Provincia di Perugia, passa il bilancio

Il documento approvato a maggioranza dal consiglio e il 21 dicembre sarà sottoposto all’assemblea dei sindaci per la ratifica

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Il bilancio di previsione per il 2015 della Provincia di Perugia sarà sottoposto all’assemblea dei sindaci, per l’approvazione, il 21 dicembre. Il consiglio provinciale lo ha infatti licenziato, a maggioranza.

Mismetti «Siamo al traguardo di un anno complesso e tormentato – ha ricordato il presidente, Nando Mismetti – e questo bilancio più che un atto politico è il prodotto che viene da un percorso difficilissimo e che mi auguro irripetibile. Se la legge Delrio ha le sue positività, la legge di stabilità 2015 ha seriamente compromesso la stabilità delle Province al punto che persino la Corte dei conti nazionale ha sostenuto che la situazione economico-finanziaria delle Province, alla luce dei provvedimenti adottati, è insostenibile. Per questo il fatto di essere comunque riusciti a mettere in equilibrio il bilancio, grazie agli sforzi prodotti dalla struttura provinciale, dalle decisioni assunte dalla Regione e ad alcuni aggiustamenti prodotti dallo Stato, deve essere motivo di soddisfazione».

Il lavoro Tutto il consiglio, ha precisato Mismetti, «ha collaborato, senza distinzione tra maggioranza ed opposizione, al raggiungimento del risultato, frutto di un lavoro della buona politica, che non percepisce neanche i rimborsi chilometrici per i trasferimenti a Perugia. Chiuso questo capitolo subito ci troveremo ad affrontare il 2016 che, se non sarà oggetto dei correttivi indicati dall’Upi, rischia di essere altrettanto se non più complesso».

Le opposizioni Critiche sono arrivate invece dai consiglieri di minoranza: «Siamo tra le ultime Province ad approvare il bilancio – ha dichiarato Riccardo Meloni, annunciando il suo voto contrario – e ancora manca il parere dei revisori dei conti. Da un primo esame dello schema di bilancio si evince che sulla spesa corrente tagli concreti non sono stati fatti, l’unico reale risparmio viene dalle spese del personale. Siamo di fronte alla riduzione marginale dell’1-2 per cento».

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