Sviluppumbria, dopo Tns tocca a Crescendo

Salgono ad una cinquantina gli ex amministratori di società partecipate ai quali sarebbe stato chiesto di mettere mano al portafoglio

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Sviluppumbria scatenata sul fronte del ‘recupero crediti’. Salgono ad una cinquantina, infatti e per ora, gli ex amministratori di società partecipate ai quali è stato chiesto di mettere mano al portafoglio.

‘Crescendo‘ Oltre a quelli chiamati in causa per il consorzio Tns, infatti, ci sarebbero anche quelli che, negli anni, si sono alternati nel controllo del consorzio ‘Crescendo’, ai quali sarebbe stata inviata una lettera simile e con un contenuto analogo: in poche parole gli verrebbe chiesto di pagare – in contanti – per errori di gestione commessi.

Il consorzio Costituito il 16 dicembre del 1999, il consorzio ‘Crescendo’ era stato messo in liquidazione – l’assemblea straordinariadei soci si era svolta il il 19 dicembre del 2013 – e nel 2014 era stato indicato, dall’allora commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, come un esempio di cattiva gestione.

I soci A costituire il consorzio erano state la Provincia di Terni, la Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana, Sviluppumbria ed i Comuni di Orvieto, Baschi, Allerona, Castel Viscardo e Fabro. Ai quali poi si erano aggiunti i Comuni di Alviano, Amelia, Castel Giorgio, Ficulle, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Parrano, Porano, Penna in Teverina e San Venanzo.

La mission ‘Crescendo’, stando allo statuto, avrebbe dovuto promuovere “nell’ambito del comprensorio degli enti territoriali partecipanti, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività produttive in conformità agli indirizzi stabiliti dagli Enti pubblici partecipanti e dalla Regione”. Era così legittimato, sempre stando allo statuto, “ad acquisire, anche mediante procedure di esproprio, aree da destinare ad insediamenti produttivi e realizzare le opere di urbanizzazione necessarie; a realizzare infrastrutture, impianti, aree tecnologicamente attrezzate, piattaforme, laboratori, opifici ed edifici per attività imprenditoriali; ad alienare e concedere in uso o in locazione beni immobili per lo svolgimento di attività produttive e di servizio; ad organizzare servizi reali alle imprese ed iniziative per la formazione professionale dei lavoratori; a svolgere attività di intermediazione e di coordinamento per l’erogazione di contributi in favore delle imprese; a stipulare convenzioni o accordi amministrativi”.

Il passivo Nel 2012, dichiara Sviluppumbria, il passivo del consorzio era di 1.338.869 euro; salito poi a 2.882.510 nel 2013 (anno della messa il liquidazione) e sceso poi a 285.115 euro l’anno successivo. Ora agli ex amministratori viene chiesto di porre rimedio agli ammanchi di cassa.

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