Terni e la nascosta via dell’Amore in degrado

Una stradina di poco meno di cento metri che collega il quartiere Le Grazie a viale Trento: non un bello spettacolo. La Cisom: «Via da qui il prima possibile»

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di S.F.

Il parco Le Grazie chiuso è a due passi

Una stradina dissestata pedonale di novanta metri – con discreta vegetazione ‘invadente’ ai lati – di collegamento tra strada Le Grazie e viale Trento. C’è ancora il cartello e la spiegazione – ciò che ne resta quantomeno – sulla riqualificazione del tratto con la nuova denominazione, ‘Via dell’Amore’: magari non tutti sanno che a Terni esiste e, visto il contesto nel quale è inserita, forse è meglio così. Di certo non ispira romanticismo. C’è chi vuole andarsene e di corsa.

LE GRAZIE 1, ABBATTIMENTO ALBERI IN ARRIVO

L’inizio di via dell’Amore, non il massimo

Nascosta

Questi novanta metri – per chi viene da strada delle Grazie c’è una bella barra di benvenuto, i ciclomotori ci passano comunque – ruotano intorno alle mura dell’ex convento che si trova accanto all’Hospice. Si percorrono in poche decine di secondi, anche perché c’è ben poco da guardare: tanto verde, una panchina a metà tragitto e qualche rifiuto in mostra. Considerata la posizione è facile ipotizzare che in pochi la conoscano e la utilizzino, seppur in effetti abbia la sua utilità: fare da liaison tra il quartiere Le Grazie e la zona più nuova del parco. Tra chi conosce la via figurano il gruppo locale (Terni-Amelia, in totale 80 volontari) del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, l’Unla Ucsa e l’Associazione italiana genitori (ufficio counseling), ovvero coloro che qui – passato o presente – ha avuto qui la sede in concessione.

La targa coperta dai rami in strada Le Grazie

La difficoltà: «Via il prima possibile»

Il contesto generale non aiuta chi opera in questa zona. A parlarne è la capogruppo del gruppo Cisom locale, Graziella Fabrizi: «Non sa quello che ‘soffriamo’ – spiega in merito al posizionamento in via dell’Amore – per farci trovare; oltre a noi c’è l’Unla Ucsa (cita Giocondo Talamonti) e un gruppo che non abbiamo mai visto in verità, gli ‘Amici del parco’. Per quel che ci riguarda non vediamo l’ora di andar via, non ne possiamo più: abbiamo fatto richiesta e dovremmo andare nell’area ex università, a Maratta. In soldoni la sede l’abbiamo messa a posto da soli, sono quasi dieci anni che siamo arrivati in via dell’Amore: quando siamo entrati era un disastro, il Comune mandò l’Usl a bonificare tutto perché all’epoca dentro gli edifici furono trovati dei tossicodipendenti. Era una savana, i volontari si sono rimboccati le maniche per sistemarla tra potatura delle piante, pitturate e sistemazioni varie».

La zona degli edifici dove c’è anche la Cisom

C’è un gazebo del Comune

In fondo alla zona edifici spunta un gazebo bianco con all’interno delle sedie: è del Comune e non viene utilizzato dalla Cisom specifica la Fabrizi. Le difficoltà – aggiunge – sono sorte anche a causa del mancato coordinamento: «Ci eravamo messi d’accordo con le altre associazioni per pulire una volta ciascuno, pagando le utenze un po’ a testa. Ciò non è avvenuto e le utenze sono a carico del Comune tutt’ora. Non abbiamo mai pagato l’affitto, va detto. Un tempo la tenevamo in ordine ma con il trascorrere degli anni non ci siamo più riusciti da soli e ora non ha senso continuare in questo modo. Ci auguriamo che per l’inverno sia avvenuto il trasferimento».

Le scritte

Furti

Ci sono stati – l’ultimo circa un anno e mezzo fa – anche episodi spiacevoli da queste parti: «Due-tre volte sono entrati – conclude la Fabrizi – dentro dei ladri per portarci via tutto, stampante e macchina del caffé compresi. Cerchiamo di tenerci il meno possibile onde evitare guai. Inoltre non è raro trovare siringhe nei dintorni. Ha visto i muri? Una volta – ci tiene a sottolineare – lo avevamo pitturato benissimo, ora siamo di nuovo daccapo». Non il massimo dello spettacolo in effetti. «Pensi – il flashback – che il Comune all’inizio aveva posizionato la scritta luminosa via dell’Amore sul muro, poi qualcuno ha rovinato tutto». C’è una doppia targa: una dal lato superiore ben visibile e l’altra, in strada Le Grazie, coperta dai rami di un albero. Chi non ci è mai passato non si è perso nulla di memorabile.

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