Regione, i cinghiali ‘scavalcano’ l’Ast

Terni – La II commissione impegnata nella discussione sugli animali. Salta la convocazione dei sindacati. Il 4 novembre nuovo appuntamento

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Incidente ‘diplomatico’ – poi rientrato dopo qualche ora – mercoledì mattina in seconda commissione consiliare regionale permanente, dove alle 12 era convocata (in videoconferenza) l’audizione dei sei segretari provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb di Terni, chiamati a riferire sulla situazione dell’Ast. Ma la seduta, alla quale era peraltro atteso l’assessore allo sviluppo economico Fioroni, è stata ‘monopolizzata’ dalla discussione sui danni provocati all’agricoltura dai cinghiali e dopo oltre un’ora e mezzo di ‘anticamera’ virtuale, senza essere ammessi alla seduta stessa e ricevere alcuna comunicazione sul da farsi, i segretari hanno deciso di spegnere la connessione e, almeno metaforicamente, alzare i tacchi. Con tanto di dura email inviata alla stessa commissione per far presente la cosa, mail che ha evidentemente avuto i suoi effetti, vista la nuova convocazione – arrivata nel pomeriggio – per il 4 novembre.

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Le reazioni risentite

«Ritengo quanto accaduto veramente imbarazzante e sgradevole – commenta il segretario dell’Ugl metalmeccanici, Daniele Francescangeli -. La questione dei cinghiali è ritenuta evidentemente più importante di quella che riguarda la più grande azienda della regione. Bastava una telefonata per comunicarci a che punto fosse la discussione e quando sarebbe stato il nostro turno, invece dopo quasi due ore di vana attesa siamo stati di fatto buttati fuori dalla seduta senza ricevere alcuna informazione». Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Gioacchino Olimpieri, segretario della Fismic. «In tanti anni di sindacato – spiega – non mi era mai accaduta una cosa simile. Ognuno ha i suoi impegni, sia personali che sindacali, e per essere presenti oggi (mercoledì) ci eravamo organizzati di conseguenza. Senza voler nulla togliere al problema dei cinghiali, ci ha spiazzato sapere che il tema della più grande realtà del centro Italia, di interesse nazionale, possa rimanere sospesa in un limbo. È una dimenticanza piuttosto grave da parte delle istituzioni». Nel pomeriggio, poi, la nuova convocazione per mercoledì 4 novembre.

Fiom: «Regione ‘distratta’, serve impegno e coesione»

«Abbiamo rispetto delle istituzioni e di tutti i problemi, compresi quelli dei cacciatori e dei proprietari terrieri che subiscono danni dai cinghiali, ma questa superficialità ci preoccupa e rammarica» commenta il segretario della Fiom Cgil, Alessandro Rampiconi. «Avremmo ribadito, in quella sede – continua riferendosi alla seduta della commissione -, la necessità di un chiarimento tra il governo italiano e la multinazionale tedesca, per capire il contesto generale nel quale viene calata la vendita di Acciai Speciali Terni. Su questo punto ci riteniamo insoddisfatti per come si è concluso l’ultimo incontro del 21 ottobre al ministero dello sviluppo economico. Il governo deve comprendere il legame inscindibile che c’è tra un’ipotesi di accordo ponte per garantire investimenti e occupazione e le strategie complessive della ThyssenKrupp. Questo anche nell’ottica del piano nazionale della siderurgia, che ci auguriamo prenda vigore, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali a livello nazionale. A detta di Rampiconi «anche la Regione dell’Umbria ha dimostrato ‘distrazione’, nonostante la richiesta di incontro che tutte le sigle sindacali avevano rivolto alla governatrice Donatella Tesei già nel mese di giugno 2020. Sono state comunque apprezzabili, anche se non sufficienti, le precisazioni dell’assessore Fioroni nell’incontro del Mise, con la richiesta all’azienda di una interlocuzione certa e autorevole. In questo momento serve accrescere l’impegno del governo, come dell’opposizione, sia a livello locale che nazionale, formula che è stata vincente anche nelle passate vertenze. Non aiutano le strumentalizzazione partitiche da campagna elettorale che abbiamo registrato nei giorni scorsi, quando un eletto nella rsu è uscito sulla stampa tracciando percorsi sindacali e firmandosi come dirigente politico, per attaccare subito dopo il governo rivestendo i panni del sindacalista. Tutto questo aumenta la confusione quando, invece, serve senso di responsabilità e coesione». La Fiom spiega che «continuerà nel percorso unitario intrapreso e già dai prossimi incontri programmati per il 30 ottobre e il 4 novembre, incalzerà l’azienda sul piano industriale e sulla fase transitoria, per garantire occupazione e produzioni strategiche. Così come rimangono aperte tutte le interlocuzioni istituzionali e di tutti quei soggetti che possono portare sostegno alle preoccupazioni dei lavoratori». La Fiom nazionale, annuncia Rampiconi, ha intanto «già avviato interlocuzioni informali con i sindacato europeo».

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