Ospedale di Terni: «Carenze strutturali»

Il consigliere regionale Sergio De Vincenzi chiede alla giunta e all’assessore Luca Barberini: «Convinti che l’Umbria sia ‘Regione benchmark’? La realtà dei fatti smentisce»

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«Le condizioni di complessiva inadeguatezza organizzativa dell’Azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, ci impongono di presentare una interrogazione alla giunta regionale per conoscere se esista e sia stato calendarizzato un progetto di ristrutturazione complessiva dello stabile e se sia nei programmi del governo regionale e della direzione generale dell’Azienda una riorganizzazione e riqualificazione efficiente e concreta dei servizi di questo ospedale, che accoglie un vasto bacino di utenza anche extra-regionale», annuncia il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Misto Umbria Next).

I primari De Vincenzi spiega che «le criticità emerse sono generalizzate: le più evidenti a occhio nudo sono quelle strutturali. Ma, soprattutto, vi sono quelle logistiche e organizzative. In primis la penuria dei posti letto a disposizione e di postazioni suppletive per l’accoglienza dei pazienti che spesso vengono sistemati in ‘ricoveri temporanei di fortuna’ lungo i corridoi dei reparti. Proprio la vita interna dei reparti e la loro organizzazione sta emergendo, negli ultimi tempi, come grave criticità. Alcune unità più importanti sono attualmente sguarnite di primari (neurochirurgia, pediatria, ginecologia, ortopedia) a causa della sopraggiunta età pensionabile o delle dimissioni di alcuni medici che hanno optato per altre strutture sanitarie al di fuori del servizio sanitario regionale. Al contempo non è stato predisposto un adeguato piano di reintegro delle corrispondenti professionalità. Questo mette a rischio la continuità di servizio dei reparti e le professionalità, spesso eccellenti, sviluppate in decenni di attività, rischiando irrimediabilmente l’estinzione, con evidente danno per la comunità regionale, sotto il profilo dei servizi erogati e sotto quello economico, legato ai flussi di mobilità attiva e passiva. Nonostante questa criticità, non è ad oggi prevista la possibilità che professionisti di reparti ‘in esaurimento’ possano essere trasferiti e incardinati nelle strutture semplici dipartimentali presenti da organigramma, in modo da renderle pienamente operative ed efficienti».

Gestione del personale Al contrario, per De Vincenzi, «si osserva un forte sovradimensionamento di alcuni settori, come nel caso di urologia, attualmente articolata in 4 reparti attivi: 3 strutture complesse (1 ospedaliera, 2 universitarie) e 1 semplice (dipartimentale). Come se non bastasse, è insorta negli ultimi tempi la grave difficoltà organizzativa del reparto di endoscopia digestiva che vede l’assenza, per problemi di salute, del primario e del vice primario (entrambi prossimi al pre-pensionamento). Il reparto attualmente è gestito da due unità professionali in grado di evadere solamente le richieste di operazioni in emergenza. Alle criticità organizzative si aggiungono quelle logistiche e di gestione del personale tecnico precario come, ad esempio, quello dell’ufficio amministrativo che attualmente conta sul lavoro di 4 dirigenti, 3 dei quali precari e 1 in aspettativa. Anche l’inefficienza dei sistemi informatici gestionali dei servizi fa la sua parte, in relazione all’uso contemporaneo di due sistemi operativi differenti che, incapaci di dialogare fra loro, non permettono la condivisione dei dati dei pazienti anche solo nella gestione dei ricoveri. Proprio a causa dello scarso coordinamento delle richieste, i pazienti possono attendere anche due anni per vedere soddisfatta la propria richiesta di intervento di routine».

Realtà critica Alla luce di questa analisi dello stato attuale e reale dell’Azienda ospedaliera di Terni, De Vincenzi chiede alla giunta regionale e all’assessore Barberini «se sono ancora seriamente convinti che l’Umbria sia, in fatto di sanità pubblica, ‘Regione benchmark’ (fra l’altro i dati di riferimento risalgono al 2015). La realtà dei fatti smentisce questo titolo di merito che scaturisce da una fredda somma di coefficienti finanziari e molto meno dai livelli degli standard di qualità dei servizi erogati. Lo stato attuale dell’Azienda ospedaliera di Terni ci mette tutti di fronte una realtà critica che interpella in primis il governo regionale, chiamato ad una inderogabile presa di posizione per garantire un servizio sanitario regionale efficiente e di qualità, che non scoraggi i cittadini a causa di inefficienze organizzative, costi e tempi di attesa».

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