Giornale dell’Umbria: «Intervenga la Procura »

Perugia, un gruppo di ex dipendenti del giornale, per il quale è iniziata la procedura di fallimento, hanno inviato un esposto

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La procedura che dovrebbe portare al fallimento della società Geu1819 che editava il Giornale dell’Umbria è ufficialmente iniziata: il 5 aprile scorso si è infatti tenuta la prima udienza fallimentare davanti al giudice Francesca Altrui. Ma nel frattempo alcuni ex dipendenti hanno chiesto l’intervento della Procura della Repubblica, alla quale hanno inviato un esposto.

L’istanza A chiedere il fallimento sono state le società Infopress e Rotopress e alcuni dipendenti (assistiti dagli avvocati Fulvio Carlo Maiorca, Luca Sbardella, Marzia Biagiotti, Giovanni Vispi e Antonella Rossi). Erano presenti per Geu1819 l’avvocato Francesco Marrocco e il liquidatore, nonché già direttore, Luigi Camilloni. L’avvocato Marrocco ha presentato due decreti ingiuntivi, uno per 180mila euro contro un’emittente televisiva locale per il mancato pagamento di alcune pubblicità e un altro di 393mila contro una concessionaria pubblicitaria per il mancato versamento degli incassi pubblicitari da fine agosto a dicembre; l’avvocato Marrocco ha annunciato anche una citazione per i vecchi soci, per 320mila euro, per il mancato afflusso di cassa (secondo i patti parasociali avrebbero dovuto continuare a versare soldi in pubblicità o altra forma anche nel 2016). Sommati ai 500mila del contributo pubblico ancora da incassare si arriverebbe a circa 1.4 milioni e con quelli il liquidatore intende pagare i dipendenti una volta chiuso il bilancio per il 30 giugno. I dipendenti vantano crediti per una media di 30 mila euro a testa.

Le richieste di danni Nei giorni scorsi è stata notificata alla Regione dell’Umbria una citazione per danni con richiesta di 3 milioni di euro per il comunicato inviato a seguito del fallimento del tavolo di crisi del 12 febbraio. La Geu1819 avrebbe (o lo farà nei prossimi giorni) citato per danni anche un grande quoditiano nazionale per 900mila euro. Mentre avrebbe anche intenzione di citare per danni chiunque abbia a che fare con il ‘Nuovo corriere nazionale’ (il quotidiano uscito in edicola il 5 marzo scorso) ritenendo che l’iniziativa editoriale si configuri come concorrenza sleale e, ultimo, ma non meno importante, sulla base della delibera del 14 gennaio 2016 con la quale si disponeva la chiusura del Giornale dell’Umbria, ha intenzione di citare per danni i giornalisti e i poligrafici perché con il loro comportamento, è la teoria aziendale, di fatto si sarebbero ammutinati e, scioperando, avrebbero fatto fallire il piano industriale che avrebbe permesso al Giornale di sopravvivere.

L’esposto Il gruppo di ex dipendenti che hanno deciso di chiedere l’intervento della Procura, lo hanno fatto scrivendo un esposto nel quale si ricostruisce la vicenda storia del quotidiano e si mettono in fila quelli che, secondo loro, sono i reati che sarebbero stati commessi: «Gli esponenti – scrivono – ritengono che, nella condotta generale dei protagonisti della vicenda, sussistano, non solo validi elementi per promuovere tutte le azioni di natura civilistica, attualmente previste dalla normativa in vigore chiedono che il Sig. Procuratore della Repubblica di Perugia voglia procedere, per accertarne, ove sussistente, la penale responsabilità, nei confronti delle persone che hanno posto in essere le condotte sopra descritte, assicurando ai dipendenti, in via cautelativa, la conservazione delle garanzie patrimoniali più idonee, con l’adozione di tutte le misure cautelari che saranno ritenute opportune, con il sequestro o altri mezzi idonei».

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