Consulta immigrati, addio tra le lacrime

Terni, la presidente Maria Hotico – che aveva parlato di operazioni di boicottaggio – è stata dichiarata decaduta

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di Fra.Tor.

Iniziamo dalla fine. Dalla ormai ex presidente della Consulta comunale per l’integrazione del Comune di Terni, Maria Hotico, che – in lacrime – lascia lo scranno e la sala del consiglio. Dopo una seduta breve quanto agitata.

La seduta L’obiettivo era quello di procedere alla nomina dei membri in surroga – ai sensi dell’articolo 10 del regolamento – di quanti, e tra questi anche la stessa presidente, non avevano più i requisiti di cui erano in possesso quando sono stati eletti. Per questo motivo, mercoledì pomeriggio, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio, aveva convocato l’assemblea della Consulta.

Numero legale Già il fatto che alla convocazione abbiano risposto solo in sette (sui 20 ancora in carica dei 25 eletti) fa capire che l’organismo ha, quanto meno, qualche piccolo problema, ma siccome il numero legale c’era, la seduta ha avuto inizio. Ma i dubbi e le critiche non sono mancati e la discussione si è riaperta.

Maria Hotico

Maria Hotico

Hotico La presidente, Maria Hotico, che aveva già violentemente polemizzato parlando di boicottaggi, ha infatti rilanciato su questioni che sembravano ormai acclarate: «Credo che il regolamento parli chiaro, i criteri per avere diritto al voto all’interno della consulta – ha detto – sono la non cittadinanza italiana e la residenza nel comune di Terni. Non leggiamo che questi criteri siano indispensabili anche per la permanenza. Non possiamo andare ad interpretazione».

Mascio Giuseppe1 Terni

Giuseppe Mascio

Modifica del regolamento Per il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mascio, però, le cose non starebbero proprio così: «Certo, non è scritto esplicitamente, ma credo si capisca che valga in entrambi i casi. Credo – ha replicato – sia giusto modificare il regolamento rendendolo più chiaro. Ma ora è questo e come tale va rispettato».

I requisiti A dargli manforte è intervenuto il segretario generale del Comune, Giuseppe Aronica: «L’articolo 4 del regolamento della Consulta – ha spiegato – indica che può far parte della Consulta la popolazione immigrata residente a Terni, se questi requisiti decadono è esplicito che non si può più far parte della Consulta. Si parla di incompatibilità».

«Regolamento stupido» Questo ha provocato la levata di scudi degli immigrati presenti: «Il regolamento è stupido», hanno protestato, mentre la presidente Hotico ha rincarato la dose: «Non è stupido, ma a favore di chi, quando è stato fatto, non voleva la presenza di questa Consulta». Ma Aronica l’ha stoppata: «Il regolamento non è stupido e non è stato fatto cosi perché qualcuno non voleva la Consulta ma, come tutti gli altri, ha avuto valutazioni  tre anni fa. Oggi con l’esperienza concreta maturata, ha l’opportunità di essere modificato».

Francesca Malafoglia

Francesca Malafoglia

Malafoglia La vice sindaco, Francesca Malafoglia, ha cercato di riportare la discussione sul terreno dei fatti: «Siete un organo di questa amministrazione – ha detto rivolgendosi ai rappresentanti degli immigrati – e stimolo per il consiglio nelle politiche per l’integrazione. Siete stati eletti sulla base di un regolamento. I fattori cambiano e d conseguenza possono essere modificati i regolamenti. Il vostro stesso ruolo è garantito solo dal rispetto delle norme. Garantiamone quindi il rispetto e poi potremmo discutere di tutte le modifiche utili a garantire il mantenimento della Consulta. Produciamole, portiamole in commissione e poi in consiglio. La giunta è a disposizione per fare in modo che tutto avvenga nel più breve tempo possibile».

Epilogo Alla fine di tutto, comunque, quel regolamento tanto contestato ha avuto ragione: chi è diventato cittadino italiano e chi non risiede più nel Comune di Terni non può far parte della Consulta. Quindi Maria Hotico è fuori e adesso toccherà al vice presidente in carica, il marocchino Maarouf Abderrahim, convocare nel più breve tempo possibile una nuova assemblea per eleggere il nuovo presidente, il vice e l’esecutivo.

Le modifiche Alla ‘nuova’ Consulta’ spetterà poi il compito di elaborare le proposte sui punti da correggere e presentarli a commissione e consiglio per la modifica del regolamento. Ma la strada per arrivare ad una conclusione non sembra agevole.

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