Omicidio a coltellate: «Ragazzo sotto shock»

«Federico Bigotti non si dichiara né colpevole né innocente e la sua famiglia gli è rimasta vicino», spiega il difensore. Martedì l’interrogatorio di garanzia

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L.P.

E’ controllato a vista, in carcere, Federico Bigotti, il ragazzo di 21 anni sospettato di aver ucciso la madre lo scorso 29 dicembre nel casolare di famiglia vicino a Città di Castello, località Varesine.

Federico «E’ sotto shock» conferma Vincenzo Bochicchio, uno dei due legali che difende il giovane dall’accusa di omicidio aggravato e maltrattamenti in famiglia. Due, infatti, i capi di imputazione che pendono su un ragazzo che, fino a una settimana fa, viveva una vita apparentemente simile a quella di tanti altri coetanei. Non aveva un lavoro, Federico, stava spesso a casa. E fumava hashish, come hanno evidenziato anche le analisi del sangue e come riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip. «Ma non siamo in grado di stabilire – prosegue l’avvocato – se Federico avesse fumato quella mattina oppure la sera precedente o nei giorni ancora prima».

‘Un’altra verità’ Che cosa è successo, dunque, quella mattina ancora non è stato stabilito. Martedì Federico sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia, forse in quella sede potrebbe dire al Gip una verità diversa rispetto a quella raccontata fino ad ora. In un primo momento il giovane, l’unico in casa il giorno del delitto, ha riferito di aver sentito delle urla e di essere corso in cucina. Lì avrebbe trovato la mamma in pigiama che si stava pugnalando da sola, non essendo riuscita a fermarla sarebbe corso in camera, spaventato e avrebbe chiamato il padre e il fratello che erano a lavoro insieme. L’autopsia ha però sconfessato questa versione, stabilendo che la donna sia stata colpita da dietro, con più coltellate, prima di ricevere quella mortale alla carotide. Non solo, l’esame avrebbe anche fatto emergere che la donna sarebbe stata colpita anche quando era già a terra, in un disperato tentativo di difesa.

Psichiatra Intanto il ragazzo da Capanne ha parlato oggi con i suoi avvocati che confermano di averlo trovato terrorizzato e sotto shock. «Per questo chiederemo che Federico sia visitato da uno psichiatra di fiducia per valutare le sue condizioni. Non possiamo valutare noi l’eventualità di persistenti problemi psichici, anche se crediamo abbia bisogno di un aiuto», ha detto il suo legale. «Chiederemo accesso agli atti, studieremo le carte, attendiamo l’esito dell’interrogatorio e poi faremo ricorso al riesame», ha proseguito Bochicchio spiegando che la strategia difensiva dei due avvocati (Federico è infatti difeso oltre che da Bochicchio dall’avvocato Francesco Areni) è quella di capire cosa è successo e cercare di far attenuare tutte le aggravanti contestate nel quadro accusatorio, in cui si parla di continue liti tra madre e figlio l’ultima delle quali sfociata in un brutale omicidio.

La famiglia «Al momento, comunque, è tutto da dimostrare sulla base di quello che è emerso e di quello che emergerà nei prossimi giorni la procura farà una sua rispettabilissima valutazione giuridica, ma le interpretazioni possono essere molteplici», ha proseguito l’avvocato. Intanto Federico ha chiesto di parlare con il padre, la richiesta sarà sottoposta all’autorizzazione del giudice per le indagini preliminari. «Non si dichiara né colpevole né innocente e la sua famiglia gli è rimasta vicino», ha concluso l’avvocato.

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