Fondazione Carit, rilancio sul Verdi

La notizia vera non è tanto quella relativa al fatto che l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio: difficile che avvenisse il contrario, a fronte di risultati non contestabili.

Fondazione ricca C’è stato dibattito, anche acceso, sulle possibili destinazioni degli utili, ma alla fine – con il patrimonio che cresce e adesso si aggirerebbe intorno ai 200 milioni e con un rendimento di oltre il 7% – il bilancio della fondazione Carit ha incassato il voto favorevole della maggioranza.

Il Verdi Quello su cui si è registrato un elemento di novità è stato un tema – non da oggi – caro al gruppo dirigente della Fondazione: il teatro Verdi, il suo restauro completo e la sua successiva gestione. All’assessore Francesco Armillei è stato riproposto un discorso che era già stato fatto al sindaco Di Girolamo: la fondazione Carit è disponibile a farsi carico di un intervento risolutivo, ma a condizioni precise.

La gestione Per farla corta: rimettere il Verdi in condizioni degne della sua storia costa una decina di milioni di euro e la Fondazione – attingendo a quel patrimonio di cui si diceva – potrebbe anche pensare di ‘fare un investimento’, ma non certo a fondo perduto. Se le verrà affidata la gestione del teatro, per un adegato numero di anni, la cosa si può fare.

I fondi europei L’assessore Armillei avrebbe informato la compagnia che, però, il Comune di Terni potrebbe essere in condizione di sfruttare una discreta somma rappresentata da fondi europei. I quali, però, non sarebbero sufficienti a realizzare un intervento risolutivo sul Verdi. E allora il problema resta sempre quello: una ‘rattoppata’ o un restauro completo e funzionale. Il Comune, si dice, farà sapere.

L’assemblea Nel corso dell’assemblea, però, si è parlato anche di altro: a cominciare dal modo di utilizzare i circa 400 mila euro di ‘avanzo’ registrati nel bilancio consuntivo rispetto al preventivo. Tutti d’accordo sul destinarli alle somme che la Fondazione riserva al territorio – che diventano così 3 milioni e 700 mila euro – ma diversi distinguo sui metodi.

Lo sviluppo locale La proposa originaria era di destinare la metà della somma ad iniziative ‘dedicate’ allo sviluppo locale e di dividere l’altra metà tra la ricerca scientifica e la salute, ma alla fine è prevalsa una tesi diversa: quei soldi vanno, tutti, allo sviluppo locale, anche se c’è stato chi ha fatto notare che, nel recente passato, la dotazione prevista per quella sezione non è stata completamente utilizzata per la mancanza di progetti e delle relative richieste di fondi.

La società strumentale Tanto che si è ipotizzata la possibilità che fosse proprio la fondazione Carit, magari attraerso una società strumentale da costituirsi ad hoc, a farsi soggetto promotore e, quasi, da incubatore per eventali proposte innovative degne di nota: se ne continerà a parlare, soprattutto perchè nel new deal della fondazione ci dovrebbe essere un aumento delle occasioni di incontro e dibattito interno rispetto al passato.

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