Terni: l’ex ricambi auto si trasforma nella sala della pizzeria. Fantasia ‘green’ da Martino 2

«Abbiamo allargato il locale, cercando di rimanere una ‘luce accesa’ in un quartiere abbandonato»

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di Francesca Torricelli

«Un locale completamente arredato con materiali di recupero. Un’operazione quasi a costo zero per tenere accesa una luce in un quartiere ormai sulla via dell’abbandono». È quanto stanno facendo da circa un anno Leonora Martino e suo marito Carlo che hanno rivoluzionato la ‘Pizzeria da Martino 2’ nel quartiere San Giovanni a Terni.

L’idea

Carlo racconta che «era il 2004 quando con mia moglie, dopo aver appreso il mestiere dal padre di Leonora, il mastro pizzaiolo Antonio Martino, abbiamo aperto la pizzeria per solo asporto e consegne a domicilio. Nel 2023 abbiamo saputo che si liberava il locale accanto al nostro, un negozio di ricambi auto, e abbiamo pensato di acquistarlo per allargare la nostra attività e creare finalmente una sala per permettere ai nostri clienti di consumare sul posto. Mentre lo liberavano ho visto l’intero magazzino e guardando i diversi materiali mi si è accesa la lampadina: «Non buttate niente» gli ho detto, «qualcosa la prendo io e la riutilizzo».

Materiali di recupero

Una volta svuotato tutto, Carlo ha «ristrutturato il locale cercando però di mantenere un po’ l’ambiente com’era, toccando il meno possibile per dargli una connotazione particolare. Due motociclette d’epoca le ho usate come base per i tavoli e con i montanti di vecchi scaffali ho fatto le basi per gli altri. In bagno, per il lavandino, ho usato un copertone di una vecchia ruota e ho appeso dei volanti alle pareti. C’erano poi due porte buttate da una parte, le ho recuperate e ho creato dei tavoli in vetro dove sotto si possono vedere uno stadio e un paese. Ho recuperato anche il vecchio bancone dove vendevano i ricambi e ci ho fatto montare la colonnina delle birre. I lampadari li ho realizzati con dei barattoli del pomodoro e poi ho creato tutte pareti a tema, con delle vecchie foto: c’è quella cinema, quella musica, quella sport. Insomma abbiamo arredato il nostro nuovo locale praticamente a costo zero, ma sopratutto abbiamo recuperato tanto materiale che sarebbe altrimenti finito in discarica».

Una luce accesa in un quartiere abbandonato

Molti clienti dicono a Leonora e Carlo «che siamo una perla in mezzo al nulla e ci chiedono come mai un locale così originale non si sposti in una via più centrale della città. Ci fa tristezza questa cosa, ma ci fa anche ragionare. Molte attività negli anni hanno chiuso o si sono spostate, come ad esempio il forno, l’alimentari, il frutta e verdura, la macelleria, il parrucchiere, perché San Giovanni è sempre più dimenticato. Sono vent’anni che abbiamo la nostra attività in questo quartiere al quale inevitabilmente siamo molto legati, perché dovremmo andarcene anche noi? Perché mollare? Anzi, continuiamo a crederci tanto che lo scorso anno abbiamo deciso di investire e allargarci, creando qualcosa di diverso ed originale, tenendo accesa una luce in quartiere sempre più buio, sperando di essere esempio e incentivo per altri che abbiano la possibilità e la voglia di riaprire qualcosa».


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