Istigazione al suicidio, condannato a Terni

Diciotto mesi di reclusione ad un 31enne ternano: secondo l’accusa ha trasformato la vita della propria compagna in un inferno. Maxi provvisionale di 25 mila euro

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Una vicenda pesante e una sentenza che riconosce la gravità dei fatti accaduti fra il 2013 e il 2014 a Terni. Vittima una donna di 26 anni, maltrattata dal compagno 31enne e spinta – secondo l’accusa – sull’orlo del baratro, fino al punto di tentare di togliersi la vita assumendo farmaci.

Vita infernale In mezzo, una convivenza segnata da botte, minacce, umiliazioni. Come quando l’uomo la privava del cibo, della possibilità di comprare vestiti e beni prima di necessità, costringendola a vivere rintanata in una casa senza neanche più la corrente elettrica per le bollette mai pagate. Condotte che non si erano fermate neanche dopo il tentativo di suicidio messo in atto dalla giovane – finita in coma ma salvata dai sanitari del Santa Maria – visto che poco tempo dopo, una volta dimessa, i maltrattamenti erano ripresi come prima. L’ultimo episodio risale ad una sera di maggio, quando la donna si era rintanata in un bar per sfuggire alla furia del compagno, poi denunciato a piede libero.

La sentenza Quest’ultimo, venerdì mattina a Terni, è stato condannato a 18 mesi di reclusione – pena sospesa – dal giudice Barbara Di Giovannantonio per le accuse di maltrattamenti, lesioni e istigazione al suicidio. Sostanzialmente accolto il punto di vista dell’accusa, rappresentato in aula dal pm Cinzia Casciani che ha chiesto una condanna a 2 anni. Il 31enne ternano è stato anche condannato a versare una provvisionale di 25 mila euro in favore dell’ex compagna, costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Massimo Oreste Finotto. La prospettiva per il ternano, assistito dall’avvocato Sara Giovannelli, è ora quella dell’appello.

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