Covid, in arrivo altri 15 mila test sierologici

Dibattito in consiglio regionale. Tesei: «Siamo regione benchmark per gestione». I numeri sui tamponi agli operatori sanitari. Paparelli: «Non vi chiudete in autoreferenzialità»

Condividi questo articolo su

Emergenza covid-19 al centro dell’attenzione giovedì mattina nel corso del primo consiglio regionale telematico. Il dibattito si è sviluppato su più tematiche: gestione, test sierologici, economia, ‘fase 2’, aspetto sanitario e criticità. Al termine c’è stata la votazione della risoluzione proposta dai gruppi della maggioranza: approvata con 12 sì (Lega, FdI, Tesei per l’Umbria), 5 no (Pd) e 3 astenuti (M5S, Patto civico per l’Umbria e Misto). Bocciate le quattro indicazioni presentate in forma unitaria dalle minoranze su welfare, istruzione, formazione, sostenibilità ambientale, riorganizzazione dei servizi ed interventi per economia e lavoro.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

La relazione della Tesei

La presidente della Regione ha aperto i lavori con una lunga relazione: «Come sapete, l’Umbria è stata dichiarata regione benchmark italiana per la gestione dell’emergenza covid, a fronte di un tasso di contagi simile a quello di regioni come il Friuli, nonostante le vicine Marche abbiano invece numeri negativi importanti. La media decessi è stata del 4,5% a fronte della media italiana molto più alta, al 13,4. Abbiamo il 68% di guariti contro il 29 della media nazionale. Nella prima fase dell’emergenza le nostre azioni forti sono state: la costituzione di pre-triage davanti a pronto soccorso; gli isolamenti domiciliari precauzionali, con picchi fino a 5mila persone; l’individuazione di reparti e di ospedali covid dedicati; l’incremento delle terapie intensive; sulle case di riposo, grazie a donatori privati e alla Prociv, sono stati forniti dispositivi di sicurezza individuali per tutti i settori della sanità; individuate due zone rosse; ci siamo avvalsi della collaborazione con l’università e con le prefetture e della qualità e dell’impegno eroico di tutto il personale della sanità; ci siamo potuti avvalere anche della collaborazione e della serietà dei cittadini umbri, nel rispetto di regole e ordinanze. Tutto questo ha consentito il contenimento del virus. Questa fase non è finita, dobbiamo attenerci tutti alle disposizioni che saranno emanate dal governo nazionale. In questo momento, in cui dobbiamo iniziare la fase 2, sia per quanto riguarda gli aspetti sanitari che la circolazione persone e i risvolti dell’aspetto economico, siamo stati parte attiva nella creazione di un percorso attraverso il tavolo delle Regioni, oggi pomeriggio nuovamente convocato per avere le linee guida nazionali per la fase 2, che non possono che essere affrontate a livello nazionale pur con specificità regionali. È importante verificare quali saranno le misure a livello nazionale. Dipende innanzitutto dalla mobilità e dai trasporti pubblici. C’è necessità di continuare con il distanziamento individuale, di contingentare le presenze, quindi serviranno più corse. Altro tema le disposizioni sulle scuole: se aprono le attività economiche con chi restano i minori? Su questo siamo in attesa di provvedimenti e linee guida dal governo».

Sanità, imprese, economia

Tre gli asset – ha proseguito la Tesei – presi in considerazione: «La sanità, l’organizzazione con prefetto e rettore di linee guida per la sicurezza nella riapertura graduale delle imprese, misure economiche per la ripartenza delle imprese. Sanità: abbiamo pensato di proseguire con test rapidi e tamponi per avere sotto controllo la popolazione, utilizzo maggiore possibile dei dati raccolti, potenziamento dei presidi territoriali e di medicina del territorio, già operativi con le cure precoci per malati a domicilio e 150 posti di terapia intensiva, quindi nuovo piano ospedali per la fase 2. Non possiamo abbassare la guardia, gli scienziati ci dicono che le riaperture potrebbero comportare un nuovo aumento dei positivi e c’è chi sostiene che a ottobre potrebbe verificarsi una nuova diffusione del contagio. Aspettiamo il vaccino ma non possiamo farci trovare impreparati. Fatto l’accordo con la sanità privata per dare risposte e smaltire quello che era programmato e che non si è potuto eseguire, a parte le urgenze, con un accordo molto equilibrato. Stiamo per raggiungere accordo per corrispondere una indennità ai sanitari per lo sforzo effettuato e che faranno per fronteggiare l’emergenza covid. L’ospedale da campo era indispensabile perché parte integrante di un vero piano pandemico operativo, con posti letto in terapia intensiva e sala operatoria. Qualsiasi evento catastrofico se ne avvarrà. La Banca d’Italia si è complimentata per la celerità con cui il progetto è stato presentato. Abbiamo una operatività in 24 ore, con la tecnologia più alta. Speriamo non debba servire. Dispositivi di protezione individuale: il governo deve dare spiegazioni e far capire cosa proporrà, noi ci stiamo preparando».

Mascherine, turismo e ricostruzione

Focus in particolar modo sulle attività: «Durissimo – ha proseguito – è il colpo della crisi per l’Umbria, sono stati impostati due assi: la riapertura graduale e condizionata delle imprese. Si dovranno dotare di mascherine, guanti in nitrile come dispositivo minimo, salvo alcuni casi con dispositivi superiori. Test sierologici: alcune aziende già riaperte li stanno applicando ai propri dipendenti, i test costano 15 euro, con possibilità di farli ai dipendenti e ripeterli dopo 15 giorni e con comunicazione all’Asl per l’eventuale isolamento domiciliare, in attesa di tampone rinofaringeo. Controllo della Temperatura in ingresso e uscita dal luogo di lavoro: se sopra 37,5 gradi non si entra e si torna a casa per fare accertamenti. C’è l’accordo sindacale per la riapertura delle aziende. Servono le linee guida del governo per la circolazione in auto, per i cantieri che possono partire prima di altri, su come gestire la chiusura scuole e il problema dei bambini se i genitori ripartono con il lavoro. Campi estivi, gestione mense per chi vi lavora. Sul tema assembramenti e servizi alla persona deve pronunciarsi il governo. Non si può lasciare che alcune regioni agiscano in un modo e altre no. Il governo dica come si riapre, prima ancora di quando. Ripartenza delle imprese: la Regione metterà 36 milioni reali più le misure dedicate all’agricoltura attraverso la rimodulazione e la semplificazione dell’utilizzo delle risorse Psr con bandi dedicati. Un altro su turismo e ricostruzione. Turismo: risorse importanti sono state previste per la promozione e i nostri dati sul contagio descrivono l’Umbria come terra salubre, agevolando la nostra ripartenza, con ampi spazi, molto verde, strutture ricettive che si stanno organizzando e possibilità di disposizione dei nostri beni culturali in modo da evitare assembramenti. Sono molte le nostre eccellenze che attraverso questo messaggio chiaro possono farci ripartire con più tranquillità. Ricostruzione:  un’interlocuzione molto diretta con il commissario Legnini. Prevista la semplificazione e riapertura dei cantieri. Ripartenza quindi anche economica. Dopo la prima fase inizia una seconda fase con altri 35 miloni reali per imprese e misure settoriali, ipotizzabile a fine maggio, poi a luglio assestamento di bilancio con altri 10milioni reali per imprese e settori. La prima misura è la garanzia di completamento a sostegno della liquidità del Dl 2 del governo. Le imprese lamentano procedure lunghe: si passa attraverso le banche e purtroppo, nonostante le iniziative pensate in momento di emergrnza, il vaglio delle banche segue criteri ordinari di accesso al credito. Molte aziende non possono avere sostegno così, ci stiamo lavorando. Altra misura la patrimonializzazione delle imprese, quelle fino a un massimo di 250mila euro al 50% con gli imprenditori, che quindi potranno intervenire sulla patrimonializzazione, poi il prestito di liquidità con fondo perduto al 50% per le piccole aziende, che sono molte. Altra misura il bando fino a 15mila euro per la digitalizzazione delle imprese: si è vista l’importanza di ciò in questi momenti. Molti hanno potuto lavorare da casa, ci si deve puntare, la ripartenza sarà più veloce affronteremo meglio le sfide future. Ancora per il turismo: risorse da voucher per chi verrà in vacanza in Umbria e promozione turistica efficace che descriva, come dicevo prima, le peculiarità della nostra regione. Altro tema è quello della previsione del governo su come realizzare grandi eventi o manifestazioni che caratterizzavano il periodo primavera-ottobre, motivo di aggregazione e numeri importanti. Sembra che questi eventi avranno difficoltà notevoli perché bisogna evitare gli assembramenti e i tempi non sembra saranno brevi. La nostra attenzione va all’alberghiero e alla ristorazione, che mal si conciliano con il richiesto distanziamento sociale. I piccoli esercizi avranno problemi, sto sostenendo la necessità dell’autorizzazione non solo alla consegna domiciliare ma anche dell’asporto, che potrebbe essere una prima risposta a questo settore. L’emergenza sanitaria è molto forte ma adesso ascoltiamo il grido di dolore di tutte le aziende chiuse, del commercio che da due mesi è senza lavoro, senza introiti e con sulle spalle i normali pagamenti di fornitori e dipendenti, nonostante l’accesso alla cassa integrazione. Vorremmo riuscire a sostenerli com’è giusto che sia».

Coletto: il riepilogo

Poi è stato l’assessore alla sanità Luca Coletto a fare il punto della situazione: «Abbiamo puntato fin da subito all’isolamento delle persone infette e al ricovero in ospedale solo per i casi in cui c’era effettiva necessità. Abbiamo potuto così proteggere ospedali e rsa, carceri e caserme. La strategia adottata si è basata sull’isolamento tempestivo sui positivi per limitare i contagi, dando precise indicazioni alla popolazione di restare a casa in caso di sintomi dubbi, evitando di recarsi autonomamente nelle strutture sanitarie, contattando invece il numero verde. Nei pronto soccorsi sono state create tende e container, con la possibilità di fare tamponi in auto, senza rischiare eventuali contagi. Negli ospedali abbiamo separato nettamente i percorsi tra pazienti Covid e non Covid. Il personale è stato formato sulle tematiche della sicurezza e su temi specifici connessi. Mettendo a confronto i nostri dati con quelli delle altre Regioni abbiamo visto che i dati hanno avuto un andamento costantemente migliore della media italiana per tutti i principali indicatori. Il primo caso registrato in Umbria è stato il 28 febbraio. Da quando è stata dichiarata la pandemia c’è stato un forte aumento dei decessi, arrivati in Italia ad oltre 24 mila. In Umbria ad oggi sono 61. La curva epidemica dei casi positivi totali è in leggera crescita ma dall’8 aprile si è stabilizzata. I positivi sono scesi da 1.125 a 548 mentre in terapia intensiva ci sono 22 pazienti. Gli isolamenti domiciliari sono scesi da 4.482 a 1.375. L’indice di letalità, ossia il rapporto tra deceduti e il totale dei contagiati, in Umbria è al 4%, uno dei dati più bassi del Paese. Sono stati formati oltre 4.700 operatori delle aziende sanitarie e ospedaliere sulle procedure connesse alla gestione del Coronavirus. Negli ospedali della nostra regione sono stati distribuiti 87 ventilatori distribuiti tra Terni, Perugia, Città di Castello, Pantalla, Branca, Foligno, Orvieto, Spoleto. In totale abbiamo 64 ventilatori per intensiva, 20 per subintensiva e 3 da trasporto in più. I ventilatori richiesti il 20 marzo sono stati consegnati progressivamente, gli ultimi 5 lo scorso 21 aprile. Nelle Usca operano 57 medici di continuità assistenziale. Fino ad oggi sono stati presi in carico oltre 330 pazienti. Dal 19 marzo le aziende sanitarie e ospedaliere hanno attivato linee telefoniche di supporto psicologico, per limitare ansie e paure. Ad oggi sono attivi 5 laboratori che analizzano i tamponi. Fin dall’inizio è stata l’Azienda ospedaliera di Perugia ad acquistare i tamponi per poi distribuirli alle altre aziende poi sono state abilitare anche altre aziende. In totale sono stati acquistati oltre 39mila tamponi per circa 115mila euro. Altri 12.200 ne sono stati forniti dalla Protezione civile nazionale».

Le ‘zone rosse’ e i test sierologici

Si passa ad un’altra tematica: «Sono state individuate – le parole di Coletto – due ‘zone rosse’, a Pozzo e Giove, per isolare le zone ad alto contagio. I risultati a Pozzo ci sono stati mentre a Giove sono in fase di verifica. Ai circa 14mila operatori del sistema sanitario regionale sono stati effettuati 4.456 tamponi, di questi 155 sono risultati infetti (1,2% ). In totale sono stati distribuiti 13 mila 500 test sierologici alle aziende sanitarie, sono in arrivo ulteriori 15 mila pezzi. Per quanto riguarda la Plasmaterapia, la Regione Umbria parteciperà ad uno studio multicentrico per lavorare sul plasma iperimmune che potrà essere utilizzato per curare i malati di Covid. Attualmente ci sono 155 operatori positivi in isolamento. L’ospedale da campo è stato scelto per le sue caratteristiche di struttura mobile, impiantabile nella sede idonea in relazione ad eventuali eventi catastrofali. I risultati che abbiamo ottenuto sono merito di tutti gli operatori sanitari ma soprattutto degli Umbri che hanno saputo rispettare le regole del Governo centrale e delle delibere regionali. Abbiamo contenuto il contagio anche se ci sono state perdite soprattutto tra gli anziani».

Paparelli: «Maggioranza non si chiuda in autoreferenzialità»

A prendere la parola è stato poi il portavoce delle opposizioni, il consigliere Dem Fabio Paparelli: «Serve una cabina di regia con tutte le forze politiche per fare insieme un piano per la ripresa economica. Facciamo dell’autonomia dell’Umbria un valore perché insieme possiamo contribuire alla ripresa. L’Umbria ha bisogno di unità istituzionale in un momento così drammatico. La maggioranza non si chiuda nell’autosufficienza e nell’autoreferenzialità. La nostra disponibilità nel perseguire l’unità è intatta, malgrado il vostro atteggiamento di chiusura. Serve un’inversione di clima affinché l’Assemblea regionale possa svolgere davvero una funzione collettiva e unitaria per il bene degli umbri. Abbiamo presentato proposte che vi chiediamo di valutare. Va fatto qualcosa in più sulla liquidità delle aziende per fornire reddito a famiglie e lavoratori. Auspico un bando fondi Fesr dedicato alle imprese che vogliono effettuare una riconversione industriale per dispositivi sanitari per il fabbisogno regionale; l’acquisto di tablet e pc da dare in comodato a scuole e famiglie; bene i voucher turismo, ma pensiamo anche al turismo endoregionale. Dobbiamo riconvertire strutture, come l’ex Milizia a Terni, per ospedali solo covid. Acceleriamo il completamento del programma per la fibra ottica alle imprese che è fondamentale per la ripresa. Vi invito ad adottare il piano sanitario regionale perché significa valorizzare la territorializzazione della sanità pubblica. Chiediamo un piano per la digitalizzazione delle imprese, 500mila euro sono pochi; garantiamo l’anticipo della cassa integrazione a tutti gli umbri. C’è poi da pensare al tema dell’isolamento in strutture ad hoc nell’eventualità di un’altra ondata di contagi in autunno. Siamo contenti di vivere in una regione in cui il numero contagi finora è stato basso. Ma in un’ottica costruttiva evidenzieremo criticità e mancanze per migliorare sia la gestione sanitaria che la mancanza di un vero e proprio piano strategico per la ripresa. Non comprendiamo l’atteggiamento tenuto nei confronti della minoranza consiliare che voleva collaborare. La presidente Tesei ha considerato superfluo il lavoro di questa aula : i vostri programmi sono prima illustrati alla stampa. Da oltre un mese avete risposto a zero interrogazioni, a zero lettere della minoranza, a zero appelli per la richiesta di tavolo congiunto. Vi eravate impegnati, anche con una risoluzione approvata all’unanimità dall’aula, a tenere costantemente aggiornato l’assemblea con conferenze dei capigruppo settimanali. Ma ciò non è avvenuto. In questo modo si impedisce ai consiglieri di espletare il proprio mandato. Ma noi continuiamo a fare la nostra parte, non negando le criticità. Per i buoni risultati ottenuti nell’emergenza la maggior parte del merito va al sistema sanitario regionale che nel corso degli anni siamo riusciti a costruire con una forte rete territoriale. Lo stesso sistema sanitario che avete usato come grimaldello in campagna elettorale. Un modello di sanità pubblica universalistica, benchmark da sette anni. Un grazie ai cittadini che hanno rispetto le prescrizioni, e al mondo del volontariato e dell’associazionismo. Ma dobbiamo trarre insegnamenti dagli errori. Il Governo il 22 gennaio ha emanato lo stato di emergenza e il primo caso umbro è di fine febbraio: in quei 40 giorni potevano fare di più, soprattutto per l’acquisto dei dispositivi di protezione. Ma anche nel piano ospedali, con il clamoroso errore di individuare quello di Branca per il covid pur essendo il centro per la fibrosi cistica. Anche il coinvolgimento dell’ospedale di Orvieto andava evitato. Come pure la polemica inutile sui ventilatori contro il Governo. Vi segnalo che a Terni negli ultimi giorni ci sono stati tre casi di pazienti provenienti dalla zona rossa di Giove a cui non sono stati fatti tamponi prima di essere ricoverati».

Fallimento test rapidi

Paparelli attacca anche su altri argomenti: «Mancano procedure e protocolli uniformi. Inutile poi mascherare il fallimento dei test rapidi acquistati, che poi si sono dimostrati meno sensibili di quanto chiesto dal Governo. Un acquisto utile ad aiutare il bilancio di due aziende umbre con amministratori di cui si conoscono le simpatie. Altro errore l’ospedale da campo, che non ci aiuterà. Servono ospedali covid. Vi prego di prendere in considerazione la nostra proposta di utilizzo dell’ex Milizia di Terni. Per quanto riguarda la ripresa economica: in questi 36milioni di euro che avete annunciato ci sono fondi Fesr già dedicati alle imprese, fondi derivati dall’avanzo vincolato che noi già in sede di bilancio vi avevamo invitato a utilizzare. Avete implementato provvedimenti del Governo che ritenevate insufficienti, come il programma ‘Umbria innova’ e la partecipazione al capitale di rischio. Per le imprese oggi l’imperatuvo è sopravvivere per non chiudere. La previsione di solo un milione per l’anticipo della cassa integrazione in deroga non è sufficiente. Sul turismo: è un errore non menzionare da mesi uno strumento previsto dal testo unico come il masterplan triennale che sostituisce il piano annuale di promozione turistica. Una mancanza di visione strategica di fondo. Trasferire dalla Regione ai comuni l’onere di predisporre il prodotto turistico è un errore che ci fa tornare indietro di anni. Lo slittamento di 2 mesi del bollo auto, non cambierà la vita di umbri. Serve fare di più su sanità, su diritto allo studio.Il governo sta riuscendo a gestire l’emergenza in maniera dignitosa. L’Europa ha attivato la clausola di sospensione del patto di stabilità; in queste ore il parlamento europeo ha votato la modifica del regolamento dei fondi strutturali per garantirne maggiore possibilità di utilizzo, ma anche la sospensione dell’obbligo di cofinanziare, così come la semplificazione degli oneri amministrativi, la possibilità per gli Stati membri di aver piena flessibilità che consente ulteriori modifiche al Fesr per fornire sostegno alle imprese in difficoltà. Dobbiamo tenerne conto. Modifiche importanti perché la politica di coesione europea può svolgere un ruolo fondamentale per combattere l’impatto del coronavirus. Serve una strategia – ha concluso – di riprogrammazione per l’utilizzo dei fondi».

Pace e Fora

L’esponente di FdI ha in primis risposto a Paparelli: «Passaggi calunniosi e mistificazione della realtà. Da terra degli scandali, con la precedente maggioranza, oggi siamo tornati ad essere un modello sanitario grazie alle misure di contenimento attuate dalla giunta regionale. Un ringraziamento va a tutti gli operatori sanitari in prima linea, al personale medico e paramedico. Un plauso a chi ha assicurato i servizi essenziali, alle forze dell’ordine, al mondo del volontariato. Grazie a tutti coloro che hanno fatto funzionare la macchina regionale. Alla giunta chiediamo di continuare nella valorizzazione del progetto di sanità integrata fra aziende ospedaliere e Asl territoriali». Poi la replica del consigliere Pd: «Ho espresso due valutazioni politiche. La prima che i test rapidi non servono a nulla e che l’acquisto è stato sbagliato; la seconda, è un dato oggettivo che le aziende committenti ne siano state felici così come i loro amministratori; terzo che le simpatie degli amministratori sono documentate e documentabili. Quindi le presunte calunnie ed allusioni vengono rispedite al mittente». Spazio poi ad Andrea Fora: «Serviva un lavoro più partecipato e più strategico che avrebbe favorito una maggiore coesione. Chiediamo alla giunta regionale di adottare un piano di intervento sull’emergenza welfare. Oggi ci sono priorità che riguardano il settore economico e sociale. Le misure economiche presentate vanno nella giusta direzione, ma bisogna pensare approfonditamente anche all’emergenza sociale ed educativa. In Umbria si registra una crescita della povertà assoluta dalla quale emerge una situazione di alta vulnerabilità».

Tommaso Bori

De Luca e Bori

Il consigliere M5S ha messo nel mirino una questione: «Come presidente del Comitato di controllo ritengo sia doveroso indagare sull’ospedale da campo. I test sierologici hanno la loro funzione ma il governo ha chiesto specificità del 95% e attendibilità del 90. Da quello che è emerso in terza commissione nell’audizione del direttore della sanità umbra, sono stati acquistati test per 292 mila euro, 15mila pezzi a 16 euro senza alcun bando. Il nostro ordinamento prevede che in situazioni di urgenza queste tipologia di affidamento diretto possa essere fatta solo ed esclusivamente per un’opera d’arte, in caso di totale ed esclusiva proprietà intellettuale o per assenza di concorrenza su quel prodotto. La Toscana e altri hanno proceduto in maniera diversa. Verificheremo se c’era solo un produttore, perché è stata fatta una solarichiesta di preventivo. Occorre fare luce su questi temi. L’ospedale da campo ha 24 posti. I costi sono imparagonabili con investimenti da fare su strutture chiuse. Occorre ritenere come paradigma indispensabile della fase 2 una conversione ecologica dell’economia a partire da un radicale mutamento nella produzione e negli usi dell’energia. Attivarsi immediatamente per la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale». Tommaso Bori (Pd): «Abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare ma non c’è stato nessun contatto né con la presidente né con gli assessori, c’è stato solo il Consiglio regionale come momento di incontro. Noi abbiamo offerto una collaborazione leale con le proposte, ma non posso far finta di nulla. Grazie ai 12mila operatori sanitari e a tutti i cittadini umbri sono stati conseguiti grandi risultati. I dipartimenti di prevenzione vanno potenziati, i centri di diagnostica anche; sono stati acquistati 15mila test sierologici con l’obiettivo di utilizzarli per la diagnostica, prima a 27 euro e poi li si è acquistati a 16. Altre Regioni sono vicine ad 8 euro. Questo tema sarà portato in commissione controllo e garanzia. Chiediamo il rafforzamento dei presidi del territorio; assumere precari, aumentare il numero degli operatori saitari tutti, compresi tecnici, biologi e farmacisti. La giunta riconosca l’impegno dei sanitari e ci metta risorse proprie. Chiediamo strutture apposite per realizzare un reale ed efficace distanziamento. Le liste d’attesa vanno smaltite e le unità di cura domiciliare non sono ancora attive».

Bianconi e Pastorelli

Vincenzo Bianconi (Misto) ha chiesto «provvedimenti che siano concertati in un apposito tavolo regionale, al quale siedano tutti i rappresentanti delle varie categorie e anche i capigruppo politici di questa assemblea. Serve anche il confronto con il sistema di credito. La nostra risoluzione chiede di attivare interventi a fondo perduto in conto interessi per i settori che vengono definiti più colpiti dalla crisi nel medio periodo, con contributo fino a un massimo del 2 per cento per muti concessi dalle banche a 6 anni; aumentare il numero di addetti ai pagamenti della Regione; sbloccare tutti gli investimenti pubblici sul territorio regionale; ridurre temporaneamente l’imposta regionale sulle attività produttive e poi bolli e tasse regionali a beneficio delle categorie più colpite. Realizzare un fondo di emergenza liquidtà per le piccole imprese e attivare il grande indotto economico del settore dell’edilizia. Infine attivare un contributo per il lavoro per quelle aziende che avranno il coraggio di riaprire in settori stravolti dal covid». A seguire è intervento Stefano Pastorelli (Lega): «La fase 2 sarà molto delicata. Dovremo riaprire ma facendo rispettare le regole, dando il buon esempio per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. Ringrazio la presidente Tesei per come si è imposta a Roma col fine di far prevalere gli interessi dei cittadini umbri. Sarebbe importante procedere alla demateralizzazione delle ricette mediche. Individueremo sistemi per immettere liquidità immediata. Faremo uno sforzo per sostenere le attività ristorative e il turismo».

Porzi, Nicchi e Bettarelli 

Donatella Porzi (Pd) ha fatto presente che «servirebbe un confronto più costante e continuo tra i consiglieri regionali e la giunta. Se la scuola ripartirà a settembre, la programmazione deve partire ora: non possiamo aspettare le iniziative del governo. Ci troveremo ad affrontare problemi legati all’edilizia scolastica, alla densità delle aule (troppo affollate per garantire le distanze di sicurezza), serviranno turnazioni e più personale, trasporti rimodulati, dispositivi di sicurezza adatti ai bambini, pulizie più approfondite». Quindi Daniele Nicchi (Lega): «Bene l’emergenza sanitaria, ora serve far ripartire l’economia e i provvedimenti della giunta vanno in questa direzione. Con la fase 2 serve alzare la produttività e fare un balzo in avanti; il successo nell’affrontare la crisi sanitaria non è né di destra né di sinistra, ma è di tutti noi umbri». Per Michele Bettarelli (Pd) «nessuno dei consiglieri ha mai pensato di essere scontento degli ottimi risultati rispetto ai contagi registrati in Umbria. La nostra è stata e sarà un’attività di proposta e di stimolo per garantire il meglio all’Umbria e agli umbri. Il nostro spirito è collaborativo e propositvo, chiediamo però di essere messi nella condizione di poter svolgere al meglio il nostro lavoro».

Rondini e Meloni

Eugenio Rondini (Lega) ha voluto evidenziare che «la politica ha dato importanti risposte alle esigenze dei cittadini, anche se a volte non sono risultate condivisibili da tutte le forze politiche». Prima delle dichiarazioni di voto si è espressa anche Simona Meloni (Pd): «Abbiamo portato proposte e chiesto una cabina di regia che non c’è mai stata. La collaborazione l’abbiamo sempre offerta in maniera responsabile e seria. Gli incentivi economici annunciati dalla giunta sono apprezzabili. Ci sono temi trasversali e mi spiace quando vengono fuori polemiche sterili, inutili e dannose che sviliscono l’istituzione che noi
rappresentiamo. Grazie a tutti gli operatori sanitari, agli amministratori locali che stanno in trincea, ma anche a tutti agli umbri».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli