Perugia, Kronogest ‘spegne’ il Pala Pellini

La società non accende i riscaldamenti del Palazzetto dello sport Pellini «in attesa delle certificazioni da parte del Comune di Perugia dei lavori di manutenzione»

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«Kronogest ha deciso di non accendere i riscaldamenti del Palazzetto dello sport Pellini in quanto in attesa delle certificazioni da parte del Comune di Perugia dei lavori di manutenzione e adeguamento effettuati». L’annuncio della società è solo l’inizio di una nuova puntata della polemica con palazzo dei Priori: «Senza le suddette certificazioni a norma – chiarisce Kronogest – non è possibile pertanto mettere in esercizio gli impianti».

La documentazione La società precisa di «aver richiesto più volte, per iscritto, all’amministrazione comunale la necessaria documentazione non volendosi più assumere alcuna responsabilità circa la prosecuzione delle attività al Pala Pellini in deroga alle normative vigenti. Purtroppo nessuno dei solleciti ha mai avuto riscontro. La dirigenza della Kronogest ha pertanto ritenuto opportuno non voler correre più alcun rischio; ed è per questo che si è già attivata, fin da oggi, riducendo l’utilizzo delle caldaie e dei dispositivi che possano aumentare il rischio d’incendio (a partire dalle caldaie). Questo affinché si scongiurino eventuali danni sia nei confronti di terzi che nei confronti del proprio personale. Si tratta di una scelta dolorosa ma necessaria che sarà portata avanti anche a costo di chiudere le strutture. Le istituzioni e la popolazione si devono rendere conto che non si può fare sport a scapito della sicurezza. Non è un concetto difficile, eppure, come troppo spesso accade in Italia, sembra che serva sempre una tragedia a risvegliare i riflessi e le coscienze di chi dovrebbe sorvegliare».

La polemica Kronogest, poi, affonda il colpo: «Non vogliamo assolutamente arrivare a questo punto, e rimaniamo sbalorditi di fronte al fatto che vengano sbandierati investimenti di centinaia e migliaia di euro sul Pala Evangelisti, dando priorità al decoro, quando la struttura non ha ancora conosciuto gli investimenti per renderla sicura a norma di legge. Magari qualcuno pensa che basti salire sul carro del vincitore di possibili risultati sportivi per guadagnare consenso anche in politica. Ma se salire su quel carro significa farlo a costo della sicurezza, sia chiaro che Kronogest non è più disposta a stare al gioco».

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