Elettrocarbonium, settimana di passione

Terni, l’ultimatum imposto da Michele Monachino, per lo stabilimento di Narni, è scaduto, ma il vertice al Mise e la conferenza dei servizi allungano i tempi

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‘Decisiva’. Una parola decisamente abusata, soprattutto nelle ultime settimane, quando si è affrontata la vicenda Elettrocarbonium. Si è parlato, infatti, di ‘giornata decisiva’, di ‘settimana decisiva’, di ‘riunione decisiva’ e via decidendo. Invece di decisivo non c’è mai stato un piffero. Quindi inutile sprecare iperboli: quella che si apre oggi potrebbe pure essere l’ennesima settimana ‘decisiva’, ma nella quale si rischia di non vedere uno straccio di decisione.

Un'assemblea

Un’assemblea

Doppio appuntamento Perché il futuro, se futuro ci sarà, del complesso industriale narnese – circa 239.500 meri quadrati, secondo i dati contenuti in una perizia di Arpa – resta appeso ad un filo e, soprattutto, agli spietati calcoli che i due soggetti in campo fino ad oggi (Sgl Carbon e Morex-Elettrocarbonium) stanno facendo. Perché, inutile girarci intorno, se il Mise – dove in settimana si dovrebbe svolgere un confronto finalmente chiarificatore – non ci mette una pezza, quello stabilimento chiude. Siano quali siano le risultanze di quella conferenza dei servizi che, venerdì prossimo, dovrebbe stabilire una volta per tutte quanto costa quella stramaledetta bonifica della quale tutti parliamo senza avere esatta contezza di cosa possa rappresentare.

Michele Monachino

Michele Monachino

L’ultimatum Venerdì scorso, intanto, sarebbe scaduto quella specie di ultimatum dato da Michele Monachino attraverso l’avvocato Claudia Rondelli: «Il termine del 19 febbraio – aveva fatto sapere – è purtroppo un termine per noi non ulteriormente dilatabile, atteso che entro detta data dovremmo confermare ordini e produzioni in corso». Ma dopo che Sgl Carbon ha risposto ‘picche’ e dopo qualche altro contatto diretto tra avvocati, è di nuovo calato il silenzio.

La bonifica Sgl Carbon aveva ricordato, attraverso l’avvocato Marco Petrucci, di aver accettato di farsi carico del pagamento delle spese di bonifica, ma che c’era la necessità di poter verificare «che i lavori di bonifica vengano effettivamente eseguiti» e che Elettrocarbonium sarebbe già passibile di attività di rivalsa visto che «l’abusiva occupazione degli immobili e detenzione dei beni mobili industriali già dà diritto ad Sgl di chiedere un equo indennizzo, per il periodo intercorso dal 01/01/2016 alla data odierna».

Elettrocarbonium lavoratori 2Gli scenari Insomma, inutile girarci intorno: gli scenari che si prospettano – sulla base delle cose che si sanno – sono essenzialmente due. Il primo prevede che il Mise riesca a fare da ‘pontiere’ e Monachino possa (voglia) formalizzare un contratto di affitto e tenere in vita lo stabilimento; il secondo invece prevede che Monachino non possa farcela. E quindi amen. Riconsegnerebbe le chiavi a Sgl Carbon che, sulla base delle risutanze della conferenza dei servizi di venerdì, sarebbe tenuta a fare la bonifica prevista.

I lavoratori Nella seconda delle ipotesi – la questione non è ovviamente secondaria – i lavoratori non sarebbero più tali. Passerebbero armi e bagagli nella schiera dei disoccupati. Cioè: ci passerebbero pure quelli che in questi mesi hanno tirato la carretta e che andrebbero ad affiancare quelli che erano già rimasti fuori, con la promessa di essere ‘i primi della lista’ in caso di miglioramento della situazione.

Il campo sportivo

Il campo sportivo

La vendita Poi l’azienda che, è bene ricordarlo, è in liquidazione, metterebbe sul mercato il tutto: terreni, capannoni e impianti. Compreso il campo sportivo del ‘San Paolo’, che rientra tra le proprietà. E che, per una delle tante stranezze di un Paese – e di un’area specifica – ad alta vocazione industriale, potrebbe essere quello più facilmente alienabile.

Altro scenario Poi, certo, c’è il ‘piano C’: il Mise tira fuori dal cilindro una nuova manifestazione di interesse (le voci al riguardo ci sono) e dice a Monachino che può anche scansarsi e fare posto ad un nuovo ‘salvatore della patria’. Così si potrebbe ricominciare da capo: trattativa con Sgl Carbon, bonifica che inizia, produzione che prosegue e tutti che vivono felici e contenti. Ma il rischio di svegliarsi tutti sudati e scoprire che era solo un sogno c’è. Ed è pure drammaticamente realistico.

 

 

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