spettano»

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Claudio Ricci, ex sindaco di Assisi e Giorgio Bartolini, idem, hanno pure governato insieme la città di San Francesco, ma adesso non potrebbero essere, almeno pare, più lontani l’uno dall’altro.

L’articolo Tanto che, con un articolo pubblicato su AssisiOggi, Bartolini sgancia una ‘bomba’ contro Ricci che, scrive Batolini, «ha inviato due letterine al Comune di Assisi, che come consigliere comunale ho potuto visionare. Con la prima lettera, Ricci chiede se per i due mesi di maggio e giugno 2015 – quando ha dovuto “subire” il doppio incarico di sindaco e consigliere regionale, non potendo cumulare le due indennità di carica ed avendo scelto, su consiglio tecnico, quella minore di sindaco, – può “recuperare la differenza”, in modo da percepire l’indennità regionale ben più alta di quella da sindaco. Infatti il compenso da consigliere regionale è di circa 8.000 euro al mese che il nostro intasca regolarmente da mesi».

I rimborsi Con la seconda lettera, scrive ancora Bartolini, «Ricci chiede un parere al nostro Comune. Vuole sapere se gli competono i rimborsi spese dal 2001 al 2015 per i costi che avrebbe sopportato “almeno una volta al giorno (andata e ritorno) fra la sua residenza di Papiano e il Comune di Assisi” quale vice sindaco e poi sindaco. Come sono lontani – ironizza Giorgio Bartolini – i tempi in cui Ricci, che dice di ispirarsi ai valori francescani e veniva definito “un personaggio austero”, affermava di voler portare gli stipendi dei consiglieri regionali a 2.500 euro al mese».

La spiegazione Poi l’ex sindaco fa una ‘lezione’ all’altra ex sindaco: «Per legge, tra i due compensi (sindaco e consigliere regionale) obbligatoriamente dev’essere scelto quello di minore entità e il problema non si pone. Per quanto riguarda invece il rimborso chilometrico, non si capisce bene come una persona che avrebbe dovuto amministrare una città come Assisi non sappia che chiedere un rimborso chilometrico a posteriori per spese sostenute negli ultimi quattordici anni, ed è assolutamente impossibile, perché occorrerebbe essere in grado di dimostrare la necessità e l’effettivo uso dell’auto privata e non dei mezzi pubblici, nonché la sussistenza delle relative autorizzazioni preventive. Insomma – conclude Bartolini – accanto all’ignoranza di profili di ordine schiettamente morale, è legittimo sollevare riserve di carattere puramente tecnico, le quali stupiscono perché riguardano una persona che comunque a nostre spese è incaricata di sorvegliare sul corretto uso delle risorse regionali».

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