Perugia, l’Oddo-bis comincia ‘senza alibi’

Pur in un clima disteso, in cui nessuno vuole fare polemiche e riaprire certe discussioni, il tecnico ci tiene a fare alcuni riferimenti al passato, da Falcinelli al rapporto col gruppo. Mai citato Goretti. Tifosi contro Santopadre

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«Conta l’obiettivo che abbiamo… e adesso è bello chiaro»: questo l’unico riferimento di Massimo Oddo alla polemica a distanza con Roberto Goretti, che di fatto segnò la sua prima esperienza in biancorosso, in quasi 20 minuti di conferenza stampa.

Il reale valore della rosa

Il tema è stranoto: il direttore dell’area tecnica era convinto, e non lo nascondeva, di aver allestito una squadra che poteva lottare per la promozione, arrivando a parlare di «fallimento», in caso di mancata promozione; l’allenatore gli faceva notare come la rosa allestita fosse grosso modo quella dell’anno precedente, arrivata fuori dai playoff, disputati solo per la defezione del Palermo. Da lì, il rapporto si deteriorò, fino all’esonero. E, il giorno della presentazione di Cosmi, Santopadre chiarì poi in conferenza stampa come quelle dichiarazioni di Oddo proprio non gli erano piaciute. 

La curiosità e i temi caldi

Era questo uno dei punti interrogativi della vigilia. Ne parlerà o no? Non ne ha parlato, non ha mai citato Goretti, ma la sensazione è che, fosse arrivata la domanda giusta, avrebbe avuto tanta voglia di parlarne. Visto che, non appena se n’è verificata l’occasione, ha buttato lì un paio di riferimenti per chiarire la sua posizione su alcuni temi caldi che avevano caratterizzato i commenti dell’ultima fase della sua prima avventura alla guida del Perugia.

Il rapporto con i calciatori

«Come hanno trascorso il loro tempo senza Oddo io non lo so e non mi interessa neanche, so come hanno trascorso il tempo con me prima, ed è stato piacevole, dove non ci sono mai stati problemi, questo lo sottolineo».

Le telefonate coi ragazzi

«Ho sempre avuto sempre un ottimo rapporto con loro, tanti di loro li ho sentiti perché oltre l’aspetto calcistico si instaura anche un rapporto umano, che va oltre il calcio, e a volte ho fatto anche da supporto psicologico per cercare di spronare in un momento che non era semplice perché mi dispiaceva per il Perugia e per i ragazzi».

Il contratto e la chiamata improvvisa

Altro nodo quello del contratto. Oddo ha un accordo per un’altra stagione. E se avesse rifiutato di tornare sulla panchina del Perugia avrebbe perso il diritto allo stipendio (che si conserva, invece, dopo un esonero). Ma quando glielo fanno notare parlandogli di futuro, lui glissa sul tema: «Col presidente non ho parlato di futuro: «In questi casi il futuro si scrive tramite il presente. La cosa meno importante è proprio cosa accade dopo. Non c’è futuro senza presente».

Lo stato d’animo del gruppo

«Io di carattere sono gioioso, sono scherzoso, parlo con i ragazzi e cerco di farli stare tranquilli di rasserenarli. Devono, dobbiamo avere la massima concentrazione pera avere i massimi risultati. Loro devono solo stare sereni. Ora conta pensare solo a noi stessi e possibilmente divertirsi in campo per avere la leggerezza mentale che aiuta a giocare meglio. Fanno il mestiere più bello del mondo e possono, vista la situazione, fare una cosa molto importante».

L’immedesimazione in Serse

«È successo anche a me, io ho fatto due mesi da incubo a Crotone, dove non ho vinto neanche una partita. Quindi so cosa si prova. Mi dispiaceva per tutti. Sotto un certo punto di vista mi sento in dovere di fare il massimo per risolvere la situazione».

Come sta il Perugia verso Chiavari

Falcinelli

Parole al miele anche per Diego Falcinelli,  che suo malgrado è stato il primo elemento di tensione: mentre lui provava l’assetto che poi si è rivelato quello più redditizio (due trequartisti dietro Iemmello), gli prendevano un secondo centravanti ‘di peso’ – in senso mediatico – come Falcinelli, perugino e a suo modo nella storia del Perugia anche per la scelta di indossare il numero 8 di Renato Curi.  Oddo ha raccontato di averci parlato: «Gli ho detto che può capitare un’annata storta ma che si può essere decisivi anche facendo il gol salvezza all’ultimo minuto dell’ultima partita».

Le difficoltà di Rajkovic

«Ho visto le partite, conosco vita, morte e miracoli di questi ragazzi, so che qualcuno di loro ha avuto difficoltà, come Rajkovic, che per me nemmeno ci dovrebbe stare in B, ma che per la struttura fisica che ha è normale abbia avuto dei problemi, eppure anche a lui dico che con la sua esperienza può essere decisivo anche giocando cinque minuti”.

Il modulo e le motivazioni

«Quelle sulla squadra tarata per settore di classifica è una frasi di circostanza, retorica, assolutamente non è veritiera. I giocatori devono andare sempre in campo per vincere. Al di la di quella che può essere la posta in palio. In questo caso la salvezza. Dobbiamo scendere in campo con convinzione, fare più punti possibili, anche 9. La squadra ha la capacità per farlo. Sul cambio del modulo posso dire che in questi casi l’allenatore deve essere bravo a capire chi sta bene fisicamente e poi metterli nelle migliori condizioni. Ognuno nel ruolo giusto e in base a quello poi viene fuori il modulo. L’aspetto fisico conta tantissimo, ma in questo momento l’aspetto fondamentale è quello mentale. La squadra sarà un mix di caratteristiche: testa, fisico e personalità. In questi momenti la personalità conta tanto»

Ora diamo il tutto per tutto

«In questo momento c’è bisogno di tutti. Sono 22 e devono mettersi completamente a disposizione, dare tutto quello che hanno. Conta la maglia, conta il Perugia, conta l’obiettivo. Vietato darsi alibi. Loro sono un avversario che mentalmente sta bene. Occupano una posizione tranquilla e può ancora giocarsi i playoff… è un vantaggio che hanno. Un altro vantaggio è che hanno un campo piccolo, veloce e che conoscono. Ma i vantaggi finiscono qui. Noi dobbiamo pensare solo a noi stessi. Con la convinzione di fare una partita a viso aperto, con equilibrio e possibilmente vincerla. Non dobbiamo essere impauriti e dobbiamo tirare fuori carattere e ognuno deve trovare le proprie motivazioni dentro di sé».

La conferenza stampa integrale (video)

Perugia, riecco Oddo: «Credo nei ragazzi»

I tifosi contro Santopadre

«In un momento estremamente particolare che ci vede lontani dai gradoni degli stadi, la nostra rabbia è ancora forte ed il nostro silenzio è durato fin troppo – recita il comunicato dei tifosi della Curva Nord – abbiamo sempre evitato di criticare le scelte in ambito sportivo fatte da questa società, con i famosi conti a posto e che millantava ambizioni di serie A, lasciando che lavorasse in un ambiente sereno, per il solo bene del Perugia. La realtà si è poi dimostrata un’altra, ogni anno una squadra sempre più mal costruita e mal gestita, al punto di arrivare a giocarsi la permanenza in serie B al rush finale».

«Abbiamo visto una piazza intera spegnersi, perdere entusiasmo e passione, uno stadio svuotarsi. Abbiamo visto giocatori fare il bello e il cattivo tempo all’interno dello spogliatoio, allenatori usati come parafulmine esonerati poi ripresi senza logica né criterio. Abbiamo sentito un presidente addossare colpe a tutti: lo staff, la squadra, i tifosi addirittura, meno che a sé stesso, un personaggio alla ricerca costante del capro espiatorio per nascondere scarse possibilità o scarse competenze, ma la realtà è che il pesce puzza sempre dalla testa».

«Siamo stanchi di calciatori indegni di indossare la maglia del Grifo, tutti, dal primo all’ultimo, sono complici ed artefici di una stagione vergognosa. Circostanza che si ripete da anni, pur cambiando giocatori e allenatori, ciò non può più essere considerato un caso ma un’evidente mancanza dirigenziale».

«Non abbiamo mai preteso un salto di categoria, mantenere quella attuale era l’unico sforzo richiesto, l’impegno minimo. È finito il tempo dei programmi, dei finti investimenti, delle plusvalenze e del solo tornaconto personale. Nessuno da tempo si diverte a vedere il Perugia giocare, in pochi sono quelli rimasti a sperare in palcoscenici migliori e l’unico a cui rimane qualcosa ad ogni fine stagione è soltanto il presidente, ma se crede sia la giusta rotta ha sbagliato nave da traghettare. Il Grifo e i suoi tifosi meritano di più».

A Chiavari arbitra Ros (con lui pessimi precedenti)

Sarà Riccardo Ros della sezione di Pordenone a dirigere Virtus Entella-Perugia, gara valida per la 17ª giornata di ritorno del campionato di Serie B. Assistenti Oreste Muto della sezione di Torre Annunziata e Niccolo Pagliardini della sezione di Arezzo. Quarto ufficiale Matteo Gariglio della sezione di Pinerolo.

In questa stagione Ros ha diretto il Grifo nel match interno contro l’Ascoli (1-1) e alla prima di Cosmi al Bentegodi di Verona (2-0 nel finale e rosso a Falasco).

Nessuna direzione nel 2019/19 mentre nel 2017/18 ha diretto il Grifo a Palermo (1-0, con rigore inventato) e all’ultima di campionato (Perugia-Novara 1-1, quella del commiato di Breda)

In totale con il Grifo in B 6 gare dirette con tre pareggi e tre sconfitte.

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