Banca popolare Bari, timori ad Orvieto

Tocca da vicino anche il territorio orvietano la crisi della Banca popolare di Bari, commissariata dalla Banca d’Italia e ‘salvata’ da un provvedimento del Governo: l’istituto di credito è infatti proprietaria della quota di controllo della Cassa di risparmio di Orvieto. Sulla questione intervengono il sindaco di Parrano, Valentino Filippetti, e la Fisac Cgil dell’Umbria.

La richiesta di incontro

Secondo il primo la vicenda della banca pugliese avrà «gravi riflessi» anche sul territorio, per questo Filippetti ha chiesto ufficialmente al sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, la convocazione di una riunione dei sindaci dell’area interna e dei parlamentari umbri per parlare del commissariamento della banca. «Da una parte – sostiene Filippetti – è necessario un intervento urgente e diretto del governo a tutela degli azionisti e dei risparmiatori, dall’altro occorre invece capire le responsabilità di chi ha condotto un istituto così importante in questa situazione». Anche il sindacato non nasconde la sua «forte preoccupazione per le sorti di quella che è rimasta una delle ultime aziende di credito con autonomia giuridica della regione Umbria». «La Cassa di risparmio di Orvieto – si legge in una nota – è una banca sana, con ratios patrimoniali di sicura solidità e per questo non è stata oggetto di un provvedimento analogo a quello adottato nei confronti della banca pugliese».

Il sindacato: «Preservare il valore di Cro»

La Fisac Cgil auspica che «la gestione commissariale della capogruppo punti a preservare il valore della cassa umbra e soprattutto a garantire i livelli occupazionali ed i servizi al territorio» e che «qualora anche la gestione commissariale dovesse proseguire nelle trattative per la vendita a terzi della quota di controllo di Cro detenuta da Bpb, si punti non solo alla massimizzazione del ritorno economico-patrimoniale per la controllante, ma anche alla ricerca di un partner industriale che sappia tutelare i sopracitati livelli occupazionali ed il livello dei servizi al territorio, offrendo altresì prospettive di sviluppo sostenibile del business». Il sindacato sollecita infine le istituzioni della regione e tutti gli organi politici regionali a vigilare «affinché non si depauperino ulteriormente i centri decisionali nell’erogazione del credito presenti in regione».

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