Terni, amministrative: Piccioni non si candida

Passo indietro del medico e dirigente Inps: «Serve la coesione del centrosinistra ma non è stato possibile raggiungerla. Grazie a tutti»

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Un passo indietro destinato a fare rumore, nel contesto di un percorso di avvicinamento al voto amministrativo, a Terni, con diverse tensioni ma, finora, senza particolari colpi di scena. È quello del medico e dirigente Inps Massimo Piccioni, 63 anni, per diversi giorni – e i primi contatti erano stati anche positivi – indicato come il candidato civico in pectore del centrosinistra, con la ‘benedizione’ del Pd.

«Ho sciolto la riserva» La sua candidatura, finita in ‘congelatore’ negli ultimi giorni per volontà del diretto interessato, ora è di fatto cancellata dall’orizzonte-amministrative. È lo stesso Piccioni a spiegarlo attraverso una nota: «In relazione alle ormai imminenti elezioni amministrative – (mancano due settimane al termine per la presentazione delle liste, ndR) ed alla necessità di formalizzare le candidature a sindaco e le relative liste dei candidati per il consiglio comunale, ho il dovere di comunicare di aver sciolto la riserva sulla proposta che mi è stata avanzata nelle ultime settimane per una mia candidatura a Sindaco».

I ringraziamenti «In primo luogo – afferma il dirigente Inps – ringrazio il Partito Democratico per la richiesta di disponibilità ricevuta, giunta inattesa ed inaspettata, e certamente interpretata come atto di stima rivolto alla mia persona, libera, autonoma, ed indipendente seppur nell’ambito di una comunanza di valori che hanno sempre costituito il mio punto di riferimento culturale e sociale, unito alla mia radice profonda che si riconosce nei principi della dottrina sociale della chiesa cattolica. Ringrazio tutte le altre organizzazioni politiche, le associazioni e soprattutto le persone che mi hanno incoraggiato ad andare avanti».

«Serve una grande unità…» «In questi ultimi giorni ho solo cercato di capire i problemi della città, a cominciare dalle ‘fragilità’ presenti, a partire dagli ‘ultimi’, e le possibili soluzioni secondo un cronoprogramma di priorità; ma ho anche constatato la voglia, il desiderio e la disponibilità all’impegno, a partire da temi quali il lavoro, l’ambiente e la sicurezza. Tutto ciò mi ha indotto a capire che ci sono le condizioni per una ripresa sociale, economica e morale. Presupposto fondamentale è però l’unità di tutte le forze vive e rappresentative della città, a partire dalla coesione di tutte le espressioni del centrosinistra, in grado di valorizzare ciò che unisce piuttosto che le diversità. In tale contesto la città chiede risposte chiare ed urgenti che siano parte di un progetto in cui siano delineate le strategie per la Terni del futuro, con il coinvolgimento di tutte le peculiarità e le potenzialità patrimonio della nostra città. La complessità del quadro attuale esige, pertanto, competenze ed unità ed una straordinaria capacità di innovazione».

«…che purtroppo non c’è» «Sul piano personale ho sentito il peso della responsabilità e l’interrogativo costante di verificare la concreta possibilità di un percorso di aggregazione ma, nonostante il convinto impegno e la generosa disponibilità ad una scelta di autentico servizio, sono giunto alla conclusione che tale obiettivo non è stato possibile conseguirlo. Ciò mi induce, soprattutto per coerenza, a ritenere di dovermi fermare qui. Conseguentemente affido al Partito Democratico, a tutto il centrosinistra, a tutte le persone che ho incontrato, che hanno costituito per me un’occasione di arricchimento umano e culturale, queste mie riflessioni. Un grazie di cuore a tutti ed i miei più sinceri auguri a tutti coloro che si impegneranno per la Terni del futuro, secondo un percorso già tracciato dalle parole del nostro vescovo per la Santa Pasqua».

Compito delicato Che abbia pesato l’effetto-Molise (Pd al 9% alle recenti regionali, ndR), l’impossibilità di aggregare la sinistra ternana (LeU in testa, ndR) attorno alla figura di Piccioni, le divisioni di un Pd che a livello nazionale si interroga sul suo stesso futuro: tutte ipotesi plausibili. La realtà è che ora i Dem devono mettersi di nuovo alla ricerca di una figura ‘aggregante’ – prima rispetto all’interno e quindi in relazione agli alleati – con relativamente poco tempo a disposizione e i dubbi di prima sul tavolo.

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