Centri antiviolenza: «Pronti 358 mila euro»

Il presidente della Regione Umbria Paparelli interviene dopo le preoccupazioni esposte da Libera….Mente Donna: «Serve però la documentazione dei Comuni»

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«A sostegno delle reti antiviolenza di Perugia, Terni e Orvieto la Regione Umbria ha stanziato nel proprio bilancio 200 mila euro euro di fondi propri, cui si aggiungono i fondi del dipartimento nazionale per le pari opportunità per circa 158 mila euro. Si è in attesa di ricevere dai Comuni la documentazione necessaria alla liquidazione delle risorse che, per quanto è di competenza degli uffici regionali, sarà poi effettuata nei tempi più rapidi possibili». Così il presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, spiega la situazione in merito ai centri antiviolenza dopo la preoccupazione esposta dall’associazione Libera…Mente Donna.

«NON DEVONO CHIUDERE. FINANZIARE SUBITO»

I fondi

Paparelli mette in evidenza di esser «consapevoli delle difficoltà rappresentate dall’associazione Libera…Mente Donna che svolge un ruolo determinante per la tutela e l’aiuto alle donne vittime di violenza o di discriminazione nell’ambito del sistema regionale di contrasto alla violenza di genere che la Regione ha costruito in questi anni, in attuazione della legge regionale di cui ci siamo dotati nel novembre 2016 per assicurare il diritto alla protezione, all’accoglienza, al sostegno e al soccorso alle donne vittime di violenza maschile e ai loro figli minori, in coerenza con le norme e gli indirizzi nazionali ed europei. Proprio per questo la Regione, negli ultimi anni, non ha mai fatto mancare il suo sostegno finanziario alle attività svolte da questa e dalle altre associazioni in prima linea nel contrasto alla violenza di genere e anche per quest’anno siamo pronti a intervenire erogando i fondi già stanziati e già oggetto di riparto. La costituzione dei centri antiviolenza è uno dei cardini del modello a cui abbiamo dato vita, fondato sulla cooperazione tra istituzioni regionali, territoriali e statali e che si realizza attraverso reti territoriali interistituzionali antiviolenza. Un modello finalizzato a strutturare quanto più possibile le fondamentali attività svolte dai centri antiviolenza e dalle case rifugio per fornire servizi specializzati alle vittime di violenza, qualificare ed ampliare il sistema regionale dei servizi, tenendo sempre presente la qualità dei servizi e la sostenibilità organizzativa e finanziaria nel tempo degli interventi».

La suddivisione

Il sistema regionale – aggiunge – di prevenzione e contrasto della violenza di genere «si attua proprio con le reti territoriali istituite e disciplinate con apposite delibere nei mesi scorsi, a gennaio, febbraio e maggio 2019. Le Rrti vengono costituite con appositi Protocolli territoriali individuati a livello delle zone sociali con i Comuni capofila che sono referenti delle reti e interlocutori con la Regione per il finanziamento dei relativi progetti presentati, nei quali sono contenuti i servizi finalizzati alla tutela, protezione e sostegno delle donne vittime di violenza di genere e dei figli vittime di violenza assistita resi in particolare dai centri antiviolenza, dalle case rifugio e da altre strutture dedicate, a cui si vanno ad aggiungere le attività di competenza dei servizi sociali dei Comuni, dei servizi sanitari delle aziende sanitarie e le attività svolte dalle forze dell’ordine. Un sistema complesso – conclude Paparelli – e strutturato per il quale ci sono le condizioni affinché vada a regime per assicurare la stabilità delle attività, la massima attenzione a tutte le questioni sollevate dalle Reti antiviolenza. Si procederà all’erogazione delle risorse rispettivamente nella misura di circa 190 mila euro alla Rete antiviolenza di Perugia, 150 mila euro a quella di Terni e 18mila 500 euro alla rete antiviolenza di Orvieto».

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