Perugia, ennesimo agguato a Fontivegge

Un regolamento di conti tra bande criminali a colpi di bottiglie rotte e tubi. Un testimone: «Neanche il tempo di chiamare le forze dell’ordine. Non servono parole, ma fatti. E il posto fisso di polizia»

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di L.P.

Passano i mesi ma le cose non cambiano, Fontivegge resta nel degrado. E così, nel giorno dell’Epifania, i residenti hanno assistito all’ennesimo spettacolo indegno, un regolamento di conti tra bande criminali in pieno pomeriggio.

La testimonianza «E’ successo quello che succede ogni giorno, ogni settimana ogni mese – racconta Giulietto Albioni, originario di Roma ma che si è trasferito nel quartiere nel lontano 1975 quando ancora vivere alla stazione di Perugia poteva essere considerato un privilegio dato il pregio della zona – intorno alle sette e mezzo di pomeriggio ho sentito dei rumori di vetri rotti e forti urla. Quindi mi sono affacciato alla finestra e ho assistito all’ennesima scena, già vista e rivista». Una specie di agguato, raccontano alcuni testimoni, che si è consumato davanti al negozio etnico in via della Ferrovia, la strada in salita che dalla stazione porta a via Canali.

I carabinieri in azione

Un controllo dei carabinieri

L’agguato Dalla finestra della sua abitazione, che fa angolo con via Luzzatti, il signor Albioni ha potuto notare che, tra pezzi di tubo e bottiglie rotte, alla fine è spuntato anche un coltello. «Sono arrivati, erano in sei o in sette, e sono scesi da una Mercedes bianca. Si erano portati dei tubi delle condutture, dei tondelli, hanno iniziato a urlare e a inveire contro un altro gruppo di persone. Si sono presi a sprangate, qualcuno ha rotto delle bottiglie di birra trovate a terra, si sono infranti dei vetri e c’è stata una zuffa che è durata appena qualche minuto. Poi, come se niente fosse, il gruppetto che era venuto in macchina è risalto in auto e è partito a gran velocità mentre gli altri hanno fatto perdere le proprie tracce scendendo a piedi verso la stazione». Tutti di nazionalità straniera, secondo Albioni, ma di gruppi etnici differenti.

Negozio etnico «Non ho fatto neanche in tempo a chiamare la polizia o i carabinieri, in qualche minuto l’aggressione era finita. Sinceramente non sono neanche in grado di dire se ci sono stati danni o conseguenze per persone o cose. So solo che stamattina gli oggetti con cui si è consumata la rissa erano ancora lì per terra. Per fortuna non c’è stato nessun coinvolgimento di macchine, perché la Mercedes si era fermata in mezzo alla strada e poteva finirci in mezzo qualche passante». Un racconto, quello di quanto avvenuto il giorno dell’Epifania, simile a molti altri. Da tempo, infatti, i residenti denunciano di strani giri e risse nei pressi del negozio etnico mentre, stranamente, quello cinquanta metri sotto è un posto tranquillo. «Prima dell’apertura di quel locale – racconta ancora Albioni – la strada era ancora un posto tranquillo. Perché non li fanno chiudere?».

Passaggio pedonale Fontivegge

Passaggio pedonale Fontivegge

Le denunce, i reclami, le proteste in questi anni sono servite a poco ma tutta l’area dovrebbe essere riqualificata anche per i commercianti e i negozianti che fanno fatica a tirare avanti. «La scarsa natalità ha portato a un aumento della componente di anziani nel quartiere – è l’analisi di Albioni – qui i negozi e le attività commerciali chiudono, l’ultima solo in ordine temporale il negozio di pasta fresca che si è trasferito alla stazione del Minimetrò di Pian di Massiano». Neanche la nuova amministrazione, che di una maggiore sicurezza a Fontivegge aveva fatto la sua bandiera in campagna elettorale, è riuscita a migliorare un po’ la situazione. «Si dà sempre poco peso ai piccoli episodi, fino a che non ci sono i morti – commenta ancora Albioni –  Da anni si parla sempre delle stesse cose, ma niente è cambiato e sento parlare solo di ‘cantieri’, riqualificazione delle periferie, progetti con cifre a sei zeri. Un conto è dirlo e un conto è farlo. È passato un anno da quando l’assessore Fioroni è venuto alla stazione a illustrare il progetto della nuova Fontivegge. Noi siamo qui e aspettiamo. Ad esempio perché qui il piano regolatore non è mai stato applicato? Altrimenti tutta questa miriade di costruzioni su cui i perugini speculano dando buchi in affitto a questi poveracci non ci sarebbe».

Il sindaco Romizi pulisce Fontivegge

Il sindaco Romizi pulisce Fontivegge

Posto di polizia «Fontivegge merita il presidio di polizia fisso», prosegue il signor Albioni, aperto 24 ore su 24 e pronto a intervenire in qualsiasi momento. Per questo, conclusa la raccolta firme portata avanti dal comitato civico Progetto Fontivegge, nel 2017 i cittadini si aspettano risposte concrete. «Abbiamo raccolto quasi mille e cinquecento firme, hanno aderito alla proposta anche tanti cittadini extra comunitari, gente per bene che vive e lavora qui». In attesa di essere ricevuti dal questore Messina, le firme saranno consegnate anche al Sindaco che, anche in consiglio comunale, si era detto già favorevole alla proposta poi trasformata, su spinta del consigliere della Lega Nord Felicioni, nell’ipotesi di un presidio permanente dell’Esercito.

Proposte concrete «I problemi non si risolvono con le pacche sulle spalle, la riverniciatura di una ringhiera o la pulizia di un vialetto – conclude Albioni – servono fatti e proposte politiche. Non è verniciando una ringhiera o andando a ripulire il vialetto che si risolvono i problemi della città. Perché qui i cittadini sono costretti a fare quello che dovrebbe fare chi è preposto. Questo significa solo che l’amministrazione ha delle carenze, noi siamo ancora qui e aspettiamo delle risposte».

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