Terni: Benetton chiuso in due ore con una telefonata. E il mondo del commercio riflette

«Lo shopping ormai è appannaggio dei centri commerciali. A chi toccherà ora? Questa città sta morendo». Le interviste

Condividi questo articolo su

di Francesca Torricelli

«Ieri lui, oggi l’altro, domani a chi di noi toccherà?». È la domanda che si fanno i commercianti del centro a Terni che giorno dopo giorno vedono i colleghi della ‘porta accanto’ tirare giù la serranda per non riaprirla più. E non si parla solo di piccoli imprenditori privati: a chiudere sono sempre più le grandi catene. Mercoledì in corso Tacito, più o meno all’improvviso è stato chiuso il punto vendita della Benetton e nel giro di poche ore il locale è stato completamente svuotato. Il tutto sotto gli occhi increduli dei dipendenti.

«Chiuso da un’ora all’altra. Impressionante»

«Un negozio grande, un marchio importante che chiude così, non tanto da un giorno all’altro, ma da un’ora all’altra, fa veramente paura», esclama la responsabile del punto vendita di Salmoiraghi e Viganò. «Da quello che ho sentito sembra che i dipendenti non ne sapessero nulla. Mercoledì mattina hanno aperto e hanno venduto normalmente fino alle 10 quando hanno ricevuto una telefonata dai vertici con l’ordine di chiudere tutte le porte e impacchettare tutta la merce. Dopo circa 20 minuti sono arrivati i camion e hanno portato via tutto. Quando sono tornata ad aprire il negozio alle 15.30, dopo la pausa pranzo, non c’era più niente. Una cosa sconcertante. Il centro purtroppo, tolto il sabato, ormai è sempre deserto. La Ztl non ci aiuta, per noi è la morte perché le persone non hanno più voglia e tempo di parcheggiare ‘fuori le mura’ e venire in centro a piedi, d’estate perché è caldo, d’inverno perché è freddo o c’è maltempo. Terni ormai è piena di centri commerciali, le persone parcheggiano tranquillamente, entrano e hanno la possibilità di fare spesa, shopping, bere e mangiare, tutto nello stesso posto, fresco d’estate e caldo d’inverno. E così il centro cittadino muore».

«È tanto triste lavorare per sopravvivere»

«È stato un fulmine a ciel sereno per noi, ma soprattutto immaginiamo per chi in quel negozio ci lavorava», raccontano Raffaella e Fabrizio, titolari di Mode Manni. «Quando mercoledì abbiamo visto tutto quel trambusto di merce che usciva dal negozio abbiamo pensato ad un cambio di stagione, ad un rinnovo. Tutto immaginavamo tranne che a una chiusura, anche perché hanno ristrutturato i locali da poco e avevano un cartello sulla porta su cui c’era scritto ‘cercasi commessa’. Un’altra luce che si spegne lungo il corso è un brutto segno e se è quella di un negozio che fa parte di una grande catena, fa ancora più paura a noi che siamo piccoli imprenditori. Purtroppo il boom dello shopping online sta facendo grossi danni, la gente ordina ciò che più gli piace comodamente dal divano di casa, si impigrisce e non gira più in città ad osservare le vetrine e magari decidere di entrare per vedere o provare un capo. Ma il nostro lavoro, quello dell’accoglienza del cliente, l’ascolto, la cura, il consiglio, dove andranno a finire? Continuando di questo passo si rischia la desertificazione in una delle vie principali della città, Terni sta morendo e tutto questo poi sulla ‘pelle’ delle persone, perché la chiusura delle attività comporta, in alcuni casi, la perdita di lavoro per i dipendenti. È triste, è tanto triste lavorare solo per provare a sopravvivere».


VIDEO
Le paure di Stefano Amici titolare di Pazzaglia


«Rinunciare alla qualità per la comodità»

«Aumentano i pensieri, purtroppo negativi, perché ogni volta che un negozio chiude e se ne va è sempre un ‘perché?’. Questo perché va ricercato su quelle che sono le problematiche effettive del centro», evidenzia Stefano Amici titolare del Caffè Pazzaglia. «I grandi negozi se ne stanno andando via tutti e subentrano piccoli negozi, bar, pizzerie. Corso Tacito un tempo era la via del passeggio, del lusso, oggi sta diventando qualcosa di strano, di non comprensibile, di poco definibile. Le panchine davanti ai negozi a mio avviso sono state una scelta pessima, sono un bivacco continuo e non è bello da vedere, creano ostacoli che le persone non vogliono superare per entrare nelle varie attività commerciali. Il corso principale della città sta inoltre diventando anonimo, poco attrattivo, poco appetibile, se ne sono andate le banche, gli esercizi storici, le grandi catene e noi commercianti ci guardiamo e ci diciamo: ‘chi sarà il prossimo?’. Eventi, manifestazioni certo possono creare movimento, ma non possiamo vivere solo per quelle giornate, noi qui viviamo tutti i giorni. E intanto le persone se ne vanno al centro commerciale, dove anche per un pasticcino c’è una catena della grande distribuzione e preferiscono rinunciare alla qualità del servizio per la comodità».

Commercio a Terni: «Lo spingete fuori dal centro». Lo scambio su Benetton/Apple


CHIUDE BENETTON IN CORSO TACITO – LE FOTO

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli