‘Smart working’ anche nel mercato del sesso (ma c’è chi continua)

Il coronavirus ha tolto dalle strade gran parte delle prostitute e dei clienti. Alcuni si dedicano alle videochat. Ma tanti altri continuano, mettendo a rischio se stessi e i propri familiari

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di P.C.

Incredibilmente c’è chi continua a lavorare, per strada o in casa, contando su clienti che, evidentemente, riescono ad aggirare i divieti e, col pretesto della spesa contingentata, convincono mogli e fidanzate, evitando anche i controlli delle forze dell’ordine. In tante prostitute ancora lavorano alla vecchia maniera. Ma per la grande maggioranza, il mercato del sesso nelle strade e negli appartamenti delle città umbre si è trasformato. In tante si sono spostate dalla strada agli appartamenti. Molte altre pur lavorando da casa ora offrono i loro servigi, diciamo così, a distanza.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Webcam, videochiamate e numeri a pagamento

La tecnologia è venuta incontro anche alle professioniste del sesso, che ora – a scorrere gli annunci sui principali portali del settore (annunci visibili a tutti, senza alcun tipo di filtro) – in gran parte si vendono a distanza. C’è chi usa la tradizionale webcam, affiancandosi alle tante camgirl che erano già presenti su internet prima dell’emergenza coronavirus; chi si offre per una videochiamata usando le più comuni app per smartphone; chi ancora, puntando sull’inesperienza di qualche novizio, si offre per ‘telefonate bollenti’ con numeri a pagamento (quelli che cominciano con 899). Ma c’è anche chi si offre solo per ‘tenere compagnia’ al telefono ai vecchi clienti, giusto «per non perdere il contatto», sperando che le restrizioni agli spostamenti finiscano presto.

Ma in tante ricevono ancora

Il problema riguarda tutta Italia, per non dire gran parte del mondo. Il settore della prostituzione essendo per gran parte illegale sfugge alla tracciabilità e ai controlli. Ma a giudicare dagli annunci e – addirittura – dalle recensioni (alcuni siti consentono anche questo e alcune recensioni per le escort perugine sono state scritte in piena emergenza coronavirus) l’attività continua. Non che il problema coronavirus sia ignorato. I gestori dei siti, anche per tutelarsi, pubblicizzano sia l’hastag #iorestoacasa sia i servizi di videochat, ma poi a scorrere gli annunci la realtà è diversa. In tante ragazze continuano a ricevere i clienti: cambiano gli annunci, che ora puntano più di prima sulla pulizia personale e degli ambienti. Le cronache raccontano addirittura di ragazze che accolgono clienti col termoscanner.

PROSTITUTE IN UMBRIA PRIMA DEL CORONAVIRUS

Le strade, in compenso, si sono svuotate

Diversa la situazione in strada, dove tutto è più evidente. Non tanto per i controlli quanto per l’assenza di traffico, le ‘strade del sesso’ umbre si sono svuotate. Lo stesso traffico internazionale, essendo di fatto chiuse le frontiere è molto più complesso di un tempo: quella parte di tratta che passava per vie palesi mascherando i viaggi delle ragazze con motivazioni di studio o lavoro ora si è interrotta. E al tempo stesso è più difficile lo spostamento interno alla penisola (la gran parte delle escort gira in ‘tour’, cambiando località con cadenza settimanale o bisettimanale). Resta comunque la sensazione di un mercato tuttora attivo che, oltre agli aspetti morali, oltre ai reati finanziari e penali, ora costituisce anche un seriio problema dal punto di vista sanitario; un potenziale veicolo di contagio che le autorità al momento sembrano ignorare.

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