Mise, Castano fuori dall’unità di crisi

Il dirigente ministeriale che ha seguito decine di vertenze umbre non è stato riconfermato al vertice. Lucidi (M5s): «Soddisfatto, gestione fallimentare»

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Come capo dell’unità di gestione delle vertenze per le crisi di impresa ha seguito la quasi totalità dei tavoli ministeriali che, negli ultimi difficili anni, hanno coinvolto molte realtà industriali della conca. Ora però Giampiero Castano non ricoprirà più questo ruolo all’interno del ministero dello Sviluppo economico, vista la sua mancata conferma al vertice dell’Ugv. Una notizia accolta con «grande soddisfazione» dal senatore di M5s Stefano Lucidi.

Il caso Novelli

Per il parlamentare si tratta di «un passo importante e necessario per uscire dalla gestione a dir poco fallimentare degli ultimi anni». «Per chi come me ha seguito da vicino e costantemente crisi aziendali questa è una notizia da tanto attesa – afferma in una nota – basti pensare alla vicenda dell’azienda umbra Novelli che proprio negli uffici del Mise sotto la guida di Castano dal 2013 è stata incanalata in un circolo vizioso che ha condotto poi nel 2016 la realtà agroalimentare dentro un tunnel giudiziario senza precedenti».

«Basta radical chic»

«Il nome di Castano – continua Lucidi – echeggia da anni in molte crisi di impresa italiane di un certo spessore e molti sono stati i lavoratori che ci hanno segnalato i loro casi oppure che ci hanno contatto direttamente, per metterci al corrente delle loro vicende sindacali. Il fatto che l’ex ministro Calenda oggi rimpianga la figura di Castano giudicando un errore la mancata riconferma – conclude il senatore – ci dà la cifra della distanza che esiste oggi tra il Pd e i lavoratori, cioè tra la classe dirigente radical chic italiana e le famiglie dei lavoratori».

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