Giustizia in Umbria, dubbi sui tempi

Sono circa 2.000 gli arretrati del solo tribunale civile, mentre alla Corte dei Conti mancano giudici. Una situazione da cui si esce solo chiamando magistrati da fuori regione

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di E.M.

I tempi lunghi dei processi ostacolano anche lo sviluppo economico del Paese. Al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia si parte da questo assunto per discutere dello stato della giustizia in Italia con i rappresentanti delle magistrature. A confrontarsi seduti allo stesso tavolo sono Angelo Canale (presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per l’Umbria), Fausto Cardella (procuratore generale presso la Corte d’Appello di Perugia), Teresa Giardino (giudice della Corte d’Appello di Perugia) e Raffaele Potenza (Presidente del TAR dell’Umbria). Il quadro che ne esce è tutt’altro che roseo, ma il settore in assoluto più bloccato è quello della giustizia civile, in Italia così come in Umbria.

I dati Una sentenza è ingiusta e inutile se pronunciata dopo decenni da quando è avvenuta la controversia. È questo il motivo che ha portato la Corte dei Diritti dell’Uomo a sanzionare più volte l’Italia, che è stata costretta ad emanare la cosiddetta ‘Legge Pinto’ per prevedere un risarcimento standardizzato da erogare a favore dei cittadini che non ottengono giustizia in tempi ragionevoli. Solo nel campo della giustizia 15491456_10211434933486903_852430974_ocivile – spiega la dottoressa Giardino – ci sono 4 milioni e mezzo di procedimenti arretrati: «Un gigantesco arretrato causato da anni di sottovalutazione del problema; in Europa solo la Russia è messa peggio di noi». E la situazione a Perugia non fa che riflettere il dato nazionale: secondo le stime, nella sola sezione civile del Tribunale le cause vecchie a rischio ‘Legge Pinto’ sono circa 2.000. In Corte d’Appello i numeri non si allontanano molto, ma «si va verso un miglioramento perché sono stati inviati dei giudici onorari che in un paio d’anni consentiranno di evadere l’arretrato».

LA PAROLA AI MAGISTRATI – LE INTERVISTE 

Mancanza di magistrati Se la giustizia civile è quella che funziona di meno per la paralisi dei tribunali, anche la giurisdizione speciale (amministrativa e contabile) non è certo esente da problemi. Le lungaggini non risparmiano la Corte dei Conti – dice il dottor Canale – ma fortunatamente in Umbria non hanno ancora dato luogo a particolari disagi. «Qui la situazione è anco15536614_10211434932006866_16897019_ora sotto controllo ma il vero problema è il deficit di organico di quasi il 40%, che significa che non si riescono a formare i collegi giudicanti per portare in discussione le cause. All’ultimo concorso i posti erano 18 ma l’hanno vinto in 11». Con i numeri umbri, dunque, non si riuscirebbe a portare avanti le udienze, così a supportare la Corte arrivano magistrati da Roma e da Firenze. Una carenza non da poco, se si considera che la Corte dei Conti giudica soprattutto pubblici funzionari e pubblici amministratori per sprechi di denaro pubblico: procedimenti di rilevante impatto sociale che «avrebbero bisogno di risposte in tempi rapidi».

Le possibili soluzioni Mediazione, negoziazione assistita, processo telematico, nuovo codice del giudizio amministrativo-contabile. Sono tante le novità recentemente introdotte per cercare di dare maggiore efficienza al complesso sistema della giustizia in Italia. Per lo più partite dalla sperimentazione in campo civile, alcune stanno dando qualche risultato ed altre meno. La negoziazione assistita, ad esempio, è una pratica introdotta recentemente per quelle materie nelle quali non è possibile la mediazione: gli avvocati delle parti, da soli, cercano di trovare una soluzione alla controversia civile. È l’ennesimo tentativo per limitare l’accesso delle cause davanti ai giudici, che ha dato i suoi frutti solo a metà. «È un campo in via di modifica continua – dice Giardino – le novità però hanno avuto effetti limitati, forse per una ritrosia del popolo italiano a ricorrere a nuovi sistemi. Molto positiva è stata solo la negoziazione assistita in ambito familiare».

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