Rudy Guede: «La corte accolga l’istanza»

Revisione del processo, il 10 gennaio decisione sull’ammissibilità. Rudy sereno e tranquillo, il 26 dicembre festeggerà in carcere il 30simo compleanno

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di L.P.

La Corte d’appello di Firenze ha rinviato al 10 gennaio 2017 la decisione sulla possibile ammissibilità della revisione del processo che vede imputato Rudy Guede, il ragazzo ivoriano condannato in via definitiva, con rito abbreviato, per l’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto la notte fra il 1 e il 2 novembre 2007 a Perugia. La Corte ha ritenuto «necessario acquisire agli atti la sentenza di Cassazione pronunciata nei confronti dell’imputato» e quella d’appello relativa altri due imputati.

Mancanza di nuove prove Tra venti giorni, dunque, Rudy saprà se la Corte avrà accolto le richieste dei suoi legali che hanno presentato istanza di revisione per conflitto di giudicati. Un conflitto che, secondo i legali della famiglia di Meredith, invece, non sarebbe ravvisabile. «Quello che non è provato è che non si possa commettere il delitto se non con quei concorrenti, che è quello che sosterrebbe Guede nella sua richiesta di revisione», ha detto l’avvocato Vieri Fabiani che insieme all’avvocato Francesco Maresca rappresenta la famiglia Kercher. «A noi sembra che non si verifichi il contrasto tra i due giudicati – ha proseguito Fabiani – perché i motivi di revisione possono essere prove nuove o un contrasto tra due giudicati che devono essere tra loro assolutamente incompatibili. Poiché non ci sembra questo il caso non ci può certo essere una revisione o un processo da rifare».

Ammissibilità Secondo l’avvocato Maresca, inoltre, «l’istanza di revisione non è sufficientemente motivata, non ci sembra ci siano i presupposti. La Corte d’appello valuterà in prima battuta l’ammissibilità e poi l’eventuale accoglimento o meno. Ritengo che non ci sia un conflitto di sentenze ma semplicemente un’interpretazione diversa delle condotte dei soggetti che erano presenti nella villetta».

Conflitto tra le sentenze Di tutto altro avviso, invece, i legali e il comitato che sostiene Rudy in questa fase. «Oggi il giudice ha detto che il 10 si decide – afferma Davide Camilli, portavoce di Guede – secondo noi ci sono i presupposti perché la Corte accolga l’istanza». La tesi, dunque, è che la richiesta non sia infondata e che i giudici valuteranno gli atti. «Ovviamente non vogliamo tirare in ballo responsabilità che sono già state escluse da una sentenza di un tribunale italiano, già passata in giudicato. Non saremo noi a far riemergere le posizioni di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, assolti dalla giustizia italiana. Però il conflitto di giudicato, per noi, c’è ed è reale. Nella sentenza di condanna di Rudy c’è scritto colpevole di concorso in omicidio e che a farlo entrare nella casa di via della Pergola fu Amanda Knox. Nella sentenza di assoluzione della studentessa di Seattle, invece, Amanda non era sul luogo del delitto».

La versione di Rudy Se Amanda non era in casa, quella notte, chi ha fatto entrare allora Rudy? «Allora è valida la versione di Rudy, mai creduta dai giudici, per cui lui era entrato in casa con la stessa Meredith e, forse, allora, non c’è stato nessun gioco erotico finito male, tra i due. Vogliamo solo che i giudici, in base agli atti, stabiliscano la possibilità di rivedere la posizione dell’unico condannato per l’omicidio della studentessa inglese». Altri venti giorni, dunque, per Rudy e poi, forse, potrebbe essere scritta una nuova storia. Intanto il giovane di origini ivoriane, che il prossimo 26 dicembre compirà 30 anni all’interno del carcere Mammagialla di Viterbo dove è attualmente recluso, si prepara a trascorrere un altro Natale tra le sbarre. «Lui è molto tranquillo e sereno. Rispetta le sentenze, qualora i giudici non dovessero accogliere la sua istanza proseguirà, in modo legale e civile, la sua battaglia per dichiarare la sua innocenza» conclude Camilli.

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