Maltrattamenti, nei guai in 2 nel Perugino

Un 52enne ed un 41enne bloccati dalla polizia di Stato nel territorio perugino: minacce, violenza in famiglia e atti persecutori

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Botte, maltrattamenti e mancato rispetto dei divieti di avvicinamento. Negli ultimi giorni la polizia di Stato è intervenuta in due circostanze nel territorio perugino: a finire nei guai un 42enne albanese ed un 52enne di origini campane, entrambi protagonisti di azioni violente in un contesto familiare.

Da marito ad aggressore seriale

Ad Assisi è stata data esecuzione del divieto di avvicinamento a carico di un 52enne indagato per maltrattamenti in famiglia: dovrà stare lontano dalla ex moglie e dai loro tre figli minori dopo gli accertamenti effettuati dalla squadra Volante. La vittima aveva denunciato le vessazioni subite ad ottobre 2019: era stata costretta a cambiare le abitudini di vita a causa degli atteggiamenti dell’ex. Al centro della storia la morbosa gelosia del consorte e la decisione di separarsi presa dalla donna: insulti ed offese anche di fronte ai piccoli. Era solo l’inizio: è arrivato a puntarle un coltello alla gola minacciandola di morte se mai l’avesse vista insieme ad un altro uomo. Poi atti persecutori, telefonate, messaggi continui, pedinamenti, denigrazioni e anche uno sputo in volto. Durante il periodo di lockdown ha sfruttato i figli per lanciare nuove offese alla donna. Il Gip ha valutato l’incapacità di autocontrollo del 52enne per la reiterazione violenza dimostrata e ha emesso la misura cautelare.

Il non rispetto del divieto

Storia diversa per il 42enne di nazionalità albanese. A Perugia nei suoi confronti la squadra Mobile – diretta dal vicequestore Carmelo Alba – ha ripristinato l’ordinanza cautelare per i continui comportamenti intimidatori a danno della moglie 31enne: l’uomo dal 2018 minacciava e portava avanti condotte violente. Era stato condannato a due anni di carcere ma, per motivi di salute, la corte di Appello l’ha sostituita con il divieto di avvicinamento al luogo di residenza e di lavoro della vittima. Tuttavia non l’ha rispettato: la seguiva con costanza per minacciarla di morte. Non solo: ha contattato anche la famiglia in Albania per far presente al padre di lei che l’avrebbe uccisa. Quindi la denuncia alla polizia e il nuovo provvedimento dell’autorità giudiziaria. Ora c’è il carcere per lui.

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