Omicidio a coltellate, Federico non parla

Città di Castello, al Riesame, i legali hanno chiesto la scarcerazione del giovane indagato per l’omicidio della madre. Il gip autorizza accertamenti psichiatrici

Condividi questo articolo su

L.P.

Si è conclusa martedì mattina l’udienza del Riesame per Federico Bigotti, il 21enne di Città di Castello in carcere con l’accusa di omicidio aggravato e maltrattamenti nei confronti di sua madre. Anna Maria Cenciarini, era stata ritrovata in una pozza di sangue nella cucina della villetta di famiglia a Varesina, nelle colline del tifernate, lo scorso 28 dicembre.

Riesame Durante l’udienza i legali di Federico, Vincenzio Bochicchio e Francesco Areni, hanno sottoposto ai giudici le loro perplessità e hanno chiesto la scarcerazione del ragazzo per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza e dei maltrattamenti in famiglia contestati. Il tribunale si è riservato di decidere, «c’è tempo fino al 18 gennaio – riferisce l’avvocato Bochicchio – poi vedremo come proseguire. Allo stato attuale non ci sono elementi certi per attribuire la responsabilità al figlio. Non c’è dubbio che Anna Maria sia stata uccisa, ma bisogna fare di tutto per escludere la responsabilità di altri. Attendiamo di conoscere l’esito di ulteriori accertamenti». Per l’avvocato il casolare dei Bigotti era sempre aperto, non si può escludere che la donna sia stata uccisa da qualcun altro.

Accertamenti Intanto quello che è certo che lunedì sera è arrivato il nullaosta del gip all’accertamento psichiatrico sul giovane. Una richiesta, questa, fortemente voluta dai due legali. Già la psichiatra del carcere di Capanne, dove Federico è attualmente recluso, nei giorni scorsi aveva inviato al giudice per le indagini preliminari una nota sulle condizioni psicologiche del giovane, accertamenti disposti dallo stesso gip in ambito penitenziario per capire quali siano le reali condizioni di Federico, se può continuare a rimanere in carcere o, se invece, dovrebbe essere trasferito in una clinica psichiatrica. Per la difesa sarà il dottor Alessandro Perazzi ad accedere al carcere e a definire un quadro clinico su Federico.

Problemi psicologici «Non sta bene, non è lucido – continua ad affermare Bochicchio – per questo abbiamo richiesto il parere di uno specialista. Vogliamo capire se è solo una nostra sensazione o se, effettivamente, Federico ha dei gravi problemi psicologici o psichiatrici». Dai racconti del padre che, quotidianamente, viveva in casa con Federico e Anna Maria, mentre il fratello Christian viveva in un altro appartamento, emergono storie di continui litigi. Federico voleva più soldi, aveva un carattere aggressivo, lamentava di essere continuamente sotto pressione, soprattutto da parte della mamma. I genitori volevano che trovasse un lavoro, che prendesse una qualsiasi strada, che non stesse sempre rintanato in camera. «I suoi genitori, suo padre – riferisce ancora il legale – addebitavano questi continui litigi alla stranezza del suo carattere. Non avevano intuito che, invece, potevano essere manifestazioni sintomatiche di un disagio psichico».

In silenzio Secondo il legale, dai racconti del padre emerge comunque un quadro di relativa normalità. «Litigi normali, come quelli che avvengono in tutte le famiglie, con una madre un po’ apprensiva, un padre preso dal lavoro e un figlio che a 20 anni non ha ancora trovato una strada». Nulla, sostengono ancora, che potesse far pensare si arrivasse a un omicidio. E intanto Federico rimane chiuso nel suo silenzio. Continua a non rispondere ai giudici, non un’altra parola su quanto è accaduto quella tragica mattina di fine dicembre. L’unica versione, Federico, l’aveva data subito dopo la morte della madre, dicendo di essere entrato in cucina e di averla trovata con un coltello in mano mentre cercava di uccidersi. Non essendo riuscito a fermarla, sarebbe scappato in camera sua a chiamare il padre e il fratello che erano fuori per lavoro. Una versione, questa, che è caduta subito dopo l’esito dell’autopsia, i cui rilievi avrebbero evidenziato che la donna è stata colpita alle spalle, oltre che a terra, quando già era agonizzante. «Federico non può rendere dichiarazioni se non è in sé. Se avessimo pensato che il ragazzo fosse lucido non avremmo chiesto degli accertamenti».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli