Dup Terni, partecipate e servizi pubblici: reinternalizzazione nel mirino

In arrivo la versione definitiva del primo Documento unico di programmazione ‘bandecchiano’. «Continuano a dismettere generando difficoltà economiche»

Condividi questo articolo su

di S.F.

«Valutazione caso per caso dell’opportunità di reinternalizzare i servizi pubblici affidati agli organismi partecipati dall’Ente, a cura di ciascuna direzione competente ratione materiae, tenuto conto dell’andamento di ognuno di essi in termini di efficienza, efficacia ed economicità, nonché dei principi di sana gestione riferiti all’attività sia del Comune socio sia della partecipazione societaria». È uno dei passaggi contenuti nella bozza – il documento definitivo è previsto ad ottobre – della versione aggiornata del Documento unico di programmazione 2023/2025 di palazzo Spada, pubblicato nell’ambito dell’approvazione del bilancio tecnico 2024/2026: il mirino è sulla privatizzazione dei servizi.

L’assessore Bordoni

Il tema esternalizzazione

Non è una novità assoluta la questione. Fatto sta che ora viene inserita formalmente nel primo Dup ‘bandecchiano’ rispetto a quello già deliberato dalla giunta Latini nei primi mesi del 2023. In questo caso l’aggiunta riguarda le partecipate dell’ente e la ricognizione generale, con premessa che parte da lontano: «Con particolare riferimento – il testo aggiunto nel Dup – ai servizi pubblici resi alla cittadinanza, va tenuto conto del fatto che, a partire dagli anni ’80, l’Ente ha attuato un sistematico piano di esternalizzazione e privatizzazione dei suddetti servizi a imprese private e cooperative sociali, allo scopo dichiarato di contenere i costi per l’amministrazione locale e con l’auspicio di un innalzamento della qualità dei servizi stessi».

Il risultato che non piace

Bene, quindi? Nel documento viene specificato che «i risultati ottenuti non sono stati sempre soddisfacenti, atteso che la qualità dei servizi resi alla comunità è andata diminuendo ed i costi di gestione e delle tariffe sono aumentati. Alcuni dei citati servizi pubblici di interesse generale, peraltro, sono svolti da organismi partecipati dall’ente, i quali continuano a dismettere i servizi stessi generando difficoltà economiche nei confronti delle stesse cooperative e imprese outsourcer». Di conseguenza l’intenzione dichiarata nel documento è quella di «invertire la politica di esternalizzazione e di valutare, a cura di ciascuna direzione competente ratione materiae, una reinternalizzazione dei servizi pubblici laddove sia certificato che le privatizzazioni non abbiano portato benefici dal lato della qualità del servizio offerto o delle tariffe applicate». Vedremo se sarà sviluppato in concreto.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli