Erano finiti nei guai per aver messo in circolazione nel territorio ternano migliaia di euro di banconote false, acquistate da un ignoto ‘intermediario’. Tre gli imputati – al netto delle posizioni già stralciate e giudicate separatamente – uno dei quali, 47enne di Terni, martedì stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione dal collegio del tribunale di Terni, a fronte di una richiesta di tre anni da parte del pm Marco Stramaglia. Assolte altre due persone assistite dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Massimo Proietti. L’indagine era stata condotta dai carabinieri di Collescipoli.
Raggiri in serie L’uomo era accusato, al pari degli altri, di ‘spendita di banconote false’ – soprattutto da 20 e 50 euro – in diversi esercizi, imprese e negozi del territorio: distributori di benzina, pizzerie, tabaccherie e numerose altre situazioni. Fatti che nel 2010 avevano finito per coinvolgere non solo un numero consistente di attività private, ignare dei raggiri, ma anche alcuni soggetti – giovani e non solo – particolarmente interessati a mettere le mani sulle banconote ‘tarocche’per poterle utilizzare. Come il nipote del 47enne condannato che un giorno chiede allo zio quanti soldi falsi gli siano rimasti, perché a lui ne occorrono fra i 6 mila e i 7 mila euro. E lo zio, dopo aver fatto i conti, spiega che «ce ne sono ancora 2.500». Ora per quest’ultimo la prospettiva è quella dell’appello.