Inchieste a Terni, FI: «Ammettere errori»

Francesco Ferranti, capogruppo in Comune: «L’atteggiamento di chi spara sulle opposizioni è preoccupantissimo»

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Francesco Ferranti

di Francesco Ferranti
Capogruppo di Forza Italia
nel consiglio comunale di Terni

Leggo in questi giorni delle prese di posizione più o meno discutibili ma sicuramente tutte dettate da fretta e da un approccio errato alla politica.

Il professor Diotallevi che vorrebbe mantenere le cose come stanno, mentre tutto però va a rotoli: vorrei ricordare è necessario imboccare anche con coraggio percorsi diversi seppur con la dovuta attenzione e senza picchi di eccessiva euforia, poiché alcune gravi problematiche, soprattutto finanziarie, le deve affrontare chiunque si trova a governare e senza una giusta dose di umiltà non si può governare.

OPERAZIONE ‘SPADA’ – LA STORIA

A tal proposito trovo molto temerarie le posizioni di chi senza alcuna esperienza e senza un approccio responsabile e rispettoso di tutto si proponga come una sorta di Messia, bacchettando e redarguendo tutti. Stento a credere anche nell’effetto salvifico di alcuni, specie osservando Roma o l’inefficacia parlamentare di molti sedicenti salvatori della patria.

Infine vi è anche chi purtroppo commette l’errore di non riconoscere il fallimento politico e amministrativo del proprio partito (il Pd ) e con superbia definisce assatanate tutte le opposizioni, compresa quella di FI, che ha ormai da oltre un anno ha espresso a tutti i suoi livelli il proprio giudizio sull’amministrazione della città di Terni e della regione Umbria, definendole fallimentari.

Abbiamo in più occasioni chiesto la cessazione di un modello di governo che si autoalimenta in un clientelismo, utile a qualche serbatoio elettorale ma improduttivo per l’interesse generale di un territorio che deve trovare le energie e le competenze, le idee e i programmi per andare avanti.

Il gruppo consiliare di Forza Italia ha sempre operato con moderazione, evidenziando questi aspetti ed esprimendo la preoccupazione per l’incapacità di saper cogliere alcune opportunità, su tutte l’area di crisi complessa, che non è solo un titolo ma necessita di progettualità concrete . Noi giudichiamo fallimentare l’amministrazione del Pd, insistiamo affinché si affrontino le questioni serie e mai ci esprimiamo con toni giustizialisti, convinti che la magistratura non abbia bisogno di suggeritori politici, soprattutto quando non si tratta di padri costituenti ma di semplici consiglieri comunali o regionali, neanche molto rappresentativi.

Ecco debbo dire che anche l’atteggiamento di chi spara sulle opposizioni, facendo di tutta l’erba un fascio, è preoccupantissimo.

Il dottor Corsi dovrebbe preoccuparsi del totale fallimento del suo partito democratico e della sua classe dirigente, nel farlo pensi agli studi cinematografici di Papigno, pensi al teatro Verdi, a Cardeto, a Piazza Tacito, alla spazzatura, ai circa 58 milioni di debiti, alla sede della Asl 2 che rischia di non essere a Terni, pensi all’Iisrim e anche al modello riorganizzativo di Arpa che depotenzia Terni. Il dottor Corsi pensi agli scontri sociali che la sua classe dirigente ha avuto con ogni ambiente cittadino, vedasi questioni come Fondazione Carit e Afm. Credo che ammettere i propri fallimenti e incapacità e giudicare in modo equo l’operato di chi queste cose le contesta con serietà, sarebbe un buon inizio per un futuro migliore.

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