Caso distributori, assolta la RistoroH24

Il gup: «Il fatto non sussiste». Per i titolari della società il pm aveva chiesto condanna per frode e assoluzione per turbativa d’asta. L’avvocato Modena: «Ci fu accanimento mediatico»

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Il gup di Perugia Valerio D’Andria ha prosciolto i legali rappresentanti della RistoroH24 (Alberto, Arianna e Alessio Brugnoni), finiti sotto inchiesta due anni fa per turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture, perché il fatto non sussiste.

I fatti

La RistoroH24 aveva partecipato con successo alla gara d’appalto indetta nel 2013 dal Comune di Perugia per la concessione triennale di 171 distributori automatici di bevande e alimenti nei locali comunali. Un’altra azienda, esclusa dalla gara, li aveva denunciati: secondo l’esposto, poi recepito dalla procura, la gara era stata irregolare perché, per parteciparvi, la RistoroH24 aveva preso in prestito dei requisiti tramite dei contratti di avvalimento e, sempre secondo l’accusa, tali contratti erano finti. Anche l’esecuzione del contratto d’appalto era stata ritenuta irregolare dalla Procura per due motivi: perché in base a quei contratti di avvalimento le imprese che avevano prestato i requisiti non erano poi state coinvolte nella esecuzione della gara come invece avrebbero dovuto; perché il rifornimento dei prodotti nei distributori non era stato regolare in virtù del fatto che, a volte, mancavano prodotti particolari (per celiaci, per intolleranti al lattosio, dietetici, equo-solidali).

Rito abbreviato

L’accusa (il pm era Formisano) aveva pertanto chiesto il rinvio a giudizio dei Brugnoni, difesi dagli avvocati Laura Modena e Giampaolo Delli Cicchi, amministrativista del Foro di Roma, che all’udienza preliminare avevano chiesto di procedere con rito abbreviato, condizionato all’escussione di un teste (un alto dirigente del Comune di Perugia). Il Pm aveva chiesto per tutti l’assoluzione per il reato di turbativa d’asta e la condanna a sei mesi per quello di frode nella pubbliche forniture.

Il commento

«Il Gup ha escluso in radice qualsiasi irregolarità. Questa sentenza ristabilisce la verità – ha commentato l’avvocato Laura Modena – all’epoca della chiusura delle indagini preliminari i signori Brugnoni, stimati imprenditori molto noti nel settore della sanità privata convenzionata, sono stati mediaticamente massacrati. Oggi meritano una piena riabilitazione, anche mediatica».

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