Tentata violenza: inferno per la badante

Una vita da lavoratrice sconvolta: poi la forza di reagire ai suoi aguzzini

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di F.T.

Li ha ospitati in casa per fare una cortesia ad un amico e si è ritrovata in mezzo ad un inferno fatto di minacce, botte e umiliazioni. Vittima una badante 49enne originaria della Moldovia, residente da tempo in Italia, che ha denunciato i suoi aguzzini, ora finiti a processo davanti al tribunale di Terni.

Un errore Tutto sarebbe iniziato nel gennaio del 2013, quando la donna, su richiesta di un amico, ha accettato di ospitare in casa un ragazzo di nazionalità albanese. Un modo utile anche a dividere le spese domestiche, specie per lei che in casa non c’era quasi mai per via del lavoro.

Inferno I problemi sarebbero cominciati quasi subito: dopo pochi giorni il ragazzo ha stabilito lì la sua residenza, introducendo in casa anche la fidanzata e un altro amico nonostante le resistenze della donna, approfittando della situazione per sottrarle soldi, mangiare e bere a sbafo. Il tutto attraverso minacce esplicite, percosse e comportamenti violenti. Come quando l’avevano legata, mani e gambe, infilandole in bocca un giornale per farle capire che della cosa non avrebbe mai dovuto parlarne, con nessuno.

Costretta Col tempo il gruppetto di ‘ospiti’ si era preso libertà sempre maggiori, fino a trasformare la casa in una sorta di bordello, con rapporti sessuali di gruppo consumati in una stanza, in compagnia di ragazze ubriache conosciute la stessa notte in discoteca. La badante aveva cercato sempre di rimanere fuori da quei ‘giri’, fino a quando una notte il ragazzo l’aveva condotta con la forza nella stanza.

Umiliata Lì era stata costretta a subire le attenzioni morbose del gruppetto: una ragazza l’aveva spogliata completamente mentre gli altri riprendevano tutto con i cellulari. Poi avevano anche minacciato di violentarla con un cetriolo, ma la donna era riuscita a fuggire in lacrime, fra le risate degli aguzzini.

Denuncia e arresto Tutti fatti messi nero su bianco davanti ai carabinieri per un’indagine-lampo che si era conclusa nel marzo del 2013 con l’arresto, da parte dei carabinieri, del giovane albanese, 29enne assistito dall’avvocato Francesco Mattiangeli. Su di lui pendono le accuse di estorsione, tentata violenza sessuale e furto. Per gli altri componenti del gruppo si procede invece separatamente. L’ultima udienza del procedimento, con la donna parte civile attraverso l’avvocato Mirko Minuti, si è tenuta martedì mattina davanti al trbunale di Terni in composizione collegiale. Il rinvio, al prossimo luglio, si è reso necessario per modificare il capo di imputazione, come richiesto dall’accusa.

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