Gimo, c’è il progetto: se ne parla a Perugia

Gli studenti incontreranno Regione e Comune con rappresentanti dell’Università, di Adisu e di BusItalia. Servono 150 mila euro

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Dopo il rinvio del precedente incontro, lunedì si parlerà nuovamente di Gimo, il servizio di mobilità notturna sperimentato nei primi mesi del 2017 a Perugia. Incontro in rettorato con gli assessori Giuseppe Chianella (Regione) e Cristiana Casaioli (Comune), i professori Federico Rossi (delegato del Rettore) e Luca Ferrucci (Adisu), rappresentanti di BusItalia (fra cui Tino Chiappini) e degli studenti (Dario Sattarinia, di Udu).

PERUGIA, IL PRIMO VIAGGIO DI GIMO – VIDEO

L’inaugurazione del servizio

Due linee (diverse fra loro) A quanto trapela, gli studenti avrebbero redatto un progetto, in collaborazione con BusItalia, che prevede l’allargamento del bacino di utenza e il contenimento dei costi stimati. Le linee sarebbero due: la prima ricalcherebbe il percorso della linea sperimentale (Elce, Santa Lucia, Ferro di Cavallo, San Sisto, Madonna Alta, via della Pallotta, viale Roma, piazza Italia e Monteluce), con l’aggiunta delle zone di San Marco ed Ellera, la seconda attraverserebbe l’area dei Ponti (Ponte Felcino, Ponte Valleceppi, Ponte San Giovanni). Le due linee avrebbero diversi punti di interscambio fra loro.

Gimo ecco il piano

Gimo ecco il piano

Servono 150mila euro Il servizio sarebbe attivo solo nei weekend per tutto l’anno (escluso il mese di agosto ed alcune settimane di gennaio e febbraio), con servizio giornaliero anche feriale in occasione di appuntamenti di richiamo (Eurochocolate, Umbria Jazz, Perugia 1416, Festival del Giornalismo). Così strutturato, il costo sarebbe di 150mila euro, all’incirca il 20% in meno rispetto a quanto previsto in precedenza. Per un totale di 100 giorni di attività. Il punto è: dove trovare tutti questi soldi? Chi se ne fa carico?

TUTTO SU GIMO

Paghino Comune e Regione Gli studenti non hanno dubbi: Comune e Regione innanzitutto. «Come Sinistra Universitaria Udu Perugia e Rete degli Studenti Medi Perugia – fanno sapere in un comunicato – chiediamo che Comune e Regione si assumano le proprie responsabilità, rispondendo in maniera chiara ai cittadini che sentono come un bisogno la possibilità di spostarsi nelle ore notturne. A loro il dovere di rispondere senza trincerarsi nel rimpallo di competenze sul finanziamento, che tenta di celare la volontà di non far ripartire il servizio: una situazione che non può più essere tollerata. Di fronte ad un progetto valido, che risponde alle esigenze di trasporto di gran parte della città, ed ampiamente sostenibile dal punto di vista economico, la favoletta della mancanza di soldi non regge più. Potersi muovere liberamente è un diritto di tutti, non solo di chi ha una macchina propria».

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