Covid, via a ricerca positivi con test rapidi

Prima fase con focus su residenze per anziani e comunità residenziali sanitarie. Saranno svolti anche su lavoratori sintomatici dei servizi essenziali

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«Al momento la Regione ha messo a disposizione 5 mila test immunologici e nel giro di una settimana il numero dovrebbe arrivare a 10 mila, mentre per la metà di aprile dovrebbero arrivare 15 mila kit per effettuare il test molecolare rapido». Così l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, annuncia l’avvio della strategia per il contenimento della diffusione del Covid-19: da lunedì saranno sottoposti al test tutte le persone che arrivano ai pronto soccorso degli ospedali e tutti i ricoverati nelle ‘aree grigie’, ovvero quei soggetti per i quali non è stata ancora riscontrata la positività attraverso il tampone. A questi si aggiungono gli abitanti di quelle zone dell’Umbria in cui è stata verificata una concentrazione di casi positivi.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Lo sviluppo

Per ora, nella fase iniziale, la rilevazione della positività – viene spiegato –  «al virus attraverso il test rapido andrà in parallelo con il test utilizzato sinora (tampone) che richiede una metodica laboriosa con un grande impegno di strumentazione e tempi lunghi di attesa. Questa modalità d’intervento sarà estesa sul territorio cercando di contenere l’epidemia nei luoghi particolarmente sensibili, a partire dalle residenze per anziani e dalle comunità residenziali sanitarie, sociali e religiose in modo da intercettare rapidamente i casi asintomatici o con pochi sintomi che possono diffondere il virus e contenere così efficacemente il contagio».

UMBRIA A ‘CACCIA’ DI POSITIVI

I lavoratori sintomatici dei servizi essenziali

La strategia si svilupperà in un periodo che va dalle quattro alle sei settimane perché sarà estesa a tutto il territorio e «si è in attesa anche dei test molecolari; prevede un ampliamento del campo di indagine effettuando il test a tutti i soggetti comunque esposti a contagio che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di covid-19, ai dipendenti del sistema sanitario regionale che lavorano in strutture ospedaliere dedicate totalmente o parzialmente alla gestione dei casi, a coloro che lavorano nelle strutture di pronto soccorso o di 118. Saranno effettuati i test anche nelle strutture territoriali, le strutture sanitarie e socio-sanitarie, ai medici, farmacisti, operatori sintomatici che operano nelle strutture socio-sanitarie e sociali, lavoratori sintomatici dei ‘servizi essenziali’, con priorità verso quelli con maggiore contatto con la popolazione generale: tra questi vigili del fuoco, forze dell’ordine, agenti di polizia penitenziaria, volontari della Protezione civile, addetti alle casse dei centri commerciali».

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