‘Stupratore in Umbria’: ma erano le Marche

Dopo le violenze sessuali e gli arresti a Rimini, Matteo Salvini va all’attacco ma confonde – e non è il solo – le due regioni

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Cavalcare l’onda di indignazione è uno sport comune, ma la fretta talvolta può provocare errori. Capita a molti: ai politici e anche a noialtri giornalisti. Un caso emblematico nella giornata di domenica.

La denuncia social Dopo l’arresto di Guerlin Butungu, presunto componente del branco che ha stuprato a Rimini una coppia di turisti e un transessuale (lui era l’ultimo ancora in libertà), il leader della Lega Nord, Matteo Salvini ha pubblicato un post di denuncia, con tanto di foto non censurate prese dal profilo dell’uomo (le abbiamo pixelate noi) sottolineando che il soggetto era un «richiedente asilo» e specificando che, arrivato in Italia dal Congo due anni fa, era ospite, «a spese degli italiani». In Umbria. Apriti cielo. La notizia è stata subito ripresa dagli esponenti locali del Carroccio e quindi dai media.

Problemi di geografia Il problema è che Salvini (o chi gli cura la pagina) si è confuso. Perché Butungu non stava in Umbria, ma nelle Marche. Precisamente a Cagli (provincia di Pesaro e Urbino), come umbriaOn ha potuto verificare e come riporta anche Il Giornale. Ancor più dettagliata la descrizione de Il Fatto Quotidiano: «Era sbarcato nello stesso anno a Lampedusa, Butungu. E, dopo aver ricevuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari in scadenza nel 2018, era stato trasferito nello Sprar Invictus di Pesaro da settembre 2016 fino al 22 aprile 2017, abitando nella struttura collettiva Freedom di Pesaro che accoglie 15 rifugiati». Poi anche un corso di cameriere in un ristorante di Fano. Insomma nessun legame con l’Umbria.

Il punto di vista lombardo Un errore da poco, forse, per Salvini. Certo, sarebbe stato meglio verificare, ma tant’è: dal suo punto di vista, per il ragionamento politico che voleva proporre – condivisibili o no che siano temi, metodo e forma – cambia poco. Emerso l’errore (quando abbiamo provato a chiedere ulteriori dettagli) sulla pagina di Salvini è stato subito corretto il post, modificando nel testo «in Umbria» con «nelle Marche». Restano i commenti beceri in coda al post, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.

Il punto di vista locale A ruota, però, nel frattempo l’errore aveva coinvolto anche alcuni esponenti della politica locale e alcuni giornali, a cui sarebbe bastata una rapida verifica per evitare una gaffe. Per la cronaca, dopo Salvini anche il consigliere regionale leghista Valerio Mancini – che aveva seguito il suo segretario – ha modificato il post, sottolineando però che la località si trova «al confine tra Umbria e Marche». In serata, poi, la Lega regionale ha inviato una rettifica.

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