Ospedali: «A un passo la convenzione. Stop aziende integrate e nuovi criteri di nomina dei primari ‘universitari’»

Il segretario del Cimo Umbria fa il punto dopo l’incontro di mercoledì in Regione

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Dopo l’incontro di mercoledì a Perugia con la presidente della Regione Donatella Tesei e i vertici della sanità regionale, il sindacato dei medici Cimo Umbria, attraverso il suo segretario regionale Marco Coccetta, fa il punto sulle novità emerse in merito alla convenzione tra Regione Umbria e università di Perugia per il riassetto complessivo delle aziende ospedaliere di Perugia a Terni.


di Marco Coccetta
Segretario Regionale Cimo Umbria

Finalmente dovremmo essere alla firma della convenzione e quindi al superamento di uno stallo che ha determinato anche alcune difficoltà e disservizi. La prima novità, intanto, è che sembra superato il concetto delle aziende integrate ospedaliere universitarie, quindi si andrà semplicemente al rinnovo della convenzione. Questo dovrebbe determinare un primo aspetto positivo, vale a dire che si riuscirà a sbloccare i concorsi per i direttori di struttura complessa che per tanto tempo sono rimasti fermi in attesa della sigla. Sono infatti tanti, troppi, i posti di struttura complessa che ad oggi sono affidati a ‘facenti funzione’ e che dovranno essere ricoperti, la maggior parte dei quali riconducibili all’area universitaria.

Marco Coccetta

Adesso, poter andare alle nomine effettive dei direttori e non ricorrere ai facenti funzione, è senza dubbio un passo in avanti importante. L’altro aspetto di novità, come è stato sottolineato dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis, è che sono cambiate le regole per la nomina dei direttori di strutture universitarie. Fino ad oggi venivano nominati dall’Ateneo sulla base del curriculum universitario. Adesso spetta invece ai direttori generali delle aziende ospedaliere disegnare il profilo professionale del soggetto che sarà chiamato a ricoprire il determinato ruolo e lo sottoporrà all’università. Quest’ultima sarà chiamata ad individuare il soggetto e quindi lo sottoporrà a sua volta al direttore generale, al quale spetterà la valutazione finale. Se lo riterrà idoneo lo nominerà, altrimenti potrà attingere anche al di fuori del mondo accademico.

Un nuovo iter che sembrerebbe far superare quella rigidità che era presente nella definizione tra strutture ospedaliere e universitarie, mentre conduce verso la tanto auspicata dinamicità tra le strutture, perché riteniamo giusto che le scelte per la qualità del sistema sanitario regionale vengano fatte sulla base di quelli che sono i profili professionali e non solo accademici. Il discorso ovviamente vale anche all’inverso, qualora ci fosse un profilo universitario più idoneo a ricoprire un ruolo rispetto a un ospedaliero. Questa è una novità sicuramente importante che tenderà a migliorare la qualità dell’assistenza e che ci auguriamo possa migliorare, in generale, la qualità del sistema sanitario regionale umbro.

Occorre tornare ad essere attrattivi e serve incrementare la mobilità attiva dei pazienti che ha sempre caratterizzato questa regione e in particolare la sua parte meridionale e ridurre la mobilità passiva. Come sempre Cimo Umbria seguirà attentamente l’evoluzione della convenzione e in particolare continueremo a vigilare affinché i criteri per le nomine vengano mantenuti e i ruoli rispettati.

Per quanto attiene la cardiochirurgia, è stato confermato che le strutture complesse della Regione saranno due, una a Perugia ed una a Terni, e le stesse saranno sottoposte a verifica, entro il 2025, per la valutazione dei volumi di attività e degli esiti. Diverso è per la neurochirurgia che attualmente vede la presenza di due strutture complesse, una a Perugia ed una a Terni, ma che entro sei mesi dovranno confluire in un’unica struttura interaziendale con sede a Terni, ma con doppia equipe interscambiabile. Ora l’altro passo da fare è quello di integrare le due aziende ospedaliere con la nuova rete ospedaliera che dovrà essere ottimizzata.

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