Tensione Morroni-Lega e volano gli stracci

Il vicepresidente della Regione sferza FI: «No al populismo». La replica polemica del segretario regionale Virginio Caparvi

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Acque agitate nella maggioranza di centrodestra umbra, dove un intervento del vicepresidente della Regione e capogruppo di Forza Italia in consiglio, Roberto Morroni, sul futuro del suo partito – alla luce della recente tornata elettorale – ha avuto l’effetto di scatenare la reazione stizzita di Virginio Caparvi, segretario regionale della Lega. Materia del contendere il passaggio dell’intervento in cui Morroni ribadisce, parlando appunto di FI, la validità di «una forza saldamente ancorata alla tradizione liberaldemocratica, pluralista, laica, riformista, refrattaria ai bagliori del populismo e della demagogia». Parole, queste ultime, rispetto alle quali la Lega si è sentita tirata in ballo.

L’intervento di Morroni

«Dopo l’esito della recente consultazione elettorale», in cui «ha trovato conferma – scrive il vicepresidente della Regione – la progressiva e consistente erosione che da tempo scuote la nostra base elettorale», la «strada che Forza Italia deve imboccare, senza incertezze e senza ulteriori indugi, è quella di una vera e propria rifondazione, una sorta di Bad Godesberg (la città tedesca in cui nel 1959 si è svolto il congresso straordinario del Partito socialdemocratico tedesco, ndr)». Per Morroni «serve, con estrema urgenza, una reazione decisa per ridare vigore, forza attrattiva e aggregante all’identità politica di un partito-movimento che tanto ha dato e tanto può continuare a dare alla vita democratica del nostro Paese». Morroni ribadisce dunque, come detto, la validità di «una forza saldamente ancorata alla tradizione liberaldemocratica, pluralista, laica, riformista, refrattaria ai bagliori del populismo e della demagogia», che «crede nell’economia di mercato e negli istituti della democrazia liberale», che «incentiva il merito quale leva di promozione individuale e collettiva, che guarda al bisogno con la volontà di rimuoverlo senza scadere nella palude dell’assistenzialismo». «Una forza – prosegue Morroni – convintamente europeista, con una cultura di governo pragmatica, aperta al futuro, alla modernità, al progresso». Per dare concretezza a questo ‘nuovo inizio’ Morroni traccia le linee del ‘nuovo corso’: la stesura di un ‘Manifesto di identità’ che rimetta a lucido «il bagaglio ideale-valoriale e l’elaborazione di un ‘Programma Italia 2030’ che espliciti le riforme necessarie per un’azione di governo che, nei prossimi dieci anni, proietti l’Italia nel novero dei Paesi più avanzati per ritmo di sviluppo e standard di progresso». Un nuovo corso «che deve sapersi misurare anche con il tema della selezione della classe dirigente, passando dalla cooptazione all’elezione, ovvero dalla legittimazione dall’alto alla legittimazione dal basso». Il che assicurerebbe «il necessario dinamismo, la preparazione e una sana competizione nell’ambito della dirigenza interna, preservando in tal modo l’anima partecipativa e popolare del partito-movimento». «La ripresa politica ed elettorale di Forza Italia – conclude il forzista – è condizione essenziale anche per le sorti future della coalizione di centro destra. Appare sempre più stretto il legame tra un auspicabile spostamento verso il centro del baricentro politico della coalizione di centro destra e il rafforzamento delle sue chance quale alternativa di governo alla sinistra».

Virginio Caparvi

Caparvi: «Morroni pensi al pasticcio sulla caccia»

A stretto giro è arrivata la replica di Caparvi. «Reputo scomposto – scrive – l’attacco all’attuale centrodestra a trazione Lega da parte del vicepresidente della giunta regionale, Roberto Morroni, che pare avere la memoria corta visto che la carica di assessore regionale l’ha ottenuta proprio grazie ai voti di quel mondo che vive, secondo quello che dice lo stesso Morroni, dei ‘bagliori del populismo’. Un intervento di attacco ad un progetto politico che ha portato finalmente dopo 50 anni il cambiamento in Umbria e recentemente anche nelle Marche». Ma il segretario della Lega non si ferma alle valutazioni esclusivamente politiche ed entra nel merito del lavoro dell’assessore. «Piuttosto che dilettarsi nella strategia politica nazionale e regionale – commenta -, l’assessore Morroni farebbe meglio a fare più attenzione alle materie di sua competenza, come ad esempio la caccia, visto il pasticcio combinato con i tesserini definitivi ancora non consegnati e con un calendario venatorio contestato dalla maggior parte delle associazioni di categoria. La Lega Umbria, in terza commissione regionale, con i suoi consiglieri, si è battuta al fine di modificare il calendario venatorio seguendo le indicazioni dei cacciatori, ma siamo rimasti inascoltati dall’assessore. Crediamo che il centrodestra sia in salute e il fatto che la Lega sia il primo partito della coalizione testimonia una vicinanza con quel popolo sovrano che fino ad oggi ci ha dato ragione nelle nostre battaglie».

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