Sangemini: «Nessun esubero fino al 2024»

Intesa in Regione tra sindacati e azienda: per ora solo uscite volontarie e cassa integrazione per ristrutturazione

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di G.N.

«La Sangemini è un biglietto da visita per qualunque ambito, persino per il credito. E la proprietà, ad oggi, ha dimostrato di non saper dare le giuste risposte rispetto alle iniziali intenzioni, a quando ha acquistato questa realtà». Questo il commento del sindacalista Daniele Marcaccioli (Uila Uil) che mercoledì mattina ha sostenuto lo sciopero di otto ore dei lavoratori, con presidio sotto il Palazzo della Regione Umbria, al Broletto. La protesta, iniziata poco prima delle 10, è terminata alle 12 con la convocazione del tavolo vertenza San Gemini e alle 12.30 con la formalizzazione di un accordo sottoscritto da Regione Umbria, Confindustria Umbria, sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e Acqua Minerali d’Italia Spa.

«Nessuna uscita di personale, se non su base volontaria»

Nel documento, in sintesi, è stata assicurata tutela occupazionale fino al 2024, prevedendo uscite di personale solo volontarie. Si è parlato di un piano industriale, con cronoprogramma degli investimenti da attuare nel triennio 2019-2021, supportato da un piano di sviluppo commerciale per le politiche di marketing; monitoraggio semestrale; ammortizzatori sociali ai fini della riorganizzazione per 24 mesi; politiche di formazione da parte della Regione Umbria. Un nuovo punto della situazione verrà effettuato il prossimo 5 novembre, con la riunione di un tavolo tecnico tra azienda e organizzazioni sindacali presso la sede della Regione Umbria.

«Il piano industriale e commerciale devono attaccare il mercato»

«La situazione è vincolata a un triplice percorso – prosegue Marcaccioli -. Da un lato, il piano di sviluppo industriale affiancato da un piano commerciale e di marketing che devono portare ad attaccare il mercato; dall’altro, la questione impiantistica, con l’azienda che farà un restyling delle linee attuali e cambierà la logistica. Infine, il piano sociale, con l’impegno a mantenere lo stato occupazionale fino al 2024».

L’implosione del settore agroalimentare in Umbria

«In Umbria, il settore agroalimentare è imploso, come dimostrano le vertenze Colussi, Novelli e Nestlè. Sangemini non è su questo piano, anche perché le acque minerali, nel panorama italiano, sono un business di successo. Ma è un mercato sempre più frenetico, ci sono le imposizioni della grande distribuzione e, spesso, il cliente sceglie senza una adeguata cultura del prodotto. Per questo – conclude il sindacalista della Uila Uil – servono ricerca, innovazione e marketing per restituire valore aggiunto a un bene di qualità. Sappiamo che l’azienda potrebbe riattivare il vuoto a rendere e iniziare la commercializzazione porta a porta. Non va dimenticato l’e-commerce».

Il punto di vista della Cgil

«Siamo soddisfatti dei significativi passi avanti che abbiamo, fatto grazie alla mobilitazione – affermano Michele Greco e Paolo Sciaboletta, per la Flai Cgil Umbria – perché oggi abbiamo messo nero su bianco che non ci saranno licenziamenti da qui al 2024 e abbiamo ottenuto garanzie per i redditi dei lavoratori e sul piano industriale. Ora la parola passerà ai lavoratori che dovranno esprimersi in assemblea sui contenuti dell’intesa».

La Fai Cisl

Per Simone Dezi della Fai Cisl di Terni si tratta di un «primo passo importante, grazie alla partecipazione dei lavoratori che saranno determinanti poi nelle assemblee, una volta che si sarà trovata un’intesa. Passo dopo passo, siamo e saremo sempre al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici».

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