Perugia, per Gesenu uno sciopero ‘a metà’

Aderiscono Cgil, Cisl e Uil; lo annulla Cisal. Possibili disagi. Intanto partono le cartelle per i furbetti, grazie alle verifiche incrociate

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Proprio nei giorni in cui comincia Umbria Jazz e la città si presenta al mondo, arriva lo sciopero degli addetti Gesenu, che provocherà disagi alla raccolta dei rifiuti. Lo sciopero è stato confermato dagli operatori che fanno riferimento alle sigle Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti mentre invece è stato annullato dagli operai della Fiadel Cisal Gesenu.

Le ragioni dello sciopero

Mancato turnover, uso sistematico dello straordinario per coprire i buchi dell’organico, mancato accordo sul rimborso per il lavaggio degli abiti da lavoro: questi, in sintesi, i nodi di contrasto fra azienda e lavoratori, ricordati nella nota che conferma lo stato di agitazione per la giornata di giovedì e ricorda che «potranno verificarsi disservizi per la raccolta dei rifiuti ma saranno comunque garantiti i servizi minimi essenziali previsti dalla Legge».

Le ragioni del mancato sciopero

«In relazione allo sciopero indetto per la data dell’11 Luglio 2019 – scrivono dalla Fiadel Cisal Gesenu – la nostra organizzazione sindacale e i nostri delegati nella RSU dopo attenta riflessione ritengono che la scelta più saggia, nel rispetto dei lavoratori e lavoratrici Gesenu, sia quella di sospendere lo sciopero. La nostra decisione è data dal perdurare della trattativa in corso con l’azienda che ha mostrato delle aperture in merito ai punti che hanno portato alla mobilitazione. Rispettiamo lo sciopero e chiunque voglia aderire ma farlo alla vigilia della franchigia estiva, periodo nel quale non sarà possibile continuare nella protesta, crediamo sia un sacrificio che possa purtroppo risultare vano. Invitiamo l’azienda a continuare la trattativa in essere, ammorbidendo la sua posizione che ad oggi non riteniamo comunque per noi soddisfacente».

Sanzioni in arrivo per tremila

Intanto, sul fronte rifiuti, è in arrivo una stangata non da poco per circa tremila famiglie finora sconosciute all’anagrafe dei contribuenti Tari. Gli avvisi riguardano l’omessa o infedele dichiarazione, irregolarità venute fuori in seguito a una serie di minuziosi accertamenti che Gesenu e Comune hanno compiuto incrociando i dati dell’anagrafe con il database Tari. I controlli si riferiscono agli anni dal 2014 in avanti. Per i ‘furbetti’ ci sono 60 giorni di tempo per mettersi in regola usufruendo di una riduzione del 30%.

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