Sangemini: stato di agitazione per la contrattazione di secondo livello

Soldi fermi da tre anni, c’è anche la questione flessibilità. «Chiediamo i nostri diritti»

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Si aspettavano una nuova convocazione da parte dell’azienda in tempi brevi, invece non è arrivata ancora risposta alle rsu della Sangemini-Amerino, sul piede di guerra per mancato riconoscimento della contrattazione di secondo livello, ormai da tre anni, e per la flessibilità del sabato, rispetto alla quale non sono contrari ma per cui rivendicano un incentivo. Una situazione che li ha spinti a proclamare lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari.

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I temi del confronto

In un recente incontro con l’amministratore delegato, Alessandro Frondella, e il direttore di stabilimento, Mauro Pagliacci, sono state posto sul tavolo le diverse questioni ritenute prioritarie. Il contratto nazionale di settore prevede appunto il riconoscimento della contrattazione integrativa – si tratterebbe di almeno 250 euro all’anno a lavoratore -, contrattazione che però non è stata rinnovata dal 2019. Inoltre il management ha chiesto ai dipendenti di lavorare di sabato, per far fronte agli ordini estivi, un’ipotesi rispetto alla quale i lavoratori si sono detti pronti, ma a fronte del dovuto incentivo economico. A questi temi si aggiungono poi delle questioni di organizzazione interna del lavoro.

La posizione delle rsu

«Siamo disposti a fare dei sacrifici, come abbiamo sempre fatto in questi anni, ma rivendichiamo i diritti che ci spettano da contratto» è la posizione delle rsu (Riccardo Liti per la Flai Cgil, Marcello Rellini per la Fai Cisl e Michele Leone per la Uila Uil), che chiedono anche delle assunzioni di personale, interinale o a chiamata, per la stagione estiva, oltre che di sgomberare il campo dell’ipotesi esuberi contenuta nel piano concordatario del gruppo Ami. «L’accordo tra istituzioni e parti sociali prevede che fino al rinnovo delle concessioni, nel 2024, non sia previsto alcun licenziamento, se non su base volontaria» dicono. L’azienda, però, tirerebbe fuori lo spettro esuberi ad ogni incontro, mentre sugli altri temi non ci sarebbe disponibilità al dialogo, tanto che al momento non è previsto alcun nuovo incontro tra le parti.

Siccità e interrogativi

Intanto, di fronte all’allarme siccità che sta affliggono l’Italia, c’è da registrare che le sorgenti Sangemini-Amerino non avvertono fortunatamente per ora il problema come altre aziende del nord, le cui sorgenti sono collocate in superficie. Un elemento, questo, che potrebbe favorire l’azienda, qualora ci sia davvero l’intenzione da parte del management – è la riflessione dei lavoratori – di dare nuovo e vero impulso ai marchi umbri. Il grande caldo scoppiato in anticipo sta ovviamente sostenendo il consumo di acqua, ma la domanda che ci si pone è cosa accadrà quando tornerà l’inverno e, probabilmente, si dovrà tornare a ricorrere alla cassa integrazione.

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