Ospedale di Terni, il dg Casciari: «Dati record per l’alta specialità. E il pronto soccorso funziona bene»

Il manager tornato al ‘Santa Maria’ traccia il bilancio dopo un anno

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«Dopo un anno di lavoro, posso dire di essere molto soddisfatto, soprattutto degli ultimi otto mesi e lo vedremo anche nelle graduatorie che verranno pubblicate prossimamente a livello nazionale. Perché l’ospedale di Terni è di nuovo attrattivo in Umbria e fuori regione, perché l’alta specialità, e le punte di diamante sono senz’altro il dipartimento cardio toraco vascolare e la neurochirurgia, non ha mai avuto un volume di attività come quello attuale e perché il pronto soccorso funziona bene. Certo, restano delle criticità, ma il trend è in chiaro miglioramento». Si ‘promuove’ il direttore generale dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’, Andrea Casciari, e per farlo elenca numeri e dati. A partire proprio da quelli dei ricoveri e dell’alta specialità.

De Fino, Casciari, D’Angelo

«Di ciò che ho trovato quando sono arrivato, non parlo. Lo sapete benissimo. Nei primi otto mesi del 2023 – ha detto Casciari – i ricoveri sono cresciuti (16.026) rispetto allo stesso periodo del 2022 (15.274) ma soprattutto è cresciuta notevolmente l’alta specialità, anche rispetto alle annate precedenti, con una significativa riduzione della mobilità passiva verso altri territori. Lo dicono vari indicatori: il valore dell’attività chirurgica (61.120.134 euro nei primi otto mesi del 2023 contro i 57.474.270 dello stesso periodo 2022) e il peso medio del Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) che si attesa ad 1,29 (contro 1,25 del 2022). Restano elementi critici dati da un indice di performance che è di 108,2 mentre l’obiettivo è 100: influiscono i tempi di degenza media che abbiamo il dovere di ridurre anche attraverso l’integrazione con il territorio». Stando agli indicatori Mes (Management e sanità) elaborati dalla scuola superiore Sant’Anna di Pisa, invece, da un anno all’altro le criticità si sono ridotte in particolare a due elementi: «La degenza media e il numero di pazienti giunti al pronto soccorso e ricoverati entro 8 ore».

Il dg dell’ospedale di Terni è poi soddisfatto delle prestazioni chirugiche recuperate e che erano da smaltire dopo la fase Covid (2020-2021) – «ne avevamo 13.299 da effettuare, oggi sono 4.133» – ma soprattutto del funzionamento del pronto soccorso. «Nei primi otto mesi del 2023 contiamo un totale di 31.344 accessi, ovvero 4.782 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Il tasso dei ricoveri è sceso invece dal 28,5% al 23,3& e oggi siamo al 19%. Gli accessi all’Osservazione breve intensiva (Obi) sono aumentati di molto ma possiamo migliorare ancora liberando alcuni spazi, e poi la sperimentazione relativa ai codici bianchi e verdi presi in carico da medici di medicina generale, sostenuta dalla Usl Umbria 2, sta funzionando molto bene. Tanto che è già un esempio a livello nazionale. Oggi al pronto soccorso non abbiamo più i problemi di prima in termini di file, la presa in carico avviene mediamente in 68 minuti (nel 2022 erano 89 minuti, ndR) quindi sotto la media nazionale, e riscontriamo una diminuzione significativa dei contenziosi. Di contro abbiamo problemi nel far ‘salire’ i pazienti a reparto per il ricovero, quando necessario». Gli stessi accessi al pronto soccorso, secondo Casciari, «ci dicono che questa struttura è attrattiva, non solo a Terni (67,1% dei pazienti) e Narni (17,1%), ma anche fuori regione (12,8%) con persone che giungono qui con auto private, non ambulanze, e quindi la loro è una scelta chiara e consapevole data anche dall’efficienza di Terni». In questo quadro, continuano invece a pesare le inefficienze di una struttura datata qual è quella del ‘Santa Maria’: «Fra collegamenti interni e costi, per limitarci a due elementi, il fatto che il nostro sia un ospedale ‘vecchio’ rappresenta un limite. Ma nonostante ciò, siamo riusciti a rimettere l’azienda in un binario corretto».

Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il direttore generale della Usl Umbria 2, Massimo De Fino, e il direttore regionale della sanità, Massimo D’Angelo. Il primo ha condiviso il parere di Casciari sull’efficienza della sperimentazione dei codici bianchi e verdi in pronto soccorso, finanziata dall’azienda sanitaria locale («oggi quei pazienti seguono un percorso distinto dagli altri, e i risultati si vedono»), mentre sul supporto che la Usl2 può dare alle dimissioni del ‘Santa Maria’ ha spiegato che «le strutture Usl fanno tutto il possibile e grazie ai lavori in corso presso il geriatrico, nel giugno del 2024 potremo passare dai 47 posti attuali ad oltre 70. Su un fronte diverso, come l’attività chirurgica, ciò che viene svolto a Narni con 741 interventi fra gennaio ed ottobre, di cui 331 in anestesia, 410 in day hospital e 86 sedute, agevola senz’altro la mission di alta specialità che Terni ha in quanto Dea di II livello. Quando riusciremo a reperire il personale per riattivare il pronto soccorso di Narni – ha concluso – contribuiremo senz’altro a migliorare anche le performance del pronto soccorso del ‘Santa Maria’». Il direttore D’Angelo ha invece insistito sul concetto di ‘rete’: «I due direttori generali lavorano ogni giorno per garantire la migliore integrazione possibile. A Narni vogliamo un pronto soccorso operativo 24 ore su 24. Mentre Terni è un Dea di II livello in deroga, e noi questa deroga la vogliamo fortemente mantenere perché si tratta di una struttura cruciale per questo territorio e l’Umbria».

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