Elettrocarbonium: «Cacciare Monachino»

Narni, i lavoratori mercoledì pomeriggio hanno invaso i binari della stazione per 20 minuti. Il sindaco De Rebotti: «Regione e Ministero diano seriamente una mano»

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Elettrocarbonium stazione Narni

Lavoratori in stazione (Novembre 2013)

Lo avevano già fatto – era il 14 novembre del 2013 – quando loro fabbrica si chiamava Sgl Carbon e la multinazionale aveva annunciato la volontà di disimpegno. E sono tornati a farlo: i lavoratori della Elettrocarbonium hanno bloccato la stazione ferroviaria di Narni.

LE FOTO DEL BLOCCO

Operai Elettrocarbonium, blocco ferrovia Narni 2 - 9 marzo 2016 (5)

Lavoratori in stazione (Marzo 2016)

Treni fermi La circolazione ferroviaria è stata interrotta dalle 15 alle 15.20 di mercoledì e i lavoratori, che hanno invaso i binari, hanno spiegato di essere «spiacenti per aver dovuto dar vita ad una manifestazione che ha creato disagi anche a chi si sposta per motivi di lavoro o di studio, ma purtroppo il silenzio assordante che è calato sulla vicenda che riguarda noi e le nostre famiglie (centinaia di persone, in totale; ndr), ma anche l’economia di un’intera città come Narni, ci ha costretto a prendere questa iniziativa».

FABRIZIO FRAMARINI (FEMCA CISL) – IL VIDEO

Nuovi imprenditori «Siamo stati illusi tutti quanti – ha esclamato Fabrizio Framarini (Femca Cisl) -, credevamo che Monachino potesse risollevare le sorti di questa azienda e invece non si capisce più quello che sta succedendo. La Sgl sembra aver mollato la trattativa con Elettrocarbonium. Noi chiediamo a Sgl di rendere operativo l’avviso di sfratto e di trovare altri imprenditori». Per Marianna Formica (Filctem Cgil) «Monachino vuole mollare, ma non lo vuole dire. Bisogna costringerlo, al massimo domani, ad andarsene». Franco Di Lecce (Uiltec Uil): «Vogliamo che la fabbrica resti attiva, ma si deve fare in fretta. La Regione si deve attivare».

IL SINDACO FRANCESCO DE REBOTTI – IL VIDEO

Il sindaco «In mezzo ai binari come due anni fa – ha affermato il sindaco di Narni Francesco De Rebotti -, quando la Sgl comunicò la chiusura. Oggi siamo qui in una fase di indeterminatezza che va chiusa il prima possibile, dopo trattative trascinate per mesi, senza nessun risultato. Siamo certi che questo sito produttivo possa avere un futuro, ma serve che la Regione e il Ministero diano seriamente una mano».

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