Città di Castello ha un nuovo piano regolatore

Il primo dei grandi comuni umbri a dotarsi di questo importante documento. Approvato anche il piano acustico, collegato alla variante del Prg

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Il consiglio comunale di Città di Castello martedì ha approvato il piano regolatore parte operativa con 13 voti favorevoli di Pd, Psi, la Sinistra, gruppo misto ed i voti contrari di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Marcello Rigucci, Tiferno Insieme e Castello Cambia. A seguire è stato approvato anche il piano acustico, collegato alla variante del prg.

«Un documento figlio del tempo che viviamo»

«Il prg è figlio del suo tempo – ha detto – Rosella Cestini, assessore all’Urbanistica – realizzato nel periodo della crisi economica, della trasformazione agricola, del rispetto ambientale. Non è il miglior prg del mondo ma in questo momento ha tenuto conto della pianificazione dei uno dei comuni più estesi di Italia. C’è bisogno di uno studio approfondito su residenza, servizi, mobilità. L’ospedale vecchio è dentro il prg con tutte le sue potenzialità di destinazione. C’è un progetto, la Casa della Salute, con un finanziamento di 9milioni di euro, che ha incontrato l’ostilità delle opposizioni ed è cambiata la guida in Regione. Dobbiamo ritessere la tela. Le zone industriali sono state colpite più di altre zone del territorio e anche in questo Città di Castello è incorsa in un destino non diverso. Invece il comune ha lavorato sulla pianificazione, con PUMS, Piano del Commercio ma si deve considerare la rivoluzione delle modalità di acquisto. La questione della sismicità esula dal piano regolatore».

L’opposizione

«Le 38 osservazioni sul prg e 5 con il Pums – ha detto Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme – avevano uno scopo generalissimo e non di interessi specifici. Non crediamo che come ha detto l’assessore Cestini sia un piano a cemento zero. Potevamo osare di più, premiando il recupero. In molte parti le aree edificatorie potevano essere compattati. In una città che decresce e un’economia in cui continuano a crescere solo le grandi aziende, si poteva tentare il recupero dell’esistente. Non siamo soddisfatti».

Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che «il prg non è funzionale alla crescita del territorio. Le zone industriali non vanno smantellate da una parte, trasformandole in commerciali senza un equilibrio. I cambiamenti a colpi di variante hanno autorizzato grandi contenitori che cozzano contro le indicazioni delle politiche aziendali. Diamo il via ad un sistema già vecchio che tra pochi anni dovrà essere ripensato. Forse quella che viene decantata come una vittoria, contiene già elementi critici».

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