Perugia: ‘No bavagli’, Assostampa Umbra in piazza per il diritto di cronaca

Manifestazione per dire no all’emendamento Costa e ribadire il principio cardine del diritto di cronaca

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No alle leggi bavaglio, sì alla libertà di stampa, al diritto di cronaca e a quello dei cittadini ad essere correttamente informati. Sono questi i messaggi lanciati stamattina a Perugia dall’Associazione Stampa Umbra che in Piazza Italia, nell’ambito delle iniziative Fnsi, ha organizzato una manifestazione molto partecipata dai colleghi contro l’emendamento Costa e le leggi che rischiano di annacquare  i cardini della professione e di intaccare l’articolo 21 della Costituzione.

La manifestazione

Protagonista l’Asu insieme all’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, l’associazione Libera ed i parlamentari umbri Walter Verini (PD) ed Emma Pavanelli (MSS), coloro che hanno raccolto l’invito: «La legge passata pochi giorni fa in Senato – ha detto il presidente Asu Massimiliano Cinque – impedisce di pubblicare le notizie di reato in maniera tempestiva perché vieta di pubblicare gli atti giudiziari; è l’emendamento Costa che fa seguito alla legge Cartabia sulla presunzione di innocenza la quale di fatto limita la possibilità per i giornalisti di venire a conoscenza dei reati. È un problema che riguarda anche il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Non sono in discussione i principi delle direttive comunitarie in materia, ciò che non funziona sono le leggi italiane che le hanno recepite. La manifestazione di oggi – ha poi specificato – è inserita in quelle di ambito nazionale avviate dalla Fnsi e si unisce a quelle delle altre Assostampa italiane. Ciò che chiede il sindacato è che Mattarella non firmi la legge così com’è». Sulla stessa lunghezza d’onda la vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti Donatella Binaglia: «il valore di un giornalismo al servizio dei cittadini. Queste leggi mettono in discussione il diritto di cronaca e l’articolo 21 della Costituzione ed inoltre impediscono ai cittadini di accedere a informazioni corrette e complete. Grazie al sindacato che ha organizzato questa iniziativa che ci vede pienamente partecipi e d’accordo. Purtroppo c’è da dire che il quadro già difficile è peggiorato anche dalle lentezze sulla riforma dell’Ordine regolato ancora da una legge che risale al 1963 e che invece avrebbe assoluto bisogno di un aggiornamento».

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